Urbino non esiste
Stavo scrivendo di tutt’altro e di molto altrove quando mi sono ricordata di Urbino e mi sono urlata addosso: Urbino! Perché non c’ho pensato prima? Urbino Urbino Urbino. E in realtà lo so bene il motivo per il quale non ne ho mai scritto e la ragione è molto semplice: Urbino non esiste.
Un posto del genere lo si trova solo nei paesaggi ricostruiti negli studi cinematografici o semmai disegnati dentro lo schermo di un pc con qualche tecnica super avanzata di cui non saprei spiegarvi né nome né dinamiche. So solo dirvi che Urbino è quella cosa messa là, sulla cima di una collina, con un palazzo ducale dei più belli che si possa immaginare e le salite e le discese pronte a spezzare le gambe ai turisti che scopriranno solo al tramonto (e spesso anche all’alba) come la città possa apparire ancora più irreale mentre il cielo cambia colore.
Urbino non la si nomina mai e sinceramente non ne ho mai capito il motivo. Sta lì, non troppo distante dal mare, a guardare i campi che la circondano ignari dei tesori che la città protegge tra i propri vicoli.
C’è la casa di Raffaello (sì, quel Raffaello) ma soprattutto il monumento a lui dedicato dove la notte, dopo un paio di cocktail, ci si siede ai suoi piedi e ci si interroga sulla vita e giuro che non è da vandali, anzi, se il pittore avesse saputo che ai suoi piedi sarebbero potuti nascere nuovi amori ne sarebbe stato molto felice, ne son certa.
È che di Urbino potresti dire tante cose, turisticamente parlando, ma ci ha pensato già l’Unesco, nel 1998, a riassumerne le bellezze dichiarando il centro storico della città patrimonio dell’umanità. Non a caso, il Palazzo Ducale è uno dei più interessanti esempi architettonici e artistici dell’intero Rinascimento italiano e oggi è sede della Galleria Nazionale delle Marche, uno di quei musei in cui entri e dici “ah ma quello lo conosco, quello pure, ah ma anche quell’altro!”. Sostanzialmente, per citarvene uno, qui ci troverete Città ideale, l’immagine simbolo di tutto il Rinascimento, dipinto tra il 1480 e il 1490 da un autore ancora oggi sconosciuto.
Ma Urbino non è solo mattoncini color terra e facciate dei Torricini: la città marchigiana è soprattutto tantissima storia, la più importante quella di Federico da Montefeltro, noto, diciamocelo, soprattutto per il suo nasone. Ancora oggi, passeggiando all’interno del Palazzo Ducale e lungo il suo perimetro, si respira qualcosa che non è ossigeno o uno di tutti gli altri componenti che state inalando in questo momento.
Urbino non esiste perché l’aria che le sta intorno è completamente irreale, costituita da nobiltà e tanta meraviglia, di passato che non se ne vuole andare e per questo continua ad aleggiare su una città che non scorderà mai il suo ieri ma che giorno dopo giorno racconta il proprio presente cercando di incanalarlo al meglio fra i suoi vicoletti che portano gli anni che hanno con maestria e nonchalance.
Non so se vi è mai successo ma spesso capita di negare la bellezza per non restarci troppo male quando ci si accorge degli anni che passano e di frammenti di città che finiscono inevitabilmente nel dimenticatoio. Ciò non accade, però, negli spazi che rimangono nel cuore, in quelli che si sono vissuti davvero e che hanno reso una vacanza un incanto.
Questi luoghi, a Urbino, sono i muretti che danno sulla campagna, sono gli scorci che improvvisamente si aprono fra le case, sono le discese percorse correndo nel cuore della notte, quando la gravità aiuta a lasciarsi andare e precipitarsi sempre più giù, come la rincorsa verso la battigia prima di tuffarsi fra le onde del mare.
Urbino è tutto questo e molto di più: è come affacciarsi alla finestra e provare la stessa sensazione di quando si guarda l’oceano per la prima volta nella propria vita. È che ci sono luoghi che danno così tanto che poi descriverli oggettivamente diventa praticamente impossibile e affidarsi a una qualsiasi delle guide cartacee praticamente inutile.
È anche per questo che Urbino non esiste: ognuno di voi ci troverà sfumature diverse, si ritroverà calato in un’epoca così lontana che il vostro cervello vi vieterà di pensare al presente, neanche fosse un viaggio nel tempo ma soprattutto fuori dal tempo. L’amerete, ve lo garantisco.
[…] con una delle protagoniste, Giovanna, che Baronciani la ritrae mentre guarda le colline intorno a Urbino dai banchi di scuola e io me la immagino davvero questa canzone, questa Hated Because of Great […]
[…] dei Finzi-Contini. Ho conosciuto Ferrara, poi, nella stessa torrida estate in cui ho incontrato Urbino per la prima e unica volta e lo dico e lo sottolineo per il semplice fatto che la piccola città […]
come leggere la descrizione nel tuo profilo, e non immaginare una bambina con le ginocchia sempre graffiate
L’esplorazione porta con sé lati positivi e negativi, lo prendo come un complimento! 🙂