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	<title>Pirenei Archivi - SALT Editions</title>
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	<description>Il sale della vita in formato culturale</description>
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		<title>6 giorni nei Pirenei</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Collaboratori SALT Editions]]></dc:creator>
		<pubDate>Fri, 11 Nov 2016 00:00:19 +0000</pubDate>
				<category><![CDATA[Travel]]></category>
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					<description><![CDATA[<p>Non potevamo resistere alla sfida. Quando Guillem, amico di vecchia data di SALT col passaporto ispanico, ci ha scritto – rispondendo al nostro annuncio per nuove, volenterose leve – proponendoci un reportage letterario e fotografico del suo scorrazzare sui Pirenei, e’ bastato un pensiero sfocato a quelle vette che trapassano l’Europa per farci accettare, e di buon grado. La lingua non sara’ un problema, ci siamo detti. Armati di buona volonta’, cerveza e Google Translate porteremo a casa una traduzione che renda onore alla causa. Insomma, mal che vada, je la famo. COME NO. Guillem ci ha scritto un articolo entusiastico, autoironico e grammaticalmente montagnoso. Non ne abbiamo cambiato una virgola. Vi riportiamo questo amalgama d’idiomi così come Guillem l’ha regalato a noi, senza filtri e senza mani di correzione – che l’italiano è un’opinione per tanti ma per lui no, è una danza. Godetevi questa bella corsa motoristica sui lessici e le montagne di Pirene. &#8212;&#8211; Un po’ di geografia per cominciare. La catena montagnosa dei Pirenei comprende le regioni spagnole di Catalogna, Aragona, Navarra e Paesi Baschi. Nel mezzo, il microstato di Andorra. Lato francese: Paesi Baschi Nord, parte di Occitania e Catalogna Nord. Quindi le frontiere tra Stati in questa regione a volte sono diffuse.  I Pirenei sono conosciuti per lo ski all’inverno e le attività come il rafting o il torrentismo in state, ma noi, che non ci piace essere tropi ordinari, abbiamo deciso di fare una visita più culturale (culturale come eufemismo di piuttosto gastronomica, ovviamente). Abbiamo fato il viaggio in moto. Gioire delle strade sinuose e, soprattutto (detto da uno che non è veramente uno specialista parcheggiando la macchina), lasciare il veicolo dove uno vuole sono i principali piaceri immateriali che i motoristi abbiamo. Sia moto o macchina, comunque, è consigliabile disporre di mezzo di trasporto proprio per visitare i Pirenei. &#160; Cominciamo per la Catalogna. Regione famosa per il suo movimento indipendentista e per la sua capitale Barcellona, che con la sua marca turistica prende protagonismo agli altri territori della regione. I Pirenei cominciano in Catalogna (bo, o finiscono, tutto dipende dal punto di vista). S’inizia la ruta, per esempio (per esempio e perché è quello che abbiamo fatto noi) per le montagne del Cadí, da Berga a la Seu d’Urgell. Uno dei primi villaggi, Gósol, è famoso perché Picasso ha soggiornato lì due mesi (c’è anche un castello in rovina, ma soprattutto profittano turisticamente del famoso pittore). Continuammo per l’itinerario, e vedremmo anche altri paeselli, sempre con la curiosa montagna del Pedraforca nell’orizzonte. Una volta siamo alla Seu d’Urgell, proseguimmo per la N260 fino ad Aragona. I paesaggi e le strade sono magnifichi, e dopo 300 km, vale molto la pena andare alla stazione internazionale di Canfranc, situata vicina alla frontiera con la Francia. Se vi piacciono la stazione, i treni o la Storia (specialmente la II Guerra Mondiale) e una visita molto raccomandabile. Tranne questa stazione, nel nord di Aragona, c’è anche la città medievale di Ainsa, uno dei villaggi più belli della Spagna, o Jaca con la sua cittadella militare imponente, non fatta per i pacifisti come me. Entrando in Navarra, abbiamo visitato alcuni piccoli villaggi del nord. Qua siamo già in quello che i baschi nominano Euskal Herria. Per farla breve, Navarra è una comunità diversa: nel nord si parla ancora la lingua basca e il sentimento nazionale e culturale è predominante basco, mentre nel sud si sentono più spagnoli. Pamplona, la capitale, resta nel mezzo, ma ora è governata dagli indipendentisti baschi. Famosa per le sue Festa di San Fermín con gli encierros, serve un pomeriggio per visitarla. Si può fare la Ruta del Encierro (senza i tori, ovviamente) e seguire anche la parte del Cammino di Santiago che attraversa la città. È mangiare. Soprattutto mangiare. I baschi scherzano sempre affermando che gli potranno prendere l’autogoverno, ma mai la fame. Lì mangiano bene, e molto (in quest’ordine). Per pranzo, si può andare all’Herriko Taberna, sede de la sinistra indipendentista basca, conosciuta per i suoi prezzi popolari. Nei Paesi Baschi i partiti, soprattutto i nazionalisti, concepiscono le sue sedi come bar e restauranti, rendendo così più difficile parlare di crisi