Tassonomia dell’ascoltatore
Dimmi come ascolti e ti dirò chi sei
L’Indipendente
Come un minatore con la lanterna sulla fronte, l’Indipendente è alla costante ricerca di gemme nascoste tra gli anfratti dell’underground che gli consentano di essere il primo a nominare la tal band, il tal artista.
Amante dei concerti in cui non si fa la fila perché ci sono solo 7 spettatori, il nostro Indipendente smetterà di seguire chiunque abbia ottenuto anche un minuscolo riconoscimento dalle masse, visto che questo presuppone sempre una scelta di compromesso sulla qualità della produzione.
Chiude le sue disamine musicali con il classico “io questi li conoscevo quando non vendevano un disco, ma adesso che hanno fatto il botto non valgono più la pena”.
Il Modaiolo
Tra i più camaleontici dell’intera classifica, il Modaiolo è in grado di passare dal grunge a Sferaebbasta con la facilità con cui un politico italiano cambia idea per non perdere voti.
Il suo faro guida? I trend.
Alle elementari era appassionato di Spice Girls e Backstreet Boys, alle superiori il periodo Linkin Park, crescendo è arrivato Calcutta e poco dopo la passione sfrenata per l’hip-hop.
La sua ansia di non essere al posto giusto nel momento giusto controlla i suoi ascolti, ma quando torna a casa dopo una serata perfetta si chiude in camera, mette la sessione privata su Spotify, indossa le cuffie e ascolta il suo piacere proibito: Claudio Baglioni.
Il Mainstream
Agli antipodi dell’Indipendente troviamo lui, il Mainstream.
La pigrizia lo costringe ad affidarsi ai canali più prevedibili per scoprire musica nuova, con picchi negativi quando si innamora di qualcuno vedendolo da Fabio Fazio la domenica sera.
Al contrario del Modaiolo, con il quale condivide spesso i gusti, la sua non è necessità di riconoscimento sociale quanto più incapacità o disinteresse per la ricerca di alternative interessanti.
Finisce quasi sempre schiavo delle radio nazionali che prendono anche in galleria e delle recensioni sul sito di Repubblica.
Se ne conoscete uno, offritegli il vostro aiuto. Se siete uno di loro, contattatemi in privato.
Lo Snob
Categoria di nicchia per eccellenza, lo Snob ha le idee chiare su cosa gli piace e altrettanto chiare su ciò che detesta.
Spesso appassionato di jazz o musica classica, è possibile però incontrare anche uno Snob metallaro, che quando canticchi Ligabue sotto la doccia ti guarda come se gli avessi sgozzato la madre.
In ogni caso, il disprezzo verso i gustacci degli altri è all’ordine del giorno insieme alla convinzione di essere sommersi soprattutto da immondizie musicali (ho appena citato Bandiera Bianca o sbaglio?).
Nella realtà, però, nessuno Snob ha mai davvero ascoltato altro, e ogni tanto si è ritrovato a canticchiare generi meno aulici immerso nel traffico urbano. Ma non illudiamoci, non lo ammetterà mai.
Il Musicista
Saper suonare uno strumento musicale non assicura l’appartenenza a questa categoria, così come non suonare uno strumento musicale non la esclude a priori.
Il Musicista, semplicemente, vuole solo musica suonata e suonata bene. Mentre noi comuni mortali siamo in lacrime per un testo emozionante, a lui bastano un assolo di John Petrucci o una linea di basso slap per avere i brividi.
Attentissimo anche al suono, di solito passa i concerti a lamentarsi perché il rullante è equalizzato male.
I suoi nemici giurati, neanche a dirlo, sono i DJ che mettono su i dischi dicendo “stasera vado a suonare”. Come dargli torto?
Il Nostalgico
In rotta costante con la modernità, il Nostalgico stabilisce il proprio personale anno spartiacque e tutto ciò che è stato scritto dopo quella data viene etichettato come “scarto”.
Solitamente, per questioni oggettive di buon gusto, il tipico Nostalgico sceglie lo scioglimento dei Beatles o la morte di John Bonham come momento oltre il quale non ha più senso avere le orecchie attaccate alla testa, perdendosi senza battere ciglio qualsiasi cosa dagli U2 ai Radiohead passando per i Nirvana.
Eppure ci sono coraggiosi che identificano il punto di non ritorno con la fine dell’hair rock anni 80. Inutile dire che in quel caso la nostalgia è difficilmente tollerabile e siete autorizzati a sputargli in un occhio.
L’Inquieto
Categoria figlia delle autoradio con chiavetta USB e poi ancora peggio di Spotify Family condiviso con gli amici a dueuroecinquanta al mese, gli Inquieti non hanno mai ascoltato una canzone per intero perché sempre alla ricerca di qualcosa che non trovano nel mondo che hanno già (ho appena citato Dio è Morto o sbaglio?).
Appena premuto play, sono già col ditino su una nuova ricerca, grazie a una velocità sinaptica che li rende ottimi professionisti sul lavoro ma terribili compagni di viaggio.
La frase tipica: “Ascolta questo pezzo che bomba”, ripetuta ogni 25 secondi, nemmeno il tempo di arrivare al primo ritornello, nemmeno il tempo di immobilizzarli con una corda e sentire un disco intero dall’inizio alla fine strumentali inclusi.
Il Monotono
Per favore, lasciamo i Monotoni nella loro comfort zone senza giudicarli eccessivamente. Questi bravi ragazzi sono appassionati per davvero, hanno dentro il fuoco sacro del prog-metal, del folk anni 70, del country texano, di quello che vi pare, e restano coerenti fino alla fine dei loro giorni permettendosi giusto un paio di variazioni sul tema a patto che comunque mantengano una radice comune con la loro idea di perfezione stilistica.
Se siete amici di un Monotono, non fate i cattivoni che consigliano cose diverse. Non gli interessa, non ne vuole sapere niente, sta bene dove sta e la vostra mancanza di tatto rovinerà i rapporti in pochissimo tempo.
Il Fan Sfegatato
Estrema radicalizzazione del Monotono, il Fan Sfegatato ha un artista o una band di riferimento e potrete prenderlo in castagna con domande su sua madre ma di certo non con un interrogatorio di 3 ore sulla sua passione musicale.
La sua stanza è più che altro un santuario, un museo della memoria: alle pareti i biglietti di ogni concerto visto e le locandine di ogni tour strappate per strada di notte con fare furtivo. Sugli scaffali libri, riviste, la discografia completa inclusiva di dvd, vhs, vinili, musicassette, bootleg di concerti, featuring sui dischi degli altri. Nell’armadio le magliette, nel portafogli la tessera del Fan Club (numero 0001) di fianco alla foto autografata.
Il rischio di violenza fisica nel caso di critica all’artista amato è altissima, non dite che non vi avevo avvisato.
Il Passivo
Ammettiamolo serenamente: c’è anche gente che non ascolta musica. I Passivi sentono dei suoni e non comprendono nemmeno da dove provengano, intenti come sono a imbustare i carciofi o fare il pieno alla Panda.
Entrano nei negozi di dischi solo a Natale, per regalare un Best of Christmas Carols a quella zia che in cambio ogni anno regala sempre le calze a righe colorate. Non hanno mai visto un concerto, non cantano, non ballano e quando gli chiedi “che musica ascolti?” ti guardano come avessi chiesto una spiegazione veloce sui moti convettivi del mantello terrestre, per poi cambiare argomento in quattro secondi spostando l’attenzione sul prezzo dei suddetti carciofi, quest’anno comprare l’oro è più conveniente sarà colpa della crisi?
E voi chi siete? Fatecelo sapere fra i commenti