Il rock è morto – lo dicevano già negli anni ’80: sappiamo tutti quali gruppi c’erano negli anni ‘80, inutile fare il confronto con oggi. Non è giusto però generalizzare. È vero che la situazione dai leggendari anni ‘70 ad oggi è cambiata tanto e a volte sembra che il rock si crogioli troppo nella celebrazione di questo grande passato, però posso dire con assoluta certezza che il rock, quello degli anni ’70, non è morto. È risorto dopo tre giorni.
Il rock non è mai morto, questo è un fatto. Certo si è evoluto, è cambiato ed ha assunto nuove forme, ma è interessante vedere come certe volte torni sui suoi passi. Questo è quello che ho notato ascoltando, frequentando i negozi di dischi (sì gente, esistono ancora); ci sono gruppi che stanno portando finalmente qualcosa di nuovo nei nostri giradischi. Attenzione: non parlo delle leggende che militano da ormai da infiniti anni – certo loro hanno contribuito a creare quello che oggi chiamiamo rock, e grazie a Dio (o chi per lui) ci permettono di godere ancora della loro musica – ma quando ci lasceranno, chi colmerà il loro vuoto? A vedere il mercato sembrerebbe che pochissimi siano veramente in grado di lasciare un’impronta così netta nella storia. Eppure qualcosa sotto terra si sta smuovendo.
Ci sono gruppi più o meno sconosciuti (ai più almeno) che stanno emergendo con qualcosa di davvero eccezionale; non parlo di rock unico e mai sentito prima d’ora, ma semplicemente di rock, con una caratteristica fondamentale: è bello e genuino. E per farvi godere l’effetto balsamico del belloegenuino su cui sto pontificando, vi ho acchittato LA PLAYLISTONA.
Partiamo da qualche nome un po’ più ciccione come i Black Keys (che con i loro 11 Grammy tanto sconosciuti poi non dovrebbero essere), i Them Crooked Voltures (ThemcroockedCHE? Andate a vedere da chi è composta la cricca, avrete una bella sorpresa) o Jack White, che con i suoi progetti – solo soletto, Racounters e Dead Weather – sta stravolgendo il rock riuscendo a rimanere in una buona parte fedele al passato.
Tutti gli altri sono ahimé sconosciuti ai più e non vedono l’ora di farsi ascoltare: Radio Moscow, Dutsuns, Monster Truck, Rival Sons, Simo e Wolfmother, fino ad arrivare a gruppi come i Royal Blood (basso e batteria. What else?) e i Portugal.The.Man, che ultimamente stanno tirando fuori le testoline dalla sabbia. I fattori comuni tra tutti questi gruppi (piccola rappresentanza di quello che è il nuovo inizio del rock) sono due: tutti hanno raccolto l’eredità del rock’n’roll e l’hanno riproposta rigenerata in qualcosa di nuovo; sono tutti gruppi moderni, tutti gruppi recenti o molto recenti, e questo fa ben sperare nel futuro della musica.
Detto questo, il vostro compito adesso è piuttosto semplice: ascoltare la playlist che ho assemblato su Spotify e godere di questa succulenta selezione di brani. Soddisfatti o rimborsati (non da me).
That’s a new beginnin’!
Stefano Valli