della politica tradizionale. Ma è nella notte quando la potenza gastronomica di Pamplona è più incredibile. È frequente lì andare ai diversi bar del centro città per fare multipli pintxos con birra o vino (non è necessario sempre fare il due ogni volta, avviso importante per poter tornare a casa in un stato ammissibile). Avendo la pancia piena (e solamente così) si può ritornare al nord della regione. Prossimo alla frontiera con la Francia, è possibile visitare le grotte di Zugarramurdi o quelle di Urdax. Una volta traversata la frontiera, continuano i piccoli villaggi baschi, ora francesi. Vale molto la pena Sant-Jean-Pied-de-Port e la sua roccaforte medievale. In questa zona se possono anche visitare (gratuitamente) le aziende di formaggi e vini della zona. Se andate fino ottobre, la Festa del Peperoncino di Ezpeleta è visita obbligata, soprattutto per mangiare un po’ di tutto (ricordate che siamo in Francia, ma sono ancora baschi!). Delle due grande città della zona, Bayonne e Biarritz, vi raccomando la prima per carina. La seconda solamente se vi piace il surf o i grandi hotel (l’hanno distrutta un po’, per essere giusti). Senza sortire dei Paesi Baschi francesi, c’è l’incredibile (e vertiginosa) Passerella d’Holzarte, dove si può arrivare dopo 40 minute di piacente e ascendente gita per la natura. Seguendo verso l’oriente e uscendo delle terre basche, abbiamo fato una parte della Ruta dei Colli, dove un può sentire come il mitico Tête de la Course (quel ciclista che sempre finisce vincendo tutte le tappe del Tour de Francia) salendo il famoso Tourmalet. Le strade sono incredibili se a uno gli piace guidare. Una bella giornata, e un po’ di cambiamento climatico, ci ha permesso di pranzare in maniche corte nella cima. Si può finire il percorso alla città di Pau o visitando gratuitamente la cantina di Jurançon e assaporare i suoi vini. Seguendo ancora più verso l’oriente, c’è il magnifico e perfettamente conservato castello di Foix, che offre una visita piuttosto interessante. E finalmente solo manca ritornare alla Catalogna, scegliendo una delle diverse strade, magari anche entrando in Andorra. Ho fatto un breve sommario di un viaggio di sei giorni per condividere alcune idee. Particolarmente i Pirenei mi sono piaciuti per la sua diversità. Dal Mediterraneo all’Atlantico e dalla Spagna alla Francia. Ho dimenticato molte cose che avevamo fatto, e ovviamente non potevamo visitare tutti i luoghi interessanti. Ma la mia raccomandazione (e non sono niente originale, lo so) e prendere un veicolo e scoprire uno stesso i paraggi di questa meravigliosa catena montagnosa. Guillem Marcé Rotger &#160;</p>
<p>L'articolo <a href="https://www.salteditions.it/6-giorni-nei-pirenei/">6 giorni nei Pirenei</a> sembra essere il primo su <a href="https://www.salteditions.it">SALT Editions</a>.</p>
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										<content:encoded><![CDATA[<p><strong>Non potevamo resistere alla sfida.</strong></p>
<p><strong>Quando Guillem, amico di vecchia data di SALT col passaporto ispanico, ci ha scritto – rispondendo al nostro annuncio per nuove, volenterose leve – proponendoci un reportage letterario e fotografico del suo scorrazzare sui Pirenei, e’ bastato un pensiero sfocato a quelle vette che trapassano l’Europa per farci accettare, e di buon grado. La lingua non sara’ un problema, ci siamo detti. Armati di buona volonta’, <em>cerveza</em> e Google Translate porteremo a casa una traduzione che renda onore alla causa. Insomma, mal che vada, <em>je la famo</em>.<br />
</strong><strong>COME NO.<br />
</strong><strong>Guillem ci ha scritto un articolo entusiastico, autoironico e grammaticalmente <em>montagnoso</em>. Non ne abbiamo cambiato una virgola.<br />
</strong><strong>Vi riportiamo questo amalgama d’idiomi così come Guillem l’ha regalato a noi, senza filtri e senza mani di correzione – che l’italiano è un’opinione per tanti ma per lui no, è una danza.</strong></p>
<p><strong>Godetevi questa bella corsa <em>motoristica</em> sui lessici e le montagne di Pirene.</strong></p>
<p>&#8212;&#8211;</p>
<p>Un po’ di geografia per cominciare. <strong>La catena montagnosa dei Pirenei comprende le regioni spagnole di Catalogna, Aragona, Navarra e Paesi Baschi</strong>. Nel mezzo, il microstato di Andorra. Lato francese: Paesi Baschi Nord, parte di Occitania e Catalogna Nord. Quindi le frontiere tra Stati in questa regione a volte sono diffuse.  I Pirenei sono conosciuti per lo ski all’inverno e le attività come <strong>il rafting o il torrentismo in state,</strong> ma<strong> noi, che non ci piace essere tropi ordinari, abbiamo deciso di fare una visita più <em>culturale</em> </strong>(culturale come eufemismo di <em>piuttosto gastronomica</em>, ovviamente).</p>
