Zero
Nella realtà in cui il piccolo, sfortunato protagonista di questo bel cortometraggio viene alla luce, come in fin dei conti nella nostra, non c’è futuro per le nullità; qui tutti nascono con un (metaforico) numero impresso sul petto a garantirne il futuro, di successo o mediocrità. Il piccolo Zero quindi porta un indelebile marchio di solitudine e tristezza e fallimento, ma ciò nonostante è ingenuo e teneramente incantato dalle bellezze della natura e della vita.
Destinato ad una vita non degna di essere chiamata tale, Zero non si scoraggia mai, e infine la sua testarda bontà viene premiata con l’amore. Che in quel mondo l’amore fosse proibito per i numeri zero non basta certo a fermarlo!
Cortometraggio cupo e tenero, deprimente ma ottimista, Zero è una apparentemente leggera riflessione sui ruoli imposti dalla società e ai quali noi tutti più o meno ci adeguiamo nella nostra vita. Che si abbia un numero sul petto o meno, siamo tutti in grado di inquadrare in un momento un nostro simile in una categoria, inferiore o superiore a noi – delicata arte, di sopravvivenza o no, appresa dai più negli anni tra la scuola elementare e media.
Zero ci offre una visione a distanza di sicurezza di come dev’essere la vita di un escluso dalla società, evitato come la peste e discriminato, che sia per il suo numero, o il colore della sua pelle, o la sua classe sociale: insomma un escluso nel suo ambiente, estraneo al suo stesso mondo. Infatti Zero, oltre ad avere sul petto l’inequivocabile segno della sua “inferiorità”, è anche un omino di lana scura, mentre i suoi simili “superiori” a lui sono omini e donnine di soffice lanetta rosa e dai capelli biondi.
Creato in due anni di lavoro dal team di Christopher Kezelos, Zero è girato in stop motion ed ogni dettaglio è curato all’estremo -il corto ha anche vinto infatti parecchi premi. Le ambientazioni e la fisionomia dei personagetti richiamano atmosfere da Tim Burton, e permettono allo spettatore di calarsi ancora più efficacemente nei panni del piccolo grande Zero.
[…] l’articolo, mi stava venendo il voltastomaco. Non ho voglia di pontificare a reti unificate. “Anche se è un numero Zero non vuol dire che da lui non possa nascere l’Infinito”. E se invece da lui non nascesse proprio niente? Se valesse semplicemente una sega e fosse […]