USA | Una rivolta è il linguaggio di chi non viene ascoltato
“and every day on evening news they feed you fear for free
and you so numb you watch the cops choke out a man like me
and ‘til my voice goes from a shriek to whisper, “I can’t breathe”
and you sit there in the house on couch and watch it on TV
the most you give’s a Twitter rant and call it a tragedy
but truly the travesty, you’ve been robbed of your empathy”
Queste parole arrivano da walking in the snow, uno dei pezzi migliori dell’ultimo album del duo hip-hop Run The Jewels, uscito proprio in questi giorni drammatici in cui il piano inclinato su cui già correva la storia recente degli Stati Uniti sembra essersi trasformato in una vera e propria voragine.
Sono parole pesanti come macigni, qui e ora. Al sicuro nelle nostre case italiane (COVID permettendo), osserviamo le proteste che incendiano le strade d’America dal 25 maggio scorso, data della morte di George Floyd – quarantaseienne nero di Minneapolis – a seguito di un brutale fermo di polizia. Il reato contestato: aver cercato di pagare un conto in un negozio con una banconota da 20 dollari falsa; qualcosa che ricorda – per agghiacciante futilità dell’innesco degli eventi – l’assassinio di Latasha Harlins a Los Angeles nel 1991.
Sono parole premonitrici del video in cui Derek Chauvin, poliziotto bianco, immobilizza Floyd e tiene per otto minuti e quarantasei secondi un ginocchio premuto sul suo collo, mentre i “non riesco a respirare” dell’uomo a terra si fanno sempre più flebili. Intorno passanti terrorizzati e altri poliziotti impassibili, mentre Floyd perde i sensi e, infine, muore. Immagini che dovrebbero segnare per sempre chi le guarda sono invece diventate una triste abitudine in un’epoca in cui fatichiamo a distinguere i contenuti reali dalle fiction seriali.
David Remnick del New Yorker ricorda come “I can’t breathe” fosse la stessa identica frase pronunciata da Eric Garner, “un nero arrestato per aver cercato di vendere sigarette per strada e morto dopo che un poliziotto l’aveva immobilizzato prendendolo per il collo” – ed è proprio di lui che parlano i Run The Jewels. È questo il punto cui siamo arrivati con le vite delle persone di colore, scrive Leah Green sul Guardian: il punto in cui, per scuotere coscienze intorpidite e spingerle a protestare, è necessario mostrare un corpo nero steso al suolo, inerme, e un’esistenza nel momento in cui si spegne.
“Sapevo che qualunque cosa stesse accadendo di fronte a me stava accadendo davvero e poi la macchina della polizia mi ha inchiodato davanti con uno stridore di freni come per formare un posto di blocco. Luci che lampeggiavano dappertutto, una sirena risuonava e il frastuono aumentava. Faccia a terra. Faccia a terra subito. A quel punto ho capito.
E non sei tu la persona e tuttavia corrispondi alla descrizione perché c’è un’unica persona che è sempre la persona che corrisponde alla descrizione.”
(Claudia Rankine, Citizen)
Noi di SALT proviamo ormai da parecchi anni a raccontare e – speriamo – a ispirare in voi che ci leggete, una certa idea di mondo, forse addirittura un ideale di società, attraverso libri, film, musica e viaggi; e amiamo chiamare tutto questo il “sale della vita”.
È certo anche un osservatorio privilegiato da cui possiamo guardare a distanza di sicurezza ciò che sta succedendo in questi giorni negli Stati Uniti, e di questo nostro privilegio – essere bianchi e non-americani – siamo pienamente consapevoli, così come siamo consapevoli del fatto che l’unico modo che abbiamo per provare a comprendere a fondo i fatti di Minneapolis è studiare, riflettere e rielaborare fonti di qualità. Quello che una buona biblioteca aiuta a fare, insomma.
Per questa ragione abbiamo pensato di scandagliare la rete e iniziare a raccogliere – per noi e per voi – una serie di suggerimenti: articoli di testate importanti, in Italia e all’estero; materiale audio/video; indicazioni su come sostenere i movimenti anti-razzisti negli USA; liste di letture a tema per grandi e piccoli; database che aggregano risorse di varie tipologie e che consentono di approfondire i temi del razzismo, della giustizia americana, del suprematismo bianco, della brutalità delle forze dell’ordine e – più in generale – di tutto ciò che va sotto il nome di black trauma.
Sembriamo essere arrivati a uno snodo fondamentale del nostro presente, uno di quei momenti che determinano come sarà il futuro. Quello che ci sentiamo di fare, nel nostro piccolo, è impegnarci insieme a capire una realtà in cui “milioni di persone sono stanche di vivere in una società dove ogni loro parola o gesto può farle ammazzare”, per empatizzare davvero con quella sofferenza e poi agire.
“La nascita di un mondo migliore non dipende in fondo da te, anche se so che, giorno dopo giorno, uomini e donne adulte ti diranno il contrario. Ti voglio bene, e amo il mondo, e lo amo di più per ogni nuovo centimetro che mi è dato di scoprire. Ma tu sei un bambino nero, e devi essere responsabile del tuo corpo in un modo che altri bambini non potranno mai sapere. In realtà, tu devi essere responsabile per le peggiori azioni di altri corpi neri, che, in qualche modo, ti saranno sempre addebitate. E devi essere responsabile per i corpi dei potenti, dei poliziotti che ti colpiscono con il manganello, e subito adducono come scusa i tuoi movimenti furtivi. E questo non riguarda soltanto te: le donne devono essere responsabili dei propri corpi in modi che non ti sarà mai dato sapere. Devi fare pace con il caos, ma non puoi mentire. Non dimenticare quello che ci hanno tolto, e come hanno trasformato i nostri corpi in zucchero, tabacco, cotone, e oro”
(Ta-Nehisi Coates, Tra me e il mondo)
ARTICOLI e APPROFONDIMENTI
- NY Times | 8 Minutes and 46 Seconds: How George Floyd Was Killed in Police Custody
- Guardian | The death of George Floyd: will everything change?
- Economist | The grim racial inequalities behind America’s protests
- Internazionale | Angela Davis e il futuro delle lotte per i diritti
- New Yorker | Unicorn Riot, the tiny media collective that is delivering some of the most vital reporting from Minneapolis
- Il Post | Da dove vengono le rivolte di questi giorni
- Il Post | Cosa possiamo fare, da qui?
- Internazionale, n. 1361, 5/11 giugno 2020
DATABASE
- Anti-racism resources for white people
- Black Lives Matter: A Working Resource for Mobilizing
- A detailed list of Anti-Racism resources
- Talking About Race
- Rosa Parks Papers
- America brucia: una selezione di libri e altri contenuti digitali
- Children’s Books About the Black Experience in America
- Anti-racists books for all children and teens
SALTOGRAFIA
SOUND
- This is America. Il senso dell’arte ai tempi di Donald Glover
- We gon’ be alright. L’arte visionaria di Lonnie Holley
- Billie Holiday e l’amaro raccolto degli strani frutti
- A Seat at The Table | Solange Knowles
- Se non posso ballare, non è la mia rivoluzione. È tornato Marc Ribot
ACTION
- BLACKkKLANSMAN, chi ha paura dell’uomo nero?
- Get Out. L’incredibile esordio di Jordan Peele
- When they see us. Il buio a Central Park
- Us, la metafora sui denti di Jordan Peele
- American History X
- What You Gonna Do When the Worlds’s On Fire? Interrogarsi con Roberto Minervini
PLAYLIST