<p><a href="http://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-2.png"><img loading="lazy" decoding="async" class="alignleft size-medium wp-image-9608" src="http://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-2-300x226.png" alt="GUILLEM 2" width="300" height="226" srcset="https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-2-300x226.png 300w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-2-475x357.png 475w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-2.png 569w" sizes="(max-width: 300px) 100vw, 300px" /></a>Abbiamo fato il viaggio in moto. <strong>Gioire delle strade sinuose</strong> e, soprattutto (detto da uno che non è veramente uno specialista parcheggiando la macchina), lasciare il veicolo dove uno vuole sono i principali piaceri immateriali che i motoristi abbiamo. Sia moto o macchina, comunque, <strong>è consigliabile disporre di mezzo di trasporto proprio per visitare i Pirenei.</strong></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><strong>Cominciamo per la Catalogna.</strong> Regione famosa per il suo movimento indipendentista e per <a title="Gaudì Amanita Barcelona" href="http://www.salteditions.it/gaudi-amanita-barcelona/">la sua capitale Barcellona</a>, che con la sua marca turistica prende protagonismo agli altri territori della regione. <strong>I Pirenei cominciano in Catalogna (bo, o finiscono, tutto dipende dal punto di vista)</strong>. S’inizia la ruta, per esempio (per esempio e perché è quello che abbiamo fatto noi) per le montagne del Cadí, da Berga a la Seu d’Urgell. Uno dei primi villaggi, Gósol, è famoso perché Picasso ha soggiornato lì due mesi (c’è anche un castello in rovina, ma soprattutto profittano turisticamente del famoso pittore).</p>
<p>Continuammo per l’itinerario, e vedremmo anche altri paeselli, sempre <strong>con la curiosa montagna del Pedraforca nell’orizzonte.</strong> Una volta siamo alla Seu d’Urgell, proseguimmo per la N260 fino ad Aragona. I paesaggi e le strade sono magnifichi, e dopo 300 km, vale molto la pena andare alla stazione internazionale di Canfranc, situata vicina alla frontiera con la Francia. Se vi piacciono la stazione, i treni o la Storia (specialmente la II Guerra Mondiale) e una visita molto raccomandabile.</p>
<div style="clear:both; margin-top:0em; margin-bottom:1em;"><a href="https://www.salteditions.it/mosaico-di-tapas-surrealiste-barcellona/" target="_blank" rel="nofollow" class="uf6c3272711659e09b3a4dd7a7556f7a0"><style> .uf6c3272711659e09b3a4dd7a7556f7a0 { padding:0px; margin: 0; padding-top:1em!important; padding-bottom:1em!important; width:100%; display: block; font-weight:bold; background-color:#eaeaea; border:0!important; border-left:4px solid #34495E!important; box-shadow: 0 1px 2px rgba(0, 0, 0, 0.17); -moz-box-shadow: 0 1px 2px rgba(0, 0, 0, 0.17); -o-box-shadow: 0 1px 2px rgba(0, 0, 0, 0.17); -webkit-box-shadow: 0 1px 2px rgba(0, 0, 0, 0.17); text-decoration:none; } .uf6c3272711659e09b3a4dd7a7556f7a0:active, .uf6c3272711659e09b3a4dd7a7556f7a0:hover { opacity: 1; transition: opacity 250ms; webkit-transition: opacity 250ms; text-decoration:none; } .uf6c3272711659e09b3a4dd7a7556f7a0 { transition: background-color 250ms; webkit-transition: background-color 250ms; opacity: 1; transition: opacity 250ms; webkit-transition: opacity 250ms; } .uf6c3272711659e09b3a4dd7a7556f7a0 .ctaText { font-weight:bold; color:inherit; text-decoration:none; font-size: 16px; } .uf6c3272711659e09b3a4dd7a7556f7a0 .postTitle { color:#000000; text-decoration: underline!important; font-size: 16px; } .uf6c3272711659e09b3a4dd7a7556f7a0:hover .postTitle { text-decoration: underline!important; } </style><div style="padding-left:1em; padding-right:1em;"><span class="ctaText">LEGGI ANCHE</span>&nbsp; <span class="postTitle">Dove mangiare tapas a Barcellona?</span></div></a></div>
<p>Tranne questa stazione, nel nord di Aragona, c’è anche<strong> la città medievale di Ainsa, uno dei villaggi più belli della Spagna,</strong> o Jaca con la sua cittadella militare imponente, non fatta per i pacifisti come me.<a href="http://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-3.png"><img loading="lazy" decoding="async" class="aligncenter size-full wp-image-9609" src="http://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-3.png" alt="GUILLEM 3" width="569" height="428" srcset="https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-3.png 569w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-3-300x226.png 300w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-3-475x357.png 475w" sizes="(max-width: 569px) 100vw, 569px" /></a></p>
<p>Entrando in Navarra, abbiamo visitato alcuni piccoli villaggi del nord. Qua siamo già in quello che i baschi nominano Euskal Herria. Per farla breve,<strong> Navarra è una comunità diversa: nel nord si parla ancora la lingua basca e il sentimento nazionale e culturale è predominante basco, mentre nel sud si sentono più spagnoli.</strong> Pamplona, la capitale, resta nel mezzo, ma ora è governata dagli indipendentisti baschi. Famosa per le sue Festa di San Fermín con gli <em>encierros</em>, serve un pomeriggio per visitarla. Si può fare la Ruta del Encierro (senza i tori, ovviamente) e seguire anche la parte del Cammino di Santiago che attraversa la città.</p>
