Sensazione, Marzo 1870 – A. Rimbaud

Sensazione, Marzo 1870 – A. Rimbaud

Sensazione, Rimbaud

SENSAZIONE

Nelle azzurre sere d’estate, me n’andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, calpestando l’erba fina:
sognando, ne sentirò ai miei piedi la freschezza.
Lascerò che il vento mi bagni il capo nudo.

Non parlerò, non penserò a nulla:
ma l’amore infinito mi salirà nell’anima,
e andrò lontano, molto lontano, come un vagabondo,
per la Natura, – felice come con una donna.

SENSATION

Par les soirs bleus d’été, j’irai dans les sentiers,
picoté par les blés, fouler l’herbe menue:
rêveur, j’en sentirai la fraîcheur à mes pieds.
Je laisserai le vent baigner ma tête nue.

Je ne parlerai pas, je ne penserai rien,
mais l’amour infini me montera dans l’âme;
et j’irai loin, bien loin, comme un bohémien,
par la Nature, heureux – comme avec une femme.




Arthur Rimbaud vive diciassettenne la forte sensazione di percorrere, nelle azzurre sere d’estate, i sentieri campestri, accarezzato dalle spighe del grano, con i capelli al vento. Solo e silenzioso ma trasognato e con un amore infinito ad invadergli l’anima, si sente felice come con una donna accanto, andando “loin, bien loin, comme un bohémien par la Nature”.

La natura, quella che conduce il poeta ad immergersi in sé stesso.

Egli scava, esplora senza lasciare intatta alcuna certezza d’interpretazione riguardo la vita. Coglie il limite della cultura scolastica, familiare, religiosa: non sa più cosa siano la nazione, l’amore; immagina il proprio riscatto in infinite mascherature; mescola qualsiasi cosa, i piani del valore e del discorso. È “faible”. Sente di provenire da qualcosa che non comprende più, sa che c’è un viaggio da tentare, avverte un grido che si sta alzando: in questo modo non si può proseguire, deve esserci qualcosa in più da scovare.

Rinascita, campagna veneto orientale, primavera 2017 ph Marco Borin

In questo momento, così nuovo ed allo stesso tempo così antico, la poesia di Rimbaud ci conduce a quell’unica posizione giusta che sta all’inizio di ogni azione e pensiero non disumani: riconoscersi; un riconoscersi che non sia mero atto di fede, ma vera e profonda conoscenza.  La poesia intesa come un viaggio nell’ignoto, sradicata da sovrastrutture, dogmi, tendenze sociali, oltre ogni ideologia e fanatismo, come un movimento del singolo che solo il genio può compiere.

Poesia che ci spinga alla ricerca di nuovi fondamenti che è sempre la Natura a donare, seppur con la sua disumana spontaneità.

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