Ricordi? | L’amore rivissuto di Valerio Mieli
“Pensate che il passato, solo perché è già stato, sia compiuto e immutabile? Ah no, il suo abito è fatto di taffetà cangiante, e ogni volta che ci voltiamo a guardarlo lo vediamo con colori diversi.” Dice Milan Kundera in La vita è Altrove.
Valerio Mieli, con il suo ultimo film “Ricordi?”, riprende la tematica dell’elaborazione soggettiva del passato attraverso i ricordi, e lo fa in una forma sicuramente nuova per il cinema italiano, sorprendendo il pubblico e ponendolo davanti a un prodotto inaspettato, e questa è già di per sé un’ottima cosa.
Nel film di Mieli perde d’importanza la trama in sé (che infatti è sostanzialmente una storia d’amore molto lineare e in alcuni passaggi fin troppo prevedibile), ma tutto ruota attorno al ruolo che i ricordi giocano nella costruzione di una storia d’amore e, più in generale, di una vita. Potrebbe venire in mente “500 days of summer”, che riprendeva il tema del ricordo in una storia d’amore, ma il mood è molto diverso nel film di Mieli, che vuole trattare il tema in un modo meno leggero e più filosofico.
In “Ricordi?” non c’è sequenzialità temporale, soprattutto nella prima parte del film, che è indubbiamente la più riuscita, e non ci sono nemmeno elementi esterni che aiutino lo spettatore ad orientarsi (come ad esempio il conteggio dei giorni in “500 days of Summer”).
Si rimane quindi inizialmente spaesati dal montaggio frenetico di scene apparentemente non relazionate tra loro, da inquadrature cariche di surrealismo e da immagini quasi oniriche. È come essere immersi in un flusso di coscienza di cui non si conosce l’approdo.
Spesso, oltre alla frammentazione visiva, si aggiungono dialoghi che non combaciano con quello che vediamo sullo schermo: alle immagini è affidato il tempo del ricordo, al dialogo il tempo del presente, o viceversa.
Dopo l’iniziale spaesamento il meccanismo inizia a diventare chiaro: inutile cercare un ordine cronologico, una realtà oggettiva. Bisogna abbandonarsi al flusso dei ricordi: non ha senso chiedersi perché nella stessa scena la protagonista prima ha i capelli raccolti e un vestito bianco, mentre nell’inquadratura successiva indossa un lungo abito arancione e porta i capelli sciolti. Fa parte del gioco. Fa parte del meccanismo stesso del ricordo: una continua rielaborazione del passato che cambia in base alle persone che stanno ricordando e al loro stato d’animo del momento.
Questo meccanismo ci costringe ad essere spettatori attivi e attenti, per essere in grado di mettere insieme i pezzi e ricostruire il puzzle. Purtroppo il gioco si perde un po’ verso la parte finale del film, che diventa più lineare (e più prevedibile). Forse anche la lunghezza (quasi due ore) non aiuta a mantenere alto il livello per tutta la durata del film, ma nel complesso il tentativo è comunque molto interessante e godibile.
Mieli affida quasi tutto il film ai due attori protagonisti, l’ormai famoso e apprezzato Luca Marinelli e la meno nota Linda Caridi. Proprio lei si rivela particolarmente in parte, in grado di restituire con leggerezza un personaggio un po’ naïve.
È questa leggerezza ad aver fatto innamorare il protagonista maschile (i due non hanno nome), al contrario molto introspettivo e piuttosto tendente alla depressione. Il tema dei ricordi viene spesso analizzato, oltre che attraverso la forma stilistica del film, anche attraverso i dialoghi stessi tra i due protagonisti. Mentre lei tende ad abbellire i ricordi brutti, tanto che può affermare di non avere dei ricordi brutti, lui tende a esagerare gli aspetti negativi, forse addirittura a inventarli (piscine che colorano la pipì??).
Questa dicotomia di base tra Lei e Lui permette a Mieli di affrontare il tema della rielaborazione del passato con piglio filosofico, proprio come Kundera fa spesso nei suoi testi. I ricordi belli sono ancora più belli proprio perché sono solo ricordi? La realtà era davvero così bella nel momento in cui la stavamo vivendo? Oppure possiamo appezzarla a pieno solo guardandola con il senno di poi, una volta che è passata? E, se questa realtà riosservata da lontano è bella per me, lo sarà allo stesso modo anche per la persona che con me ha vissuto quell’esperienza?
Titolo originale: Ricordi?
Regia: Valerio Mieli
Anno: 2019
Cast: Luca Marinelli, Linda Caridi, Giovanni Anzaldo, Camilla Diana