<p><strong>È mangiare. Soprattutto mangiare.</strong> I baschi scherzano sempre affermando che gli potranno prendere l’autogoverno, ma mai la fame. Lì mangiano bene, e molto (in quest’ordine). Per pranzo, si può andare all’<strong>Herriko Taberna</strong>, sede de la sinistra indipendentista basca, conosciuta per i suoi prezzi popolari. Nei Paesi Baschi i partiti, soprattutto i nazionalisti, concepiscono le sue sedi come bar e restauranti, rendendo così più difficile parlare di crisi della politica tradizionale. Ma <strong>è nella notte quando la potenza gastronomica di Pamplona è più incredibile.</strong> È frequente lì andare ai diversi bar del centro città per fare multipli <em>pintxos </em>con birra o vino (non è necessario sempre fare il due ogni volta, avviso importante per poter tornare a casa in un stato ammissibile).</p>
<p>Avendo la pancia piena (e solamente così) si può ritornare al nord della regione. Prossimo alla frontiera con la Francia, è possibile visitare <strong>le grotte di Zugarramurdi o quelle di Urdax.<img loading="lazy" decoding="async" class="alignleft wp-image-9611 size-medium" src="http://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-5-300x226.png" alt="GUILLEM 5" width="300" height="226" srcset="https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-5-300x226.png 300w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-5.png 412w" sizes="(max-width: 300px) 100vw, 300px" /></strong></p>
<p>Una volta traversata la frontiera, continuano i piccoli villaggi baschi, ora francesi. Vale molto la pena <strong>Sant-Jean-Pied-de-Port e la sua roccaforte medievale.</strong></p>
<p>In questa zona se possono anche visitare (gratuitamente) le <strong>aziende di formaggi e vini della zona</strong>. Se andate fino ottobre, la <strong>Festa del Peperoncino di Ezpeleta</strong> è visita obbligata, soprattutto per mangiare un po’ di tutto (ricordate che siamo in Francia, ma sono ancora baschi!). Delle due grande città della zona, Bayonne e Biarritz, vi raccomando la prima per carina. La seconda solamente se vi piace il surf o i grandi hotel (l’hanno distrutta un po’, per essere giusti).</p>
<p><a href="http://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-6.png"><img loading="lazy" decoding="async" class="aligncenter wp-image-9613 size-full" src="http://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-6.png" alt="GUILLEM 6" width="569" height="428" srcset="https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-6.png 569w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-6-300x226.png 300w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-6-475x357.png 475w" sizes="(max-width: 569px) 100vw, 569px" /></a></p>
<p><strong>Senza sortire dei Paesi Baschi francesi, c’è l’incredibile (e vertiginosa) Passerella d’Holzarte,</strong> dove si può arrivare dopo 40 minute di piacente e ascendente gita per la natura.</p>
<p>Seguendo verso l’oriente e uscendo delle terre basche, abbiamo fato una parte della <strong>Ruta dei Colli,</strong> dove un può sentire come <strong>il mitico Tête de la Course</strong> (quel ciclista che sempre finisce vincendo tutte le tappe del Tour de Francia) salendo il famoso Tourmalet. Le strade sono incredibili se a uno gli piace guidare.</p>
<p>Una bella giornata, e un po’ di cambiamento climatico, ci ha permesso di pranzare in maniche corte nella cima. Si può finire il percorso alla città di Pau o visitando gratuitamente la cantina di Jurançon e assaporare i suoi vini.</p>
<div style="clear:both; margin-top:0em; margin-bottom:1em;"><a href="https://www.salteditions.it/le-streghe-son-tornate-di-alex-de-la-iglesia/" target="_blank" rel="nofollow" class="u7b37d8d78b3b595905e44536f1009c3a"><style> .u7b37d8d78b3b595905e44536f1009c3a { padding:0px; margin: 0; padding-top:1em!important; padding-bottom:1em!important; width:100%; display: block; font-weight:bold; background-color:#eaeaea; border:0!important; border-left:4px solid #34495E!important; box-shadow: 0 1px 2px rgba(0, 0, 0, 0.17); -moz-box-shadow: 0 1px 2px rgba(0, 0, 0, 0.17); -o-box-shadow: 0 1px 2px rgba(0, 0, 0, 0.17); -webkit-box-shadow: 0 1px 2px rgba(0, 0, 0, 0.17); text-decoration:none; } .u7b37d8d78b3b595905e44536f1009c3a:active, .u7b37d8d78b3b595905e44536f1009c3a:hover { opacity: 1; transition: opacity 250ms; webkit-transition: opacity 250ms; text-decoration:none; } .u7b37d8d78b3b595905e44536f1009c3a { transition: background-color 250ms; webkit-transition: background-color 250ms; opacity: 1; transition: opacity 250ms; webkit-transition: opacity 250ms; } .u7b37d8d78b3b595905e44536f1009c3a .ctaText { font-weight:bold; color:inherit; text-decoration:none; font-size: 16px; } .u7b37d8d78b3b595905e44536f1009c3a .postTitle { color:#000000; text-decoration: underline!important; font-size: 16px; } .u7b37d8d78b3b595905e44536f1009c3a:hover .postTitle { text-decoration: underline!important; } </style><div style="padding-left:1em; padding-right:1em;"><span class="ctaText">LEGGI ANCHE</span>&nbsp; <span class="postTitle">Le Streghe son tornate, di Álex de la Iglesia</span></div></a></div>
