Vedere Cthulhu | Breccia – Lovecraft
I racconti di Lovecraft disegnati da Alberto Breccia
Il fumetto che si cui vi parlo oggi è racchiuso in un formato molto rassicurante, simile ai grandi libri illustrati di favole e miti, con la colorata copertina cartonata, che leggevamo da piccoli. Mi ricordo ancora la sensazione di meraviglia e impazienza quando li stringevo in mano poco prima di immergermi nella lettura. Ma questo librone, invece, ha una copertina nera con l’inquietante disegno di una creatura enorme e terrificante, composta da ombre e macchie di inchiostro. E’ un fumetto a cui ho dato la caccia per molto prima di poterlo piazzare nella mia collezione, ovvero “I Miti di Cthulhu” opera del sommo Alberto Breccia con la collaborazione di Norberto Buscaglia per l’adattamento dei testi, ovviamente tratti dai racconti di H.P. Lovecraft. Il volume fa parte della collana “Alberto Breccia” della casa editrice Comma 22, la quale comprende altri capolavori del fumettista sudamericano (e così mi scampo l’imbarazzo di trovare una nazionalità a un artista nato in Uruguay e cresciuto in Argentina), pubblicati con notevole cura nel formato, che permette di apprezzare i meravigliosi disegni, nei criteri di stampa e nel recupero delle tavole originali. Sottolineo che si tratta della prima volta in cui questi racconti sono raccolti in modo omogeneo in un singolo volume, con l’aggiunta di un racconto ancora inedito in Italia.
Non sempre sono favorevole alla trasposizione di un’opera da una forma d’arte a un’altra. Un dinosauro onesto direbbe “Era meglio il libro”, perché il reinterpretare ciò che un’artista ha concepito in una forma è un’operazione che rischia di minarne l’essenza stessa (e se non sapete cosa sia un dinosauro onesto male, guardate qui). Oltretutto, è da quando sono stata un’adolescente appassionata di letteratura dell’orrore che adoro i racconti di Lovecraft, per cui è “solo” in virtù della fama immortale del fumettista che mi sono convinta a comprare il volume. Anche perché quello che si è messo a fare Breccia con i racconti di Lovecraft non è stato affatto un’impresa facile. L’orrore che scaturisce dagli scritti dell’autore americano, infatti, nasce da atmosfere cupe e oniriche che pervadono dimensioni parallele e abissi infernali nascosti quasi in vista nella nostra realtà, e i personaggi che hanno la sfortuna di imbattersi in questi luoghi o nei loro abitanti non riescono a trovare le parole per descrivere le terribili esperienze che vivono. Come rappresentare in modo figurativo, quindi, ciò che le parole non hanno modo di esprimere perché inconcepibile ai nostri occhi? È qui che il genio di Breccia fa la differenza.
L’artista, infatti, si avventura in questa impresa ricorrendo a tantissime diverse tecniche di disegno, spaziando dal disegno iper-realistico, al monotipo, al collage, all’utilizzo di vere e proprie fotografie ritoccate, alla pennellata a vista e ad altre che non ho la competenza per riconoscere. Mano a mano che si manifesta l’incubo le forme diventano sempre meno nitide e spesso compaiono vere e proprie macchie di inchiostro e strappi che delineano solo vagamente le figure, perché è la nostra mente che deve completarle dando vita alle nostre più profonde paure (mai sentito parlare delle macchie di Rorschach?). Il tutto avviene sotto la suggestione dei racconti di Lovecraft, citati quasi alla lettera, a cui viene dato ampio spazio nelle tavole, sacrificando quasi del tutto i dialoghi e i balloon. La commistione tra la parola scritta e i disegni funziona alla perfezione. Le grandi tavole in scala di grigi sono un crescendo di inquietudine e orrore, con un climax che spesso di risolve in grandi vignette abitate da creature e dimensioni incommensurabili. Il tutto non tradisce affatto l’opera di Lovecraft, ma la arricchisce, senza dimenticarne l’atmosfera onirica, figlia anche del fatto che l’autore americano spesso trovava l’ispirazione per i suoi racconti nei suoi “mostri interiori”, nei suoi incubi.
Il risultato è un’opera matura e consapevole di tutte le straordinarie potenzialità della propria forma, in cui può intuire la componente fisica del disegno, nelle sue pennellate febbrili, e l’ispirazione improvvisa nata dalla suggestione suscitata dai testi. Questa edizione, poi, esalta moltissimo la qualità dei disegni utilizzando un formato di grandi dimensioni e una bella carta lucida e spessa. Inutile dirlo, un pezzo, come gli altri di questa collana, che non può mancare nella biblioteca di un collezionista, adatto sicuramente anche ad appassionati di Lovecraft che non leggono fumetti (malissimo), una spanna sopra a tutte le altre trasposizioni a fumetti di Lovecraft in cui mi sono imbattuta. Ma questo lo lasciamo ad un altra recensione…
Titolo: I miti di Cthulhu
Testi originali: H.P. Lovecraft
Disegni: Alberto Breccia
Adattamento dei testi: Norberto Buscaglia
Casa editrice: Comma 22