Per la rubrica “Grandi scrittori viventi che davvero, ma davvero, te lo giuro, bisogna leggere”, vi parlo oggi di Michel Houellebecq.
Ovviamente la rubrica non...
Negli anni '60, Gerald Foos, quando è proprietario del Manor House Motel di Aurora, sotto il tetto dell'edificio ha allestito senza rimorso una vera e propria piattaforma d'osservazione grazie a dei finti condotti di ventilazione.
Else si fa prestare da Schnitzler il suo background scientifico, da medico, per analizzare dettagliatamente la situazione e trovare una soluzione indolore. Si guarda nel grande specchio della sua camera d'albergo e capisce subito che l'unica soluzione è proprio lì a portata di mano perché la sola merce di scambio che Else possiede è Else stessa.
Sul lato oscuro della luna - nel caso vi capitasse di farci un salto un giorno o l'altro - ci troverete un cratere che si chiama Parsons perché Jack Parsons voleva andare sulla luna.
Le nebbie di Avalon è la rilettura del ciclo arturiano in chiave matriarcale ovvero, detta in modo più amichevole e senza voler spaventare nessuno, secondo il punto di vista di - rullo di tamburi - una donna, Morgana.
Keats con una poesia che parla direttamente ai nostri sensi ci conduce in posti migliori di quelli nei quali siamo nostro malgrado precipitati tramite l'elogio di una bellezza intangibile, che supera il tempo.
Cosa c’entra la drammatica dipartita delle rane con il tentativo di salvataggio di una carriera finanziaria e, più in generale, di una vita che sta per schiantarsi al suolo? C’entra. C’entra tanto quanto i popsicles alla banana e delle vecchie diapositive di Timbuctù possono aiutarti nella scelta di una giusta via di mezzo da seguire tra materialismo e spiritualità.