<p>Seguendo ancora più <strong>verso l’oriente, c’è il magnifico e perfettamente conservato castello di Foix,</strong> che offre una visita piuttosto interessante. E finalmente solo manca ritornare alla Catalogna, scegliendo una delle diverse strade, magari anche entrando in Andorra.<a href="http://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-10.png"><img loading="lazy" decoding="async" class="alignleft wp-image-9617 size-medium" src="http://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-10-300x170.png" alt="GUILLEM 10" width="300" height="170" srcset="https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-10-300x170.png 300w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-10.png 569w" sizes="(max-width: 300px) 100vw, 300px" /></a></p>
<p>Ho fatto un breve sommario di un viaggio di sei giorni per condividere alcune idee. <strong>Particolarmente i Pirenei mi sono piaciuti per la sua diversità</strong>. Dal Mediterraneo all’Atlantico e dalla Spagna alla Francia. Ho dimenticato molte cose che avevamo fatto, e ovviamente non potevamo visitare tutti i luoghi interessanti. Ma la mia raccomandazione (e non sono niente originale, lo so) e prendere un veicolo e scoprire uno stesso i paraggi di questa meravigliosa catena montagnosa.</p>
<p><em>Guillem Marcé Rotger</em></p>
<p><iframe loading="lazy" style="width: 120px; height: 240px;" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&amp;t=saed-21&amp;m=amazon&amp;o=29&amp;p=8&amp;l=as1&amp;IS2=1&amp;asins=8807713616&amp;linkId=7d03f656b3a3d6832d619a1ad3ad65d2&amp;bc1=000000&amp;lt1=_blank&amp;fc1=333333&amp;lc1=0066C0&amp;bg1=FFFFFF&amp;f=ifr" width="300" height="150" frameborder="0" marginwidth="0" marginheight="0" scrolling="no"><br />
</iframe></p>
<p>&nbsp;</p>
<p><a href="http://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-11.png"><img loading="lazy" decoding="async" class="aligncenter size-full wp-image-9618" src="http://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-11.png" alt="GUILLEM 11" width="569" height="322" srcset="https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-11.png 569w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2016/11/GUILLEM-11-300x170.png 300w" sizes="(max-width: 569px) 100vw, 569px" /></a></p>
<p>L'articolo <a href="https://www.salteditions.it/6-giorni-nei-pirenei/">6 giorni nei Pirenei</a> sembra essere il primo su <a href="https://www.salteditions.it">SALT Editions</a>.</p>
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		<title>La duna di Pilat: un’oasi di deserto</title>
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		<dc:creator><![CDATA[Collaboratori SALT Editions]]></dc:creator>
		<pubDate>Thu, 10 Dec 2015 23:56:04 +0000</pubDate>
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					<description><![CDATA[<p>La duna di Pilat é un enclave di deserto in terra europea, una specie di oasi al contrario che si dispiega sulla costa Francese, a qualche ora da Bordeaux, tra l’oceano e il continente. Una striscia di sabbia fine in quantità esagerate, quasi si fosse rotta una clessidra nel pieno della creazione cosmica e tutto fosse caduto per sbaglio e tutto insieme in un angolo di Europa, assolutamente a caso. Ed anche per questo, perfino in lontananza, i 60 milioni di metri cubi di sabbia suscitano la meraviglia e l’illusione tipica dei miraggi, risvegliando un’energia primordiale e una rinnovata sete di conquista, anche in coloro che la credevano ormai disseccata. Arrivati alle pendici della duna, infatti, avrete solo una voglia, legittima, irrefrenabile e morbosa: salirci sopra. Ma non fatevi prendere dal raptus del visitatore da selfie, e, soprattutto, evitate di accedere a questa bellezza dalle vie più battute&#8230; Siate degni beduini del vostro desiderio, armatevi di una bottiglia d’acqua, proteggete la macchina fotografica in custodie o sacchetti di plastica e ignorate con coraggio il percorso segnalato nel parcheggio principale. Non sarete mica venuti fino a qui per salire sulla duna più alta d’Europa con una scala attrezzata?! Invece, prendetevi tutti i granelli di tempo dissipati dal vento, e osate restare a tu per tu con la duna. Per farlo con tutta la tranquillità del caso, scovate gli accessi secondari passando dai numerosi campeggi, o incespicatevi tra le foreste di pini marittimi che si stagliano indisciplinati ai piedi del grande muro di sabbia. Eccovi li’. Microscopici ed effimeri granelli di esistenza affondati in granelli di eternità, esaltatissimi e pronti per la salita. I più audaci si lanceranno in imprese degne di stambecchi