Small Deaths by Lynne Ramsay
Partire è un po’ come morire.
Ma forse anche vivere, alla fine, non è che morire a piccoli passi.
E ci sono degli eventi che costituiscono delle piccole morti, Small Deaths, morali, capaci di far scattare qualcosa in noi e di cambiarci per sempre. La regista Lynne Ramsay ci porta nel suo mondo di emozioni e morte. Quest’ultima, però, non è la Grande Morte. Siamo di fronte a delle morti minori, ma non per questo meno importanti, che segnano dei cambiamenti. Come il serpente che cambia la pelle, dopo queste morti non siamo più gli stessi.
Per la regista scozzese, il primo vero cambiamento avviene con la pardita dell’innocenza, negli occhi dei bambini. La pirma piccola morte è la caduta dell’ideale del padre e l’allontamento di questo. Crolla il mito e con esso una parte di noi si disgrega. Successivamente, poi, la bambina scopre che la natura è indifferente e che le cose sono caduche e mortali. Ed anche noi lo siamo, di conseguenza. La terza piccola morte, infine, riguarda l’Altro e la scoperta che questo può essere cattivo e farci del male.
Non c’è violenza, in questi eventi. Né intenzione di giudizio. Ci vengono descritti con l’attenzione al femminile ed all’innocenza tipici della regista. Tre piccole morti dolorose, ma necessarie per crescere: per imparare che non tutto dipende da noi; per capire il mondo; per capire (se possibile) gli altri. Senza queste lezioni fondamentali non potremmo diventare adulti e capire la distanza ed il limite fra il nostro Io ed il mondo intorno.
Perché crescere è morire, ma anche imparare.