Se cerchi Iggy Pop su Spotify (succedono cose brutte)
Trattato breve sui limiti della democrazia
Domenica pomeriggio. Sto serenamente bivaccando sul divano da un paio d’ore, in uno stato comatoso ma pacifico di morte apparente, quando avverto in modo nitido la voce del maestro Yoda riempire la stanza: “Ora che ti ripigli giunta è”.
Sorvolando sulle ragioni per cui uno che si esprime in sardo dovrebbe essere più saggio della media delle persone comuni, era innegabile la necessità di uscire dal pur dolce pantano mentale di cui mi trovavo prigioniero. Raccolgo la Forza e penso a un modo di svoltare. Subito, una folgorazione: Iggy-sìcazzo-Pop.
Mi allungo per prendere il cellulare (nonostante le buone intenzioni non penso di essere ancora in grado di abbandonare le certezze offerte dal divano, non prima di aver ascoltato Iggy perlomeno), inserisco le mie cuffie Marshall [piccolo.spazio.pubblicità], apro Spotify, inizio a digitare “i-g-g-y” e… no, ci dev’essere un problema con l’applicazione. Chiudo e ci riprovo. Tipo rallentato. “I – g – g – y”. Niente. Dev’essere il cellulare. A questo punto la beatitudine di poco prima è già parte di un passato lontano. C’è bisogno di scelte sofferte: mi alzo dal divano e vado al pc. Spotify, “I.G.G.Y”. Panico.
Ci sono momenti in cui ci si scontra con la dura realtà, momenti in cui da ingenui bambini diventiamo cinici e meschini adulti, momenti in cui il mondo che pensavamo di conoscere si rivela per quello che è: un posto buio e freddo.
Se digiti “Iggy” su Spotify, il primo risultato che ti esce, anzi “il risultato migliore”, è Iggy Azalea.
Ora, io potrei anche fermarmi qua. Non vedo particolari motivazioni per continuare a scrivere. La vicenda è senza dubbio, mi auguro, autoesplicativa. Ma di questi tempi, ché vale tutto e il contrario di tutto, forse è meglio chiarire un paio di punti, di quelli fermi.
1. Fosse figa, la Azalea, il problema non ce lo saremmo neanche posto, ovviamente. Il “risultato migliore” sarebbe stato ampiamente meritato. Ma siccome in verità è un essere parastatale, scatta la denuncia.
2. La tua laurea non vale niente. Perché già lo so cosa stai per rispondere, chettipensi. “Sarà prima Iggy Azalea in quanto il salcazzo di Spotify registrerà un maggior numero di ricerche o ascolti per lei piuttosto che per Iggy Pop.” Mmm, bravo. E quindi? Ti sembra una valida motivazione? Abbiamo perso il senso di tutto. E la colpa è innanzitutto vostra, alfieri della conoscenza inutile. Il buon cuore e il buon senso non si insegnano nelle vostre aule cattedratiche.
3. La democrazia ha fallito. Va da sè. Questi sono i risultati che si ottengono a voler basare tutto sui grandi numeri. Contano solo i grandi numeri, ci vogliono i grandi numeri, la verità incontrovertibile sta nei grandi numeri. Viviamo nella venerazione più totale per questi pachidermici e sgraziati grandi numeri. La grande anestesia del dissenso, suffragata dalle cifre. “Eh, caro mio, io posso anche essere d’accordo con te, ma noi abbiamo i grandi numeri”. C’avete anche Iggy Azalea come risultato migliore, tiè, godetevela.
4. Iggy Pop spacca i culi.
Bhe ritengo molto più importante Iggy Azalea di quel vecchio Pop o come si chiama che non conosce nessuno.. Peraltro è veramente brutto con tutta quella pelle in eccesso!
Dove siamo qua? Nel PD?
Qualcuno banni l’utente!
[…] [3] Non a caso la seconda meno gradita dagli utenti di Spotify. Con cui abbiamo già un conto in sospeso. […]
[…] di paese “si dice”, “dicono”, “icica” (per chi mastica un po’ di calabrese arcaico). È la credibilità del grande numero, dell’avanzata di massa, del fronte bellico omologato. O del sotterfugio individuale: riportare […]
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[…] Contro la democrazia a prescindere, no agli occasionali_ Iggy Pop Contro l’intellighenzia Divani&Divani_ Lester […]