Nel 2010 Einaudi pubblica Bestia di gioia, raccolta poetica di un’illuminata Mariangela Gualtieri.
Dentro questo titolo folgorante – bello come la montagna che piega l’orizzonte, il canto del verdone, il profilo dell’agnello – stanno le parole e i silenzi nati nelle campagne di San Mamante fra il 2007 e il 2008, che Mariangela ha orchestrato con eleganza e ben piazzati enjambement. Ha cantato la vita nell’essenza del fiato, l’acqua dalla fonte nella roccia, la fierezza dei fiori che, recisi, brillano arroganti di colore.
E poi ha cantato le comete.
“La cometa inseguita, e raggiunta, dalla missione Rosetta contiene gli ingredienti – alcuni – alla base della vita. In particolare: su 67P sono presenti la glicina, un amminoacido, tra i costituenti delle proteine (le macromolecole tuttofare della biologia) e il fosforo, l’elemento chimico che partecipa alla formazione delle membrane cellulari, del dna e dell’rna. A scoprirlo, neanche a dirlo, la sonda Rosetta che ormai monitora la cometa da quasi due anni. […] A suggerirlo era stato lo strumento di Rosetta Orbiter Spectrometer for Ion and Neutral Analysis (Rosina) a bordo della sonda, poco tempo dopo che il lander Philae aveva raggiunto la cometa.”
(da “Cosa significa che sulla cometa di Rosetta ci sono i mattoni della vita” – WIRED, 2016)
In questa poetica dell’origine siderale Mariangela Gualtieri si illumina, danza sul foglio per la storia incredibile di noi specie vivente polvere di stelle. Di noi che respiriamo dopo aver viaggiato per millenni e anni luce e vuoti entropici su rocce incandescenti a schivare le orbite del caso, fino alla periferia della Galassia.
Questo quartiere residenziale in un mare di latte fuori dal GRA.
La vita e tutto l’assoluto della natura, la maestosita’ del temporaneo e il respiro che disseta i polmoni, tutte le foreste e i ghiacci e i disegni nel cielo delle rondini concentrati anzitempo in pochi metri quadrati di superficie rocciosa, acqua sotto zero e amminoacidi essenziali. Mariangela Gualtieri guarda rapita nel buio dello spazio e nell’enigma della natura, e con queste parole mirabili narra il muto stupore di tutte le nostre origini.
Questo ghiaccio volante di luce che e’ come un giavellotto nelle Olimpiadi degli astri, scagliato lontano a portare una prima diapositiva del mondo ancor prima di bucare l’atmosfera della terra.
Questo bastimento abbagliante nel buio fra i mondi che e’ gia’ Creato sublime, stupore sfavillante, memoria futura di ogni cuore radice pensiero battito d’ali stelo di fiore fame cascata guaito foresta lacrima di gioia.
Questa roccia di speranza incontenibile a zonzo fra i corpi celesti.
*
Hanno detto che è stata una cometache impattando col duro della terra
ha portato l’acqua fra le pietre
del nostro pianeta.
Una cometa hanno detto.
Un ghiaccio volante di luce
come scagliato da altre stelle
fin qui. E dentro c’era
la legge della specie, la formula
del sangue e delle linfe
il timbro di ogni voce.
L’acqua è la perfetta chiave
che apre le forme scatenate.
L’acqua che ancora beviamo
è stata strascico di luce
viaggiante. Bastimento abbagliante
nel buio fra i mondi.
(da Bestia di gioia, 2010)