The Gunfighter, di Eric Kissack
Diciamocelo, tutti noi odiamo la voce narrante nei film. Anche quando si tratta di Morgan Freeman la mal sopportiamo, pur venerandone il proprietario. Rischia sempre di essere eccessiva, intrusiva. Quasi un “tappabuchi“: se l’attore non riesce ad esprimere quello che prova con uno sguardo (…allora non è un bravo attore!), se la sceneggiatura non riesce a darci il background della vicenda con due semplici battute ed una carrellata, allora interviene la voce narrante, sempre sull’orlo del precipizio dello spiegone.
E se invece la voce narrante diventasse parte attiva della vicenda? Se assumesse – quasi – il ruolo di protagonista? Eric Kissack ci delizia con un esilarante corto quasi postmoderno, The Gunfighter, che parte proprio da questo assunto per stravolgere i cliché dell’epos western. Pistoleri, tradimenti, questioni razziali e sessuali, tutti rimestati da un narratore più che onnisciente, capace di guidare l’azione secondo il suo piacere (e secondo una sana sete di sangue).
Una sceneggiatura che garantisce risate a volontà, ottimi attori ed una conoscenza registica approfondita del genere western, soprattutto nelle inquadrature più classiche, rendono i pochi minuti di questo corto assolutamente appetitosi!