Twin Peaks: un giro di ruota nel simbolismo esoterico
“Solo una cosa è certa, non sappiamo ancora dove ci porterà tutto questo, ma sicuramente sarà un luogo meraviglioso e assolutamente strano: siate pronti”. Ci eravamo salutati così, l’ultima volta che vi ho parlato di Twin Peaks e ora eccoci di nuovo qui.
Questa nuova stagione ci ha condotti in tantissimi luoghi, alcuni meravigliosi, altri orribili ma tutti assolutamente assurdi. La sola differenza è, ora che la nuova serie si è conclusa, che l’unica certezza rimasta è quella che neanche questa volta il nostro David ci ha portati in un luogo familiare. Ma non solo, ha chiuso pure la porta in faccia a tutti quelli che volevano avvicinarsi alla serie tv per la prima volta. Twin Peaks 3, infatti, ha fatto irrimediabilmente schifo a chiunque non fosse già sintonizzato sulle frequenze giuste per vibrare con i pixel del televisore al ritmo della musica diretta dal maestro. Nobody else walked the line.
Il nuovo TP si è interessato principalmente agli effetti emotivi e intellettuali che luce, ombra, composizione e tono (che cinematograficamente parlando potremmo tradurre come fotografia, montaggio, sound design e interazione tra musica e recitazione) sono in grado di creare sullo spettatore piuttosto che raccontare una storia lineare che possa spiegare cosa succede mentre si svolge. Proprio come un pittore, Lynch ha dipinto una narrazione surreale, espressionistica e contemporaneamente astratta, una vera Opus Magnum che avvalora – come avevo già sostenuto sulla nostra guida – l’idea che Twin Peaks sia un atto di fede, un rito misterico televisivo, un’iniziazione domestica per illuminati.
Solo su questo ultimo punto mi sbagliavo, questa volta non c’è stata nessuna iniziazione ma una vera dichiarazione d’amore tra il telefilm e tutte le sue anime gemelle. Non a caso, tra tutte le teorie possibili e immaginabili che affollano il web, quella che più mi interessa raccontarvi qui, è quella che sostiene che Twin Peaks in fondo, sia solo una grande metafora sul conflitto interiore che ogni “sognatore” affronta nella quotidiana realtà like the dreamer, who dreams, and then lives inside the dream.
Ok, mi rendo conto che tutto questo può sembrare un po’ presuntuoso ad una prima lettura. Ma per capire cosa intendo bisogna entrare nell’ottica che in Twin Peaks non esiste il caso, ma solo l’effetto visibile di tante cause invisibili. Quindi per “anima gemella” intendo coloro che sono in grado di creare un significato per quelle sequenze che altrimenti sembrerebbero solo casuali. Concetto, che può essere spiegato con un testo di cosmologia Taoista basato “sulla divinazione e le sue coincidenze significative” noto come Libro dei Mutamenti o I Ching che presuppone ci sia una corrispondenza sincronica tra lo stato psichico di chi fa la domanda e l’esagramma di risposta e quindi – per estensione – tra il pubblico e lo spettacolo. In parole povere, per evitare la sensazione di smarrimento che colpisce tutti coloro che guardano Twin Peaks per la prima volta bisogna prima entrate in sintonia con esso. Cosa che, se non accade con un certo grado di naturalezza, richiede uno sforzo intellettuale che non tutti sono disposti a pagare per guardare una serie tv.
Ma cosa vuol dire essere dei sognatori?
Il simbolismo esoterico di Twin Peaks deriva da molte correnti, tutte con un messaggio predominante: l’unificazione delle dualità al fine di raggiungere la perfezione. Affinché ciò sia possibile La Ruota del tempo, dicono i Saggi, deve girare continuamente e ripetere il suo ciclo senza sosta. Se è vero che dentro di noi sono celati tutti i segreti, prima di poterli capire, dobbiamo imparare a vivere il tempo come esperienza interiore attraverso il tempo e oltre il tempo stesso.
Sono morta, eppure vivo – Laura Palmer
Le percezioni illusorie della mente che si risveglia a dimensioni o multiversi alternativi è il sotto testo di tutta la narrativa di Twin Peaks. È proprio attraverso i sogni che l’agente Dale Cooper (Kyle MacLachlan) inizia a comunicare con le entità che abitano le Logge. Un esempio è quando Il Gigante appare per la prima volta a Cooper dopo che gli hanno sparato e la sua coscienza oscilla tra la vita e la morte.
Nella cosmologia buddhista Tantrica, l’esistenza ha un primo piano che consiste in ciò che potremmo definire “i molti mondi dell’incarnazione” e uno “sfondo” che è lo spazio tra questi mondi che è chiamato “il mondo del Bardo”. Il termine Bardo è un termine che letteralmente significa “luogo intermedio” che include gli stati transitori di nascita, morte e sogno. Per visualizzare quanto ho scritto potete immaginare “le stelle” come “i mondi” e il bardo dell’aldilà come il cielo notturno in cui sono fissate.
Who is the Dreamer?
