Un Uomo – Oriana Fallaci
Oriana Fallaci è stata una delle scrittrici e giornaliste italiane più influenti degli ultimi anni.
Molti purtroppo se la ricorderanno solo per le sue violente requisitorie contro l’Islam, che dopo l’undici settembre hanno completamente assorbito la sua attenzione e il suo lavoro; oppure per le fotografie in bianco e nero che la ritraggono sempre seria, sola, la bocca tirata in un’espressione severa e una sigaretta in mano, anche quando il cancro già la stava consumando. O, peggio ancora, la sua immagine viene associata all’improbabile figura di un’Elisa di Rivombrosa con le trecce. Colpa, questa, della recente fiction tv “L’Oriana”, dove evidentemente il physique du rôle è considerato un accessorio superfluo.
Bene, se pensando a Oriana Fallaci vi vengono in mente queste immagini, provate ad accantonarle per un attimo, abbandonando ogni pregiudizio.
La Fallaci era sicuramente una donna controversa, difficile, severa con se stessa e con gli altri e diametralmente lontana da ogni comportamento politically correct. Perfino antipatica a volte.
Ma era anche una donna totalmente fuori dall’ordinario, che ha saputo farsi strada in un mondo prevalentemente maschile, mossa da una curiosità e un’inquietudine che l’hanno spinta a viaggiare, a porsi delle domande, a voler essere testimone e protagonista degli avvenimenti più importanti della sua epoca, dalla guerra in Vietnam ai conflitti in Medio Oriente, dalla corsa alla conquista spaziale al ruolo assunto dalla donna nelle culture orientali.
E, sopra ogni altra cosa, Oriana Fallaci era una grande scrittrice (o scrittore, come preferiva essere chiamata).
Quindi, se siete tra quelli che la conoscono solo per “La rabbia e l’orgoglio”, “La forza della ragione” o “Oriana Fallaci intervista se stessa” il consiglio è, come ho fatto io, nascondere i volumi in seconda fila sullo scaffale più alto della libreria e correre a procurarsi “Un Uomo”, uno dei suoi romanzi più famosi e uno di quei libri che, una volta letti, si radicano in qualche punto fra il cuore e lo stomaco e non ci abbandonano più.
“Un Uomo” è la storia di Alekos Panagulis, grande amore della scrittrice ed eroe della resistenza greca contro il regime dei colonnelli (una dittatura militare che prese il potere nel paese alla fine degli anni ’60).
Non è un libro delicato, non è una lettura facile.
È piuttosto un pugno nello stomaco, in grado di turbare le coscienze e spingere il lettore a confrontarsi con la storia di un uomo straordinario, che ha sopportato con coraggio le torture e le sevizie più crudeli, l’isolamento forzato e la solitudine più disperata, senza mai perdere la fede nelle sue idee e senza rassegnarsi ad accettare un mondo che non era all’altezza dei suoi ideali.
Non è una semplice storia d’amore quella che viene raccontata, e non è nemmeno l’idealizzazione di un uomo. La Fallaci infatti fa un ritratto esemplare di Panagulis, delineandone luci ed ombre, non tralasciando di descriverne i difetti e gli atteggiamenti che per lei erano più difficili da sopportare, e non facendo mistero neanche degli episodi più intimi e dolorosi della loro relazione.
In questo modo l’uomo rivive nel personaggio ed è impossibile rimanere indifferenti davanti alla forza e al carisma della sua personalità.
Panagulis amava profondamente la vita, la bellezza, la libertà. Tuttavia, come spesso accade a persone dotate di tanta sensibilità e consapevolezza, era irrimediabilmente e meravigliosamente inadatto alla vita.
La sua ragione d’essere era la ricerca continua della verità, di qualcosa per cui valesse la pena vivere e morire. E non aveva importanza se per rimanere fedele alle sue idee era necessario sovvertire tutte le regole, trascinare se stesso e gli altri in una fuga continua, rimanere solo, non accontentarsi mai.
Anche dopo la caduta del regime, infatti, non si rassegnò ad un’esistenza comune, non si adeguò a una politica conformista e perbenista.
Leggere Un Uomo è un antidoto contro ogni forma di mediocrità. Spinge a porsi delle domande – sulla libertà, sull’amore, sul potere delle nostre scelte – e a vedere la vita in una prospettiva diversa.
“Tanto a che serve…”
“Soffrire, battersi? A vivere, ragazzo mio. Chi si rassegna non vive: sopravvive.”
Autore: Oriana Fallaci
Titolo: Un Uomo
Anno: 1979