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Sapiens. Harari ci racconta l'uomo

E se vi dicessero che la rivoluzione agricola è una fregatura? Esatto, quella avvenuta nel neolitico che ha dato un taglio al nomadismo per farci...

La voce è il tratto distintivo che più tendiamo a memorizzare di ogni personaggio. Crediamo che sia strettamente collegato al suo essere, e che ogni sbavatura o tratto inatteso sia pronto a svelarne inaspettatamente la sua vera anima. Forse è per questo che Herbert White, per quanto ne sappiamo, preferisce non dire quasi niente.

"Il romanzo dell'anno", titolo sufficientemente provocatorio da non passare inosservato pur mantenendo, a fine lettura, tutte le aspettative che si è preso la responsabilità di suscitare nel lettore, grazie anche ad un plot twist finale degno di tutte quelle storie che, pur nella loro semplicità lineare, proprio non vogliono deluderti. E infatti non ti deludono neanche per un attimo.

Emanuel Carnevali, morto di fame nelle cucine d'America, Sfinito dalla stanchezza nelle sale da pranzo d'America, Scrivevi. E c'è forza nelle tue parole. Sopra le portate lasciate a...

Al Centro per la Ricerca Oceanografica dal quale è riuscito a scappare lo chiamavano Aquarius Mostruomo, per Dorothy sarà Larry. Si tratta sostanzialmente un uomo-rana parecchio alto e con un debole per gli avocado. Tutto sommato sembrerebbe innocuo.

Sondaggione: domandate ad un un campione di amici, familiari, nemici, purché lettori se apprezzino o meno Gadda. La mia on field experience - più...

Le famiglie a volte sono dei formicai decisamente sovrappopolati, ma in 600 pagine c'è spazio per tutti, anche per un eventuale salvifico scontro finale.

L'incubo più grande accade quando Poe è pronto a mettere da parte ogni impeto romantico e a dirti che la poesia non è altro che un meccanismo perfetto.

"Da quel giorno, i sinistri marittimi cui non si poteva attribuire una causa determinata furono messi in conto del mostro. A quel fantastico animale, fu imputata la responsabilità di tutti i naufragi misteriosi il cui numero è purtroppo considerevole."

Ogni generazione ha i propri memoir di viaggio (intenzionali o meno), uno di quelli che preferisco è “Il pieno di felicità” di Cecilia Ghidotti