In una delle scene più belle e discusse di TP3, vediamo una scena onirica dove Monica Bellucci, che interpreta sé stessa, beve un caffè con Gordon Cole. La sequenza è notevole perché simboleggia il punto in cui la realtà del nostro mondo (rappresentata dalla reale Monica Bellucci) e la finzione di Twin Peaks (rappresentata da Gordon Cole) coincidono. Gordon quindi sembra vivere nello stesso nostro mondo dove esiste anche la Bellucci che, a un certo punto, chiede: “Ma chi è il sognatore?” E la domanda non è rivolta soltanto a Cole, ma anche a tutto pubblico che assiste alla scena.
Del resto, quando guardiamo una serie televisiva sappiamo che si tratta di un’illusione in quanto finzione ma questo né ci interessa come spettatori né ci impedisce di provare emozioni. Ma anche le nostre vite sono fondate su un modello fittizio di realtà che, in quanto nostra creazione, non è reale nel modo in cui ci convinciamo che sia. Il più delle volte infatti, senza renderci conto, interagiamo con le finzioni di altre persone come oggetti nella nostra coscienza, inclusi noi stessi. Per renderci consapevoli di tutto questo, Lynch solleva metaforicamente il velo illusorio in Twin Peaks: dobbiamo viaggiare dietro il velo e affrontare il terrore che ciò comporta.
Da tanti tutto questo è stato interpretato come il punto di svolta di Twin Peaks: nelle puntate precedenti di fatto abbiamo avuto l’occasione di osservare diversi episodi “bizzarri” e paradossi temporali e questa scena segna il passo successivo dove il mondo “reale” inizia metaforicamente a invadere l’universo fantastico della serie.
Queste osservazioni hanno generato l’idea che Cole, Cooper, Jeffries siano in realtà tutti “cacciatori di identità” intenti a cercare di risolvere il mistero dietro la loro stessa esistenza.
Ad esempio, nella scena di Phillip Jeffries (interpretato da David Bowie), vediamo che Cooper è scioccato dal guardare se stesso sulla telecamera di sorveglianza, come se potesse percepire la sensazione di disagio che si prova nel sapere di essere osservati.
Cole prova un’esperienza simile nel suo sogno con la Bellucci. Come Cooper, si vede da una terza prospettiva. Come Cooper, Cole diventa uno spettatore di sé stesso nel suo sogno e la domanda è: vediamo il ritorno di Philip Jeffries con gli occhi di Cole o Cole vede la scena con i nostri occhi / gli occhi della telecamera?
Possiamo anche ricordare la scena presente in “Twin Peaks: the Missing Pieces” (le scene tagliate da Fuoco cammina con me), dove Ed e Norma sono seduti in macchina e Norma dice a Ed che lei pensa che tutti loro siano solo “un grande incidente”. Lo dice, mentre in sottofondo alla radio ascoltiamo la stessa canzone che è possibile udire in FWWM nella sequenza che culmina con Leland che distrugge la TV con un’ascia.
“Dove c’era una volta uno, adesso ci sono due. O ci sono sempre stati due? Cos’è un riflesso? Un’occasione per vedere due? Quando ci sono occasioni per riflettere, lì può esserci sempre due – o più. Solo quando siamo ovunque ci sarà solo uno.” – La signora del Ceppo
Quando davanti casa Palmer, Cooper chiede a Laura/Carrie “che anno è questo?” poco prima che lei lasci uscire quell’iconico urlo che conclude il finale della terza stagione, è possibile sentire una voce di sottofondo gridare “Laura”. La voce in questione è quella di Sarah Palmer, per la precisione è la stessa voce che è possibile udire nel primo episodio di Twin Peaks quando sentiamo la madre bussare alla porta di Laura per vedere se è sveglia. Ma Laura Palmer (Sheryl Lee) qui non è più morta avvolta nella plastica, ci appare viva e pure invecchiata. Quindi forse è stato tutto un sogno, o forse come abbiamo già detto, il sogno è la chiave di tutto che ci mostra ancora una volta il giro della Ruota dove tutto si ripete su piani sempre diversi.
“C’è tristezza in questo mondo, perché noi ignoriamo molte cose. Si ignoriamo molte bellissime cose – cose come la verità. E così la tristezza, nella nostra ignoranza, è tremendamente reale. Le lacrime sono reali. Cosa è questa cosa che noi chiamiamo lacrima? Ci sono persino dei piccoli dotti – i dotti lacrimali – per produrre queste lacrime. Dovrebbe esserci davvero la tristezza? E quindi, il giorno in cui arriva la tristezza ci chiediamo ‘Questa tristezza che mi fa piangere, che fa piangere il mio cuore, finirà mai?’” E noi proprio come Cooper, dobbiamo continuare a muoverci, anche se nel farlo rischiamo di vedere le altre realtà dietro il velo, alcune delle quali ci appaiono buone o familiari, altre crudeli e malefiche. Ma siamo investigatori: dobbiamo continuare a cercare, certi, come ci ricorda la Signora del Ceppo, che “Un giorno questa tristezza finirà”.
Twin Peaks: Festa Grande Nella Loggia – SALT Editions
Titolo originale: Twin Peaks, The Return
Regia: David Lynch
Anno: 2017