Songkran: il capodanno Thai (col super Liquidator)
Dal 12 al 16 aprile la Tailandia sfoggia con rinnovato smalto il suo sorriso più giocoso, quello a cui puoi perdonare tutto: il traffico, il ritardo, le incomprensioni, quasi perfino il troppo caldo. Giusto per saperlo, in Tailandese ci sono più di quindici parole diverse per dire “sorriso”, a seconda della tipologia del sorriso in questione: sorriso di soddisfazione, sorriso da ormai non ci resta che piangere ma sorrido lo stesso, sorriso di ammirazione e, quello giusto per Songkran –credo io- il Yim Yaw appunto. Il sorriso della presa in giro gentile e garbata, o della marachella appena combinata.
Perché per quattro giorni l’intero paese festeggia l’arrivo del nuovo anno buddista, abbandonandosi (oltre che alle cerimonie religiose di rito) a una sfrenata e surreale battaglia d’acqua.
Immaginatevi ora in una brulicante metropoli che pianifica il ritorno alla pestifera infanzia di 13 milioni di abitanti e centinaia di turisti, con tanto di cisterne per ricarico armi sparse in centro e un posto di blocco per lo scarico munizioni prima di entrare nello Skytrain. Eccovi a Bangkok, ombelico del mondo e crocevia di vite nel periodo delle temperature più calienti dell’anno, manco a farlo apposta. Non importa quale tipo di mercanzia fosse originariamente in vendita sulle bancarelle onnipresenti, TUTTE potranno rifilarvi per qualche centinaio di baht una pistola ad acqua, elemento indispensabile n.1, quantomeno per difesa personale: dritto in mezzo agli occhi, e poi via di corsa.
Elemento indispensabile n.2, specie per i nostri amici Thai megaconnessi, la bustina impermeabile per smartphone/portafogli/blocchetto per gli autografi. N.3, facoltativo per i piu fashionsistas, una imbarazzante maglietta a fiori, meglio se in stile anni 80 (jetlag europeo, ché in Tailandia già sono nel 2559!). Ah, e gli occhiali da sole/occhialini per gli hydroguerriglieri più accaniti, consiglio d’amica, sempre per la questione del “dritto in mezzo agli occhi” chiaramente.
Per l’occasione alcune delle vie principali della città sono chiuse al traffico di qualsiasi tipo di veicolo e le battaglie si concentrano in alcune zone strategiche, una su tutte il cuore di Silom Road, retroguardia dei centri commerciali più in della città. Questi ultimi, impanicati da folle di fradici soldati in infradito, negano qualsiasi accesso alle toilettes e/o fontane ad acqua: non perdete tempo prezioso cercando di ritrovare l’integrità e passare inosservati davanti alle vetrine sbriluccicose. Piuttosto, una volta raggiunto il luogo del combattimento, rigorosamente in pieno giorno, identificate fin da subito dove sono posti i bidoni d’acqua per fare il primo pieno. Ci arriverete già zuppi, con un occhio ciecato e la canottiera a fiori che perde l’inchiostro, ma con un sorriso grande così.
Sì perché é raro riunirsi tutti nella stessa festa a cielo aperto, e tutti con lo stesso spirito leggero e festivo. Vi ritroverete a puntare un anziano che vi ha appena gettato addosso un secchiello di acqua con ghiaccio, con la stessa naturalezza con cui vi proteggerete da un bambino di meno di dieci anni particolarmente ben equipaggiato. E poi farete gruppo subito con sconosciuti, legandovi a alleati locali contro lo sfidante di turno. Non serve parlare la lingua, ci si comprende tra un’ondata e l’altra, a gesti, a sorrisi, a raffiche di liquidator. E’ un po’ il sogno di quando eri un ottenne annoiato d’estate: brandire una pistola ad acqua contro tutto e tutti, prenderne un sacco ma divertirti ancora di più.
A Silom, poi, ci sono concerti gratuiti per tutta la durata delle festività: musica appalla e cannoni a acqua che seguono il ritmo, pistole in plastica di ogni colore e forma levate al cielo, una sincronia di intenti e divertimento davvero potente. Boh, poi è musica Thai, bisogna un pò farci l’orecchio!
Se i luoghi affollati non si addicono alla vostra agorafobia galoppante (ouch siete nella città sbagliata, lo sapete sì?!) potrete comunque godere della goliardia tipica da Songkhran anche in altri luoghi della città, come nel resto del Paese. Le strade di Bangkok scorrono più veloci del solito e sono invase dai Songh Taew, i pick up aperti che nel nord della Tailandia sono usati come taxi. Per il capodanno, però, il mezzo si trasforma in una vera e propria macchina da guerra: un enorme bidone di acqua fissato alla cabina, chili e chili di ghiaccio, una buona scorta di birre e una squadra di fedeli commilitoni pronti a conquistarsi un quartiere dopo l’altro.
Nessun passante risparmiato – monaci a parte-, l’autoradio che incalza e le pistole che vanno ricaricate ogni dieci minuti, vuoi per attacco, vuoi per legittima difesa. Ovviamente, le vittime preferite sono i turisti urlanti nei tuk-tuk, i bus urbani con le finestre aperte e, sadicamente, i coraggiosi scooter. Dall’alto del pick up vedrete anche numerosi Thai cospargersi il viso di una strana mistura di farina/talco, ritenuta di buon auspicio (come l’acqua oltretutto!).
Sauadiipii maaaai é quello che si dice facendo tutto questo. Vuol dire buon anno nuovo, ma ha una forza tutta diversa. E’ come dire buon anno nuovo dopo una marachella, ma una marachella condivisa tutti insieme, con leggerezza, con gioia, con gli occhi che luccicano (e non é solo l’acqua).
Non so per voi, ma per me é un anno che comincia alla grande!
Elisa Cugnaschi