alpini, ma la duna li sfiancherà senza troppi complimenti. Si scivola, si sprofonda, si perdono o l’equilibrio o il fiato, o spesso entrambi, specie quando si comincia a guadagnare quota. Impegnati nell’ascesa, vi rendete conto di quanto abbiate voglia di arrivare in cima e di vedere l’oceano, e pure di quanto sia dannatamente difficile camminare sulla sabbia, o di quanto sia comunque comodo sedercisi dentro più o meno volontariamente, specie se per fare una meritatissima pausa. Superata la prima metà della pendice, là dove il gioco si fa duro e la pendenza ripida, tutti i modi di avanzare sono consentiti, uno su tutti la camminata a gattoni che é poi un goffo ma efficace escamotage per mascherare un puntino di disperazione. Infatti, la salita “selvaggia” richiede pazienza ed una discreta forma fisica (oppure una dose extra di uno solo dei due elementi). Ma ne vale la pena. Raggiunta la cresta della duna, vi sentirete dei funamboli. Sarete in sospeso sulle sagome di sabbia, meravigliosamente disegnate dal vento con precisione, sebbene fragili e temporanee. Il blu dell’Atlantico da un lato, il verde della foresta delle Lande dall’ altro, in testa la foto del primo uomo sulla luna e fuori un trionfo di paesaggi che pare il risultato di un collage di cartoline ben assortite. Se arrivate in cima all’alba rischiate di vedere il sole far capolino tra avvisaglie di Pirenei, che si scorgono nelle giornate più nitide, al di là del parco naturale di Guascogna. Se invece preferite evitare di salire a tentoni (la discesa al buio é decisamente più facile che la salita!), il tramonto é senza dubbio il momento più emozionante e spettacolare, il “must” in questione insomma. Dall’alto di questa striscia di sabbia lunga qualcosina meno di tre chilometri, potrete godervi un panorama mozzafiato del sole che si scioglie nel bacino di Arcachon, ma anche sulla duna stessa: i giochi d’ombre, i tratti sfocati dalla luce soffusa e dalle manie plasmatrici del vento, un arancione che diventa oro e poi bronzo e poi si assottiglia per farsi tutt’uno col cielo un po’ indaco un po’ blu, o forse era il colore del mare, chissà? E’ il momento della giornata che i Francesi definiscono “entre chien et loup”, in cui la realtà diviene meno decifrabile e, quindi, lascia spazio a tutto il resto. E voi siete alle estremità del mondo a farvi spettinare i pensieri da una frizzante brezza intrisa di salsedine, esposti all’eterno richiamo dell’abisso blu, in cima ad una duna di sabbia, dove sorgerà una nuova legittima e irrefrenabile voglia: correre a grandi balzi verso la riva e/o bersi un bicchiere di Saint Emilion. Entrambe le idee sono consigliatissime. La discesa verso il bagnasciuga é meno rocambolesca di quella che si affaccia sulle pinete, ma é su questo lato che diventa più reale l’illusione del deserto, pullulare di turisti permettendo. Da questa parte, infatti, la duna é modellata su più livelli, e lo sguardo si perde nel definirne i contorni. Se anche voi, come lei, volete provare la dolce euforia di lasciare il vostro destino nelle mani del vento, portatevi un aquilone e tendetelo al cielo: il resto andrà da sé. E sarà bronzo e poi oro. &#160; Elisa Cugnaschi</p>
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										<content:encoded><![CDATA[<p>La duna di Pilat é un enclave di deserto in terra europea, una specie di oasi al contrario che si dispiega sulla costa Francese, a qualche ora da Bordeaux, tra l’oceano e il continente. Una striscia di sabbia fine in quantità esagerate, quasi si fosse rotta una clessidra nel pieno della creazione cosmica e tutto fosse caduto per sbaglio e tutto insieme in un angolo di Europa, assolutamente a caso.<br />
Ed anche per questo, perfino in lontananza, i <strong>60 milioni di metri cubi di sabbia suscitano la meraviglia e l’illusione tipica dei miraggi</strong>, risvegliando un’energia primordiale e una rinnovata sete di conquista, anche in coloro che la credevano ormai disseccata.</p>
<div style="clear:both; margin-top:0em; margin-bottom:1em;"><a href="https://www.salteditions.it/la-frescura-del-deserto/" target="_blank" rel="nofollow" class="uf52fffb2e1dbe07a3614f11e63bcb219"><style> .uf52fffb2e1dbe07a3614f11e63bcb219 { padding:0px; margin: 0; padding-top:1em!important; padding-bottom:1em!important; width:100%; display: block; font-weight:bold; background-color:#eaeaea; border:0!important; border-left:4px solid #34495E!important; box-shadow: 0 1px 2px rgba(0, 0, 0, 0.17); -moz-box-shadow: 0 1px 2px rgba(0, 0, 0, 0.17); -o-box-shadow: 0 1px 2px rgba(0, 0, 0, 0.17); -webkit-box-shadow: 0 1px 2px rgba(0, 0, 0, 0.17); text-decoration:none; } .uf52fffb2e1dbe07a3614f11e63bcb219:active, .uf52fffb2e1dbe07a3614f11e63bcb219:hover { opacity: 1; transition: opacity 250ms; webkit-transition: opacity 250ms; text-decoration:none; } .uf52fffb2e1dbe07a3614f11e63bcb219 { transition: background-color 250ms; webkit-transition: background-color 250ms; opacity: 1; transition: opacity 250ms; webkit-transition: opacity 250ms; } .uf52fffb2e1dbe07a3614f11e63bcb219 .ctaText { font-weight:bold; color:inherit; text-decoration:none; font-size: 16px; } .uf52fffb2e1dbe07a3614f11e63bcb219 .postTitle { color:#000000; text-decoration: underline!important; font-size: 16px; } .uf52fffb2e1dbe07a3614f11e63bcb219:hover .postTitle { text-decoration: underline!important; } </style><div style="padding-left:1em; padding-right:1em;"><span class="ctaText">LEGGI ANCHE</span>&nbsp; <span class="postTitle">Libia | La frescura del deserto</span></div></a></div>
