Un pomeriggio nello studio di Alessandro Sanna a Mantova

Un pomeriggio nello studio di Alessandro Sanna a Mantova

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È difficile giustificare con precisione una fulminea passione per un illustratore e le sue opere, soprattutto se come me non si ha alcuna preparazione in materia di pittura e acquerelli.
A mia discolpa dichiaro di tenere, da qualche parte, come cimelio, un paio di scatole di colori ormai secchi, inutilizzati dai tempi della medie, con la promessa, un giorno, di tornare a dipingere qualcosa di informe e sgraziato, da nascondere nel cassetto degli orrori.

Alessandro Sanna, però, ha comunicato che oggi aprirà il suo studio a Mantova a tutti gli appassionati delle sue opere e io sono senza dubbio tra i suoi più fedeli discepoli ficcanaso.
Lui è quello di Fiume Lento, incredibile ritratto delle quattro stagioni sul Po, ed è anche colui che da pochissimo ha illustrato la nuova edizione de Il ragazzo selvatico di Cognetti, il mio vangelo della montagna.

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Le sue tavole sul Grande Fiume sono state esposte a Cremona nella maestosa cornice di Santa Maria della Pietà e io le ho visitate e rivisitate fino a perdermi totalmente tra la piena dell’autunno e il leopardo dell’estate. Alessandro ha anche dipinto dal vivo nel “concerto disegnato”, in chiusura alla seconda edizione del Porte Aperte Festival, colorando mari e balene mentre tre musicisti jazz suonavano. Questi mondi colorati e straordinari mi chiamano oggi a gran voce facendomi percorrere in macchina tutta la vecchia Via Mantova per cercare in quel laboratorio l’impronta incantata e naïf che sento così incredibilmente vicina al mio immaginario di terra e d’acqua.

L’antica via che porta alla città dei Gonzaga, è una serie infinita di paesi e campi, acquedotti e campanili, antichi insediamenti romani e pievi medievali, capannoni e centri commerciali dai nomi improbabili. Mantova si annuncia infine con una serie di rotonde che accompagnano dolcemente il viaggio fino alla comparsa, sulla sinistra, dei laghi mentre sul lato destro appaiono le mura della città e Palazzo Ducale. Lo studio di Alessandro Sanna si trova in Piazza Sordello, nella Casa di Rigoletto, costruzione quattrocentesca abitata per secoli dai canonici e oggi adibita ad ufficio informazioni turistiche.

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Mentre attraverso la loggetta dell’ingresso la statua bronzea del buffone narrato da Verdi mi osserva dal piccolo cortile interno e sembra chiedermi “Dove vai? Cosa cerchi? Sicura di essere nel posto giusto?”. Entro, mi perdo, credo come sempre di aver sbagliato, una signorina mi dice di salire al piano di sopra, trovo due porte, su una leggo il nome di Alessandro Sanna. Dall’interno rumori di casa, di famiglia, faccio per aprire, ho all’improvviso la sensazione di entrare nell’abitazione di qualcuno che non mi sta aspettando, forse il maledetto buffone nel cortile aveva ragione. Valuto per un secondo l’ipotesi di fuggire, poi suono il campanello.
Sanna mi apre, mi stringe la mano e si affanna per mettermi a mio agio, cominciamo visitando la saletta dove lui dipinge e dove sono esposti ovunque schizzi, fogli, libri e albi illustrati; per tutto il tempo ci segue una bimba che mi osserva un po’ perplessa mentre invado il luogo di lavoro del suo papà. Alessandro mi mostra le sue opere recenti ma anche un’esposizione di libri mai pubblicati in Italia, sfogliamo testi scritti in turco, edizioni spagnole di libri di Rodari, titoli in francese e cirillico. Un vinile suona nel giradischi ma non ho tempo di capire cosa sia perché seguo Alessandro per i due corridoi che completano lo studio e che lui vorrebbe trasformare in spazi espositivi per opere di amici artisti e studenti. Qui mi mostra piccole ceramiche appese alle pareti, disegni appoggiati su una vecchia macchina da scrivere, varie tavole scartate da Fiume Lento ed altre immagini appoggiate in ogni angolo possibile. In tutto lo studio c’è profumo di biscotti e vaniglia, viene da candele profumate sparse qui e là per accogliere i visitatori, insieme a origami appoggiati ovunque.

Nell’imbuto di un grammofono un elefante blu di carta mi guarda e cerca di distrarmi mentre io e Alessandro parliamo del Po, della montagna, della provincia e della rispettive due piccole città.

Arrivano altri visitatori da Verona e io rimango lì con la bambina che viene urgentemente incaricata di mostrarmi l’angolo ancora non visto dello studio. Mi avvicino così agli strumenti di lavoro, colori, pennelli, varie lampade e un phon, anche la piccola mi mostra la sua parte dell’allestimento, sono fiocchi di neve di carta incollati alla finestra per festeggiare il Natale.

All’uscita sono così tramortita dalla bellezza, che mi muovo disordinatamente per la piazza, prendo una via, mi ritrovo all’ingresso di Palazzo Ducale, mi rendo conto che la Camera degli Sposi è proprio lì, di fronte alla Casa di Rigoletto e capisco di trovarmi in un angolino di mondo pieno di cose enormemente belle. Mi avvio a passo svelto verso la macchina poi rallento, mi volto verso Mantova e mi accorgo che un tramonto rosa e poi sempre più infuocato incendia il cielo sulla vecchia città, riflettendo mille colori sempre diversi nell’acqua dei laghi. È chiaro che anche la giornata ha voluto concludersi con un grande acquerello.

***

Per conoscere date e orari di apertura al pubblico dello studio di Alessandro Sanna basta seguire la sua pagina facebook e alla prima occasione partire senza indugi per Mantova.

 

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