Poetica del gatto addormentato in braccio | Franco Marcoaldi

Poetica del gatto addormentato in braccio | Franco Marcoaldi

C’è uno stato di benedizione totalizzante – pari a tutta la ritrovata armonia del creato, l’abolizione di ogni malattia e la conquista della missitaliana pace nel mondo  – quando un animale ti si addormenta in braccio.

Franco Marcoaldi fa il poeta e vive sulla laguna di Orbetello. Dello stupore accecato per la beltà degli esseri viventi – soprattutto a quattro zampe – ha fatto un intero libro di poesie, Animali in versi, edito Einaudi nel 2006.

Qui asini, fringuelli, tonni, rondini disegnano un sentire illuminato nel regalo quotidiano che fanno agli esseri umani camminando loro accanto, spesso solo dall’altezza dei talloni – a cui siamo invitati ad abbassarci, per guardare tutt’altro mondo attraverso occhi senza tanti inutili filtri.

Fra queste poesie Franco Marcoaldi sceglie il titolo di Cavalieri e fanti per celebrare quel piccolo (grande) miracolo domestico che accade quando un cane o un gatto ti si adagia in grembo, e con la lentezza del loro fiato anche il tuo respiro si calma, e anche tu con loro ti addormenti.

Canta la quiete universale che ci fa sognare con i cani, quando trema giusto qualche punta di zampa o d’orecchio, e siamo in realtà senza drammi un unico corpo dormiente nel morbido ritmo terrestre.

Canta la poetica di un gatto addormentato in braccio, e quella pace connessa all’essere stati scelti scientemente fra altre numerose opzioni di cuscino: quel rasserenato sentire di essere al posto e al momento giusto, torace sotto torace ronfante, e allo stesso tempo fuori dal mondo, persi nella felicità fugace d’accarezzare una miniatura di tigre.

Canta, più di tutto, il sentire unico del sonno di tutti noi esseri viventi – con o senza pelliccia, con o senza diritto di voto – nell’essere in fondo particelle elementari di una stessa beata natura, senza distinzioni di casta o grado. Stessi cuori a passo lento, persi in un abbraccio di benedetto riposo.

*

Se aveste mai dormito con un gatto
o con un cane adagiato sopra al grembo,
ora conoscereste un altro sonno –
anch’esso animato da sogni
e da fantasmi, ma indenne da mentali
avvitamenti e conseguenti crucci e vacui spasmi –
proteso al cuore originario della vita:
l’Uno da cui siamo venuti tutti
e a cui tutti torneremo.

Se aveste mai dormito con un gatto
o con un cane adagiato sopra al grembo,
ora sapreste cos’è la vera pace:
la felicità di assentarsi
dal frastuono e assieme
la prontezza di non mancare
mai all’appuntamento buono.

Se aveste mai dormito con un gatto
o con un cane adagiato sopra al grembo,
ora sapreste che la metamorfosi è possibile –
che uomo e gatto e cane sono
entità volatili cangianti: nel sonno
condiviso scompaiono le stinte
gerarchie tra cavalieri e fanti.

Franco Marcoaldi

Cavalieri e fanti

da Animali in versi, Einaudi, 2006

Ragazza addormentata con gatto, 1880
[entrambe le opere in questo articolo sono di P. A. Renoir]

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