<p>Arrivati alle pendici della duna, infatti, <strong>avrete solo una voglia, legittima, irrefrenabile e morbosa: salirci sopra</strong>. Ma non fatevi prendere dal raptus del visitatore da selfie, e, soprattutto, evitate di accedere a questa bellezza dalle vie più battute&#8230; Siate degni beduini del vostro desiderio, armatevi di una bottiglia d’acqua, proteggete la macchina fotografica in custodie o sacchetti di plastica e ignorate con coraggio il percorso segnalato nel parcheggio principale. Non sarete mica venuti fino a qui per salire sulla duna più alta d’Europa con una scala attrezzata?!</p>
<figure id="attachment_5892" aria-describedby="caption-attachment-5892" style="width: 300px" class="wp-caption alignleft"><a href="http://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2015/12/IMG_4937.jpg"><img loading="lazy" decoding="async" class="size-medium wp-image-5892" src="http://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2015/12/IMG_4937-300x225.jpg" alt="Salt in giovinezza che posa sul lato oscuro della duna di Pilat." width="300" height="225" srcset="https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2015/12/IMG_4937-300x225.jpg 300w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2015/12/IMG_4937-1024x768.jpg 1024w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2015/12/IMG_4937-700x525.jpg 700w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2015/12/IMG_4937-476x357.jpg 476w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2015/12/IMG_4937-644x483.jpg 644w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2015/12/IMG_4937.jpg 1600w" sizes="(max-width: 300px) 100vw, 300px" /></a><figcaption id="caption-attachment-5892" class="wp-caption-text">Salt in giovinezza che posa sul lato oscuro della duna di Pilat.</figcaption></figure>
<p>Invece, prendetevi tutti i granelli di tempo dissipati dal vento, e <strong>osate restare a tu per tu con la duna.</strong> Per farlo con tutta la tranquillità del caso, scovate gli accessi secondari passando dai numerosi campeggi, o incespicatevi tra le foreste di pini marittimi che si stagliano indisciplinati ai piedi del grande muro di sabbia. Eccovi li’. Microscopici ed effimeri granelli di esistenza affondati in granelli di eternità, esaltatissimi e pronti per la salita. I più audaci si lanceranno in imprese degne di stambecchi alpini, ma la duna li sfiancherà senza troppi complimenti. <strong>Si scivola, si sprofonda, si perdono o l’equilibrio o il fiato, o spesso entrambi, specie quando si comincia a guadagnare quota.</strong> Impegnati nell’ascesa, vi rendete conto di quanto abbiate voglia di arrivare in cima e di vedere l’oceano, e pure di quanto sia dannatamente difficile camminare sulla sabbia, o di quanto sia comunque comodo sedercisi dentro più o meno volontariamente, specie se per fare una meritatissima pausa. Superata la prima metà della pendice, là dove il gioco si fa duro e la pendenza ripida, tutti i modi di avanzare sono consentiti, uno su tutti la camminata a gattoni che é poi un goffo ma efficace escamotage per mascherare un puntino di disperazione. Infatti, la salita “selvaggia” richiede pazienza ed una discreta forma fisica (oppure una dose extra di uno solo dei due elementi).</p>
<p>Ma ne vale la pena. Raggiunta la cresta della duna, vi sentirete dei funamboli. Sarete in sospeso sulle sagome di sabbia, meravigliosamente disegnate dal vento con precisione, sebbene fragili e temporanee.<strong> Il blu dell’Atlantico da un lato, il verde della foresta delle Lande dall’ altro, in testa la foto del primo uomo sulla luna e fuori un trionfo di paesaggi che pare il risultato di un collage di cartoline ben assortite.</strong> Se arrivate in cima all’alba rischiate di vedere il sole far capolino tra avvisaglie di Pirenei, che si scorgono nelle giornate più nitide, al di là del parco naturale di Guascogna. Se invece preferite evitare di salire a tentoni (la discesa al buio é decisamente più facile che la salita!), il tramonto é senza dubbio il momento più emozionante e spettacolare, il “must” in questione insomma.</p>
