The Neon Demon, di Nicolas Winding Refn
Nicolas Winding Refn realizza una creatura difficilissima da collocare, sia in un genere, che in un panorama cinematografico. The Neon Demon è innanzitutto cinema di NWR, in ogni singola scena. Il regista, fin dai tempi di Bronson e di Drive, sembra infatti più interessato agli stili narrativi, ai rapporti stilistici, che alla storia in sé. La maggior parte dei suoi film ha una trama che potremmo definire quasi “banale”, ma ciò che interessa è la resa di quel materiale, lo stile con cui una storia nota viene presentata. The Neon Demon non fa difetto. E la resa visiva è stupefacente, quasi eccessivamente bella. Il film è stato presentato da NWR come un horror e dell’horror ha proprio la resa scenica. A partire dai colori ipersaturi, che rimandano al cinema degli anni settanta (a Suspiria, in particolar modo, cui rimanda anche la trama – trasformate “danza” in “moda” e Friburgo in Los Angeles, con un salto di fantasia), e dalle atmosfere sempre dense di sottintesi, di altro non mostrato. La storia, invece, vede una svolta horror solo nell’ultimo quarto d’ora, quando oramai si pensa che tutto finisca lì, fra triangoli e lustrini.
Il racconto, al contrario, è scarno, contratto, così come i dialoghi che vengono rarefatti fino allo stremo. Anche la recitazione subisce la medesima riduzione ed contrazione: solo pochi dei protagonisti recitano per davvero (Elle Fanning, Jena Malone e un clamoroso Keanu Reeves), gli altri si limitano ad essere maschere di se stessi, vuoti gusci di modelle e fotografi, in un mondo che non ha nulla da dirci. Ciò che resta al centro è la Bellezza, interpretata da Elle Fanning/Jesse, con tutte le sue contraddizioni. Per natura buona e “pura”, ma capace di tirare fuori dagli altri i più bassi impulsi, variamente condensati in scene di più o meno esplicita simbologia. Molti dei simboli rimandano ad un universo erotico inesplorato e quasi temuto, sebbene perennemente cercato ed accarezzato. Un erotismo violento, che contrasta con la bellezza “divina” e non umana della protagonista, capace di catalizzare tutti gli sguardi e le energie su di sé, sia positivamente che negativamente. Forse proprio questa “inumanità divina” è la chiave più horror del film.
The Neon Demon è un film difficile, non adatto a tutti, che dividerà il pubblico fra chi lo trova noioso e chi ributtante. Ma è anche un film di una bellezza visiva strepitosa, con delle sequenza semplicemente perfette, di puro cinema. È un film capace di armonizzare la moda con Elizabeth Bathory, un incipit (magnifico) di chiaro riferimento horrorifico (nonché anticipatore) con dei titoli di coda che sembrano volutamente la pubblicità di uno shampoo. Un film che magari non piacerà, ma scaverà dentro lo spettatore.
Voto: 8
[…] un dissidio interiore, che è la frattura di un intero mondo di apparenze. La bellezza scenica, l’armonia della simmetria e la ridondanza dei particolari, però, non viene mai meno: sono i personaggi a subire un’involuzione, che non intacca mai […]