Viaggio enogastronomico nella Valpolicella: piatti e vini da non perdere
Da lungo tempo pensiamo, e quest’anno ne abbiamo avuto la conferma definitiva, che l’esperienza del viaggio a volte possa essere fatta anche senza muoversi. La si può fare, ad esempio, attraverso i sapori, la produzione enologica e i piatti tipici di alcune delle regioni italiane. Una sorta di preview dell’esperienza vera e propria, quella del toccare con mano, del respirare l’aria di un luogo, la sua storia, i suoi accenti, i suoi modi, la sua luce. Il suo clima.
Tutti aspetti irrinunciabili della scoperta per chi, come noi, ritiene che il viaggio sia una delle componenti del sale della vita. Ma dovendosi adattare, ecco, questo è un viaggio nel rispetto delle norme. Coi piedi sotto il tavolo, il calice e la forchetta in mano. Un viaggio in una zona estremamente famosa in Italia (e all’estero) soprattutto per i suoi vini, anche se non mancano piatti memorabili da gustare.
Benvenuti in Valpolicella!
I piatti tipici da non perdere
Cominciamo dalla cucina. I piatti tipici della Valpolicella sono principalmente quelli della tradizione veronese: ricette interessanti e con una lunga storia alle spalle. Ad esempio: il risotto al tastasal, il lesso e pearà e il pandoro.
Il risotto al tastasal è un primo piatto a base di risotto, carne di maiale macinata, pepe e sale. Si tratta di una ricetta che ha origini molto antiche. La storia vuole, infatti, che questo piatto nacque come “test” del gusto da effettuare prima di insaccare i salumi per la stagionatura. In pratica, si assaggiava l’impasto degli insaccati prima di completarli, cucinandolo insieme al risotto, per saggiarne la qualità.
Secondo piatto. È il momento di lesso e pearà, un bollito di carne e verdure eccezionale, da gustare ovviamente durante la stagione fredda, possibilmente preparandolo in una casseruola in ghisa. Grande protagonista di questa pietanza, però, è la sua speciale salsa a base di pane, pepe e formaggio.
Infine si chiude con la tradizione veronese per eccellenza: il Pandoro. Sono tantissime le leggende che cercano di spiegarne le origini (complimenti ai veneti per la creatività!). Ad ogni modo, se si parla della storia ufficiale, allora la paternità del pandoro nella forma in cui tutti lo conosciamo spetta al famosissimo Domenico Melegatti che nel 1894 lo presentò alla cittadinanza col nome di pan d’oro. Il nome in un unica parola verrà poi dato al momento del deposito del brevetto.
I vini da gustare
Non solo ricette, quindi, perché la Valpolicella è nota soprattutto per i suoi tantissimi vini. Si parla infatti di una zona famosa per le sue etichette e le sue uve uniche al mondo. Vini molto pregiati che però, grazie a servizi come quelli proposti da Easycoop, si possono trovare tra le offerte di vini in vendita anche online con la possibilità di farseli spedire a casa. Ed è qui, così, che continua il viaggio diverso.
La scelta è ampissima: si parte dal noto amarone, e si prosegue con altri esempi di spessore come il recioto e il ripasso. Sono vini che spiccano per via di alcune peculiarità molto interessanti, come ad esempio il loro gusto intenso e fruttato e la loro struttura corposa e piena. Naturalmente gusto e struttura cambiano a seconda della zona di produzione, come nel caso dell’amarone. Sono comunque vini caldi e abbastanza alcolici, che si combinano perfettamente con le ricette della tradizione locale.
La Valpolicella è sicuramente una delle regioni più ricche di tradizioni enogastronomiche del nostro Paese e merita di essere conosciuta in ogni sua sfumatura.
Quindi ecco, fatto questo viaggio virtuale, è decisamente il caso di segnarsi un appunto per cercare di andarci non appena sarà possibile!
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