<div style="clear:both; margin-top:0em; margin-bottom:1em;"><a href="https://www.salteditions.it/marseille-vivante-animee-lumineuse/" target="_blank" rel="nofollow" class="u2ac054a06bffc85b08c812fcfbd5ba32"><style> .u2ac054a06bffc85b08c812fcfbd5ba32 { padding:0px; margin: 0; padding-top:1em!important; padding-bottom:1em!important; width:100%; display: block; font-weight:bold; background-color:#eaeaea; border:0!important; border-left:4px solid #34495E!important; box-shadow: 0 1px 2px rgba(0, 0, 0, 0.17); -moz-box-shadow: 0 1px 2px rgba(0, 0, 0, 0.17); -o-box-shadow: 0 1px 2px rgba(0, 0, 0, 0.17); -webkit-box-shadow: 0 1px 2px rgba(0, 0, 0, 0.17); text-decoration:none; } .u2ac054a06bffc85b08c812fcfbd5ba32:active, .u2ac054a06bffc85b08c812fcfbd5ba32:hover { opacity: 1; transition: opacity 250ms; webkit-transition: opacity 250ms; text-decoration:none; } .u2ac054a06bffc85b08c812fcfbd5ba32 { transition: background-color 250ms; webkit-transition: background-color 250ms; opacity: 1; transition: opacity 250ms; webkit-transition: opacity 250ms; } .u2ac054a06bffc85b08c812fcfbd5ba32 .ctaText { font-weight:bold; color:inherit; text-decoration:none; font-size: 16px; } .u2ac054a06bffc85b08c812fcfbd5ba32 .postTitle { color:#000000; text-decoration: underline!important; font-size: 16px; } .u2ac054a06bffc85b08c812fcfbd5ba32:hover .postTitle { text-decoration: underline!important; } </style><div style="padding-left:1em; padding-right:1em;"><span class="ctaText">LEGGI ANCHE</span>&nbsp; <span class="postTitle">Marseille vivante, animée, lumineuse</span></div></a></div>
<p>Dall’alto di questa striscia di sabbia lunga qualcosina meno di tre chilometri, potrete godervi un panorama mozzafiato del sole che si scioglie nel bacino di Arcachon, ma anche sulla duna stessa: i giochi d’ombre, i tratti sfocati dalla luce soffusa e dalle manie plasmatrici del vento, un arancione che diventa oro e poi bronzo e poi si assottiglia per farsi tutt’uno col cielo un po’ indaco un po’ blu, o forse era il colore del mare,</p>
<figure id="attachment_5894" aria-describedby="caption-attachment-5894" style="width: 700px" class="wp-caption aligncenter"><a href="http://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2015/12/franck-perrogon-PYLA.jpg"><img loading="lazy" decoding="async" class="size-large wp-image-5894" src="http://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2015/12/franck-perrogon-PYLA-1024x683.jpg" alt="All'alba, tutto in ordine, sparuti turisti meravigliati." width="700" height="467" srcset="https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2015/12/franck-perrogon-PYLA-1024x683.jpg 1024w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2015/12/franck-perrogon-PYLA-300x200.jpg 300w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2015/12/franck-perrogon-PYLA-700x467.jpg 700w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2015/12/franck-perrogon-PYLA-536x357.jpg 536w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2015/12/franck-perrogon-PYLA-725x483.jpg 725w, https://www.salteditions.it/wp-content/uploads/2015/12/franck-perrogon-PYLA.jpg 1200w" sizes="(max-width: 700px) 100vw, 700px" /></a><figcaption id="caption-attachment-5894" class="wp-caption-text">All&#8217;alba, tutto in ordine, pochi turisti tanta meraviglia.</figcaption></figure>
<p>chissà? E’ il momento della giornata che i Francesi definiscono “<em>entre chien et loup</em>”, in cui la realtà diviene meno decifrabile e, quindi, lascia spazio a tutto il resto. E voi siete alle estremità del mondo a farvi spettinare i pensieri da una frizzante brezza intrisa di salsedine, esposti all’eterno richiamo dell’abisso blu, in cima ad una duna di sabbia, dove <strong>sorgerà una nuova legittima e irrefrenabile voglia: correre a grandi balzi verso la riva e/o bersi un bicchiere di Saint Emilion</strong>.</p>
<p>Entrambe le idee sono consigliatissime. La discesa verso il bagnasciuga é meno rocambolesca di quella che si affaccia sulle pinete, ma é su questo lato che diventa più reale l’illusione del deserto, pullulare di turisti permettendo. Da questa parte, infatti, la duna é modellata su più livelli, e lo sguardo si perde nel definirne i contorni. Se anche voi, come lei, volete provare la dolce euforia di lasciare il vostro destino nelle mani del vento, <strong>portatevi un aquilone e tendetelo al cielo: il resto andrà da sé</strong>. E sarà bronzo e poi oro.</p>
<p>&nbsp;</p>
<p><iframe style="width:120px;height:240px;" marginwidth="0" marginheight="0" scrolling="no" frameborder="0" src="https://rcm-eu.amazon-adsystem.com/e/cm?ref=qf_sp_asin_til&#038;t=saed-21&#038;m=amazon&#038;o=29&#038;p=8&#038;l=as1&#038;IS2=1&#038;asins=8807713772&#038;linkId=f3d10ac8c68da52f63066b61a01bcb46&#038;bc1=000000&#038;lt1=_blank&#038;fc1=333333&#038;lc1=0066C0&#038;bg1=FFFFFF&#038;f=ifr"><br />
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<p><em>Elisa Cugnaschi</em></p>
<p>L'articolo <a href="https://www.salteditions.it/la-duna-di-pilat-unoasi-di-deserto/">La duna di Pilat: un’oasi di deserto</a> sembra essere il primo su <a href="https://www.salteditions.it">SALT Editions</a>.</p>
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