The Rock/Con Air/Face Off; tre NIC al prezzo di uno
Non l’attore che Hollywood merita, ma quello di cui avrebbe bisogno
Buon 25 Aprile a tutti.
Volevo farvi una bella recensione su un qualche film politico che vi portasse a scendere nelle strade e nelle piazze ma poi ho avuto uno dei miei classici ripensamenti e ho deciso di celebrare la Festa della Liberazione aiutandovi a sbarazzarvi dai vostri pregiudizi. Cominciamo.
Nicolas “Immenso” Cage (NIC d’ora in poi) è uno degli attori più grandi del nostro tempo.
Ma prima un passo indietro.
Tanto tanto tempo fa, c’erano gli anni ’90. Erano un periodo stupendo, bizzarro ed eccessivo, una sorta di rinascimento contemporaneo: il crollo del Muro, l’avvento dei PC, Tira & Molla con Paolo Bonolis. Erano anni di generale ottimismo, anni in cui ci spacciavano Julia Roberts come icona sexy e a noi andava bene.
Anni in cui NIC era una star dell’Action e ci ha regalato tre film che hanno fatto la storia.
The Rock (1996): si parte col botto anche in senso letterale grazie alla regia di Nostro Signore delle Esplosioni, l’Eccellentissimo Michael Bay. Prodotto da Jerry Bruckheimer, musicato da Hans Zimmer, con star del calibro di Ed Harris e Sean Connery.
In questo canto del cigno della sua filmografia, lo scozzese torna alle origini interpretando un agente del MI6 richiamato in servizio per dare una mano a NIC e fondamentalmente far vedere a tutti quanto sono fighe le vecchie generazioni. Tutto il resto è contorno e NIC, che pure è il protagonista, si accontenta di interpretare un tizio strampalato a allampanato, intelligente ma anche spaesato, che si ritrova a fare ciò che per natura non dovrebbe fare.
Ehm, ma stai parlando di NIC o del personaggio? Stessa cosa signori miei. Laddove NIC infatti si trova a recitare nonostante gli evidenti limiti, così i suoi personaggi fanno cose come salvare la città si San Francisco dai terroristi, nonostante limiti altrettanto evidenti.
Fun-fact sugli anni ’90: era uno di quei brevissimi periodi in cui il ruolo dei cattivi, non più occupato dai russi ma nemmeno già dagli arabi, era vacante. In questo film, pensate, i terroristi sono tutti marines americani!
Con Air (1997): un cocktail di cafonaggine e arroganza, uno di quei film talmente tanto pregni di destrismo e valori repubblicani che le nostre menti flagellate dal politicamente corretto non riescono più a concepire. Siamo sinceri, oggi un film in cui si dice la frase “he’s off saving the rainforest, recycling his sandals or some shit!” per descrivere un poliziotto reo di non aver aperto il fuoco su un aereo carico di galeotti non guadagnerebbe 225 milioni di $, né riceverebbe due candidature agli Oscar.
In questo capolavoro di pirotecnica, NIC riconferma il personaggio controvoglia, scazzato, anche impaurito, una sorta di Dr Jekyll o di Bruce Banner perennemente sull’orlo della trasformazione ma che poi tira fuori la tigre e fa il culo a tutti – per lo spettatore distratto: questo momento viene sottilmente introdotto da lui che sussurra all’amico morente “I’m going to show you God does exist“.
Accompagnato da un cast di gente come John Malkovich – che prende in ostaggio un coniglio di peluche e rimane comunque un cattivo più credibile del 99% di quelli visti dal 2000 ad oggi – Steve Buscemi, John Cusak, Danny Trejo e tanti altri, NIC non è prepotente e riesce a condividere il palco con una assembramento di casi umani che fanno assomigliare il film a una bellissima parata di carnevale.
Face/Off (1997): questo purtroppo l’ho recuperato molto tempo dopo, e davvero non so da dove incominciare perché è complicato.
C’è NIC che è un terrorista bombarolo e c’è John Travolta che lo bracca.
Ma NIC non ci sta a fare il cattivo, ed ecco l’intuizione che trasuda filosofia zen del grande regista John Woo: non chiedere a NIC di interpretare un personaggio, chiedi al personaggio di diventare NIC. Grazie ad un escamotage sinceramente imbarazzante – i due personaggi SI SCAMBIANO LE FACCE – NIC non è più il terrorista bombarolo ma John Travolta travestito da NIC. E quindi via in un crescendo di situazionismo allestito esclusivamente per permettere a queste due star di gigioneggiare.
Il film pare una pièce di Michael Mann targata Hong Kong, un tango tra bene/male a parti invertite ma declinato in salsa pop-crazy-bamba con tanto di stuntman privi di qualsiasi spirito di autoconservazione, NIC con l’occhio matto sotto la palpebra pesante e un inseguimento finale in barca che pare un amplesso tra motoscafi.
Certo è un film invecchiato maluccio nei termini in cui oggi le pellicole con questo spirito semplicemente non si fanno più, e se si fanno sono prodotti scadenti con attori tipo…beh, tipo NIC.
Non raccontiamoci bugie: Nicolas Cage è oggi un attore di seconda fascia, o quanto meno che recita in film di seconda fascia. Ma io non ho scritto “grande” invece di “bravo” a caso. Ogni volta che si parla di NIC infatti, qualsiasi discussione viene soppressa sul nascere da frasi tipo “è mono espressivo” o “non sa recitare”. Non frasi sbagliate in sé, ma fondamentalmente ininfluenti ai fini del mio ragionamento.
La mono-espressività non è un problema, dozzine di attori decorati hanno un’unica modalità recitativa, da Clint Eastwood a Eddie Redmayne. Dov’è la differenza? Che mentre non vedremmo mai il vecchio Clint recitare in una commedia romantica, NIC ha fatto tutto e il contrario di tutto, non con la versatilità del bravo attore ma con la testardaggine dell’eroe, di chi non accetta una cosa banale come la realtà e decide di andarle contro, beffandosi dei suoi limiti a spregio di tutto il resto. La monolitica fedeltà a se stesso che da molti viene bollata con “non sa recitare” è invece solo la sua crociata contro i limiti imposti dalla Vita (o dagli dei, a seconda delle vostre inclinazioni filosofiche).
Purtroppo è una crociata destinata alla sconfitta e NIC ha palesemente perso. Ha sperperato il suo talento, il suo patrimonio e la sua credibilità in un circolo vizioso che ha portato il comunque vincitore di un premio Oscar a recitare in un aberrante quantità di film ridicoli per poter pagare le bollette di un appartamento in affitto. E già, perchè contro la Vita non si può vincere, le si possono solo far vedere i sorci verdi fino a che non ci venga chiesto il conto. È la storia di tutti i martiri, da Icaro a Prometeo, da Ulisse a Don Chisciotte.