Suckablood, la favola gotica di Bloody Cuts
In una notte buaia e tempestosa, il terribile Suckablood, diretto da Ben Tillett and Jake Cuddihy, verrà a prendervi. A meno che non siate bravi e meritevoli. E soprattutto non vi succhaite il pollice, come fanno i bambini che hanno paura. No, non bisogna avere paura. Non della casa che scricchiola, non delle ombre che si allungano sui muri, non della tempesta o degli alberi spogli che ci guardano ghignando.
BLOODY CUTS (http://www.bloodycuts.co.uk/) è il nome che un team di filmmakers appassionati di horror si è dato per alcune stagioni, producendo 12 cortometraggi che compongono una sorta di miniserie antologica sul genere horrorifico, spaziando fra i vari sottogeneri (slasher, zombie, ghost) con grande capacità e conoscenza della materia, come dimostrano le mille citazioni qua e là sparse. La qualità dei cortometraggi si è dimostrata in costante miglioramento e vi invito a guardarli tutti, in ordine, per apprezzare le capacità tecniche di questi giovani ragazzi.
Il mio preferito, però, rimane Suckablood, che si colloca più o meno come il centro ideale dell’antologia. Si tratta una favola dark magistralmente diretta ed interpretata, secondo i canoni del genere gotico, e narrata in rima da una voce fuoricampo. Il taglio espressionista della regia e la fotografia che accentua le ombre fanno da contorno alla vicenda della piccola protagonista, maledetta dalla madre perché si succhia il pollice. Il terribile Suckablood, sorta di versione horror della fatina dei denti o del nordico Sandman, giungerà per sistemare le cose, in un finale tutto da scoprire.
Fate bei sogni, se ci riuscite…