Perfume Genius: ritratto del giovane in fiamme
“sei quello che cantava, vero?”
“sì, scusa. Lo sentivi dal palco?”
“sì. Ma era carino”
Sono le uniche cose che – dopo un abbraccio di ringraziamento per quanto aveva appena regalato – sono certo di aver detto a Michael Hadreas (cioè Perfume Genius), la sera che suonò al Magnolia a fine estate 2014.
Era l’ultimo mese di quella che avrei poi chiamato la mia vita precedente, quella in cui ancora stavo a Crema quando già sapevo che mi sarei trasferito a Bologna nel giro di qualche settimana. Lui, invece, si stava preparando al primo, grande salto nell’ignoto art-pop di una carriera che fino ad allora contava due album di zuccherosi bozzetti per piano, rumori, scricchiolii d’ossa, oversharing dolorosissimo e voce. Meravigliosi, per quel che mi riguarda, tanto che di Put Yr Back N 2 It parlai in un corso per bibliotecari sulla musica che sarebbe stato bello che gli adolescenti scoprissero.
A pensarci ora, però, il rischio era che Hadreas si trasformasse nel cantore derelitto di un passato di dipendenze di vario tipo e una storia familiare violenta. In Dark Parts, il brano più noto del suo primo repertorio, il testo raccontava esplicitamente della violenza sessuale subita dalla madre per mano del nonno del ragazzo e non andava proprio per il sottile: “le mani di Dio erano più grandi degli occhi di tuo padre, ma comunque è riuscito a spezzare l’elastico che avevi in vita. Ma non potrà più farti del male, piccola”.
Lo sciogliersi dei nodi stava alla fine, nella volontà di prendersi parte di quel dolore sulle proprie spalle e toglierlo alla madre, mutuandone un pensiero fisso: “non sei avvelenato dalle tue esperienze, non possono distruggerti. E questa canzone è un testamento per quel modo di vedere le cose”. Da lì è sgorgato un mondo tutto diverso, inaspettato, affamato di un futuro non ancora scritto.
no family is safe
when I sashay
E così sono arrivate Queen, la grandeur kitsch, la scoperta del corpo e l’esibizione fiera di una sessualità positiva e famelica: la crescita di Perfume Genius non s’è più fermata e, se Too Bright rimarrà forse il suo lavoro che mi terrò per sempre stretto al cuore, la sua evoluzione verso l’artsy e il barocco è andata rivelandosi come una delle più compiute e centrali dell’ultimo decennio. Il successivo No Shape, finora il più coraggioso e multiforme della produzione, è stato acclamatissimo dalla critica ottenendo pure un relativo successo di pubblico; l’oro di brani come Otherside e Slip Away è colato perfino in film e serie tv (Booksmart, The Goldfinch, 13 Reasons Why, Atypical).
Ogni lavoro, una collezione di canzoni sempre più elaborate eppure iper-comunicative; ogni canzone, un momento di passaggio necessario per lui che la scrive e noi che l’ascoltiamo: prima del nuovo disco, Hadreas ha rilasciato Eye in the Wall, nove minuti ansiosi e ansimanti di una collaborazione con la coreografa di Seattle Kate Wallich e la compagnia di danza The YC. Perfume Genius “parla da un pulpito e la sua chiesa è il club”, ha scritto Pitchfork: nessuno, io credo, avrebbe potuto sperare in simili enormità, a inizio carriera; gli volevamo bene, certo, ma sotto quella pelle sottile, dietro a quegli occhi spesso tumefatti, forse non immaginavamo si nascondesse davvero il talento di un genio.
Quando qualche settimana fa un amico mi ha taggato nel consueto gioco-da-quarantena sui “venti dischi che hanno segnato la tua vita”, sapevo che non mi sarei fermato lì: è troppa la musica che mi ha cambiato nel corso degli anni, e non smette di farlo perché io stesso non sono mai la persona che ero due secondi prima. Proprio per queste ragioni personali e il senso di necessità escapista e voglia di cambiamento che questo artista straordinario irradia ormai con la semplice presenza, non mi è sembrato assurdo scegliere per la mia selezione Set My Heart On Fire Immediately che era fuori solo da due giorni.
Perché il tuo corpo cambia tutto.
the lock on the door
is barely holding
can you just wait here with me?
can you just wait here with me?
Il fisico scolpito e fiero – ultra-macho, volutamente fuori tono – che campeggia nel bianco-e-nero di copertina e nelle foto interne dell’edizione in doppio vinile non potrebbe essere più lontano dall’immagine scheletrita e piena di lividi delle interviste, degli artwork e dei video d’inizio anni Dieci (indimenticabile quello di Hood, con Hadreas minuscolo cullato dalle braccia possenti dell’attore pornografico ungherese Arpad Miklos, che si sarebbe tolto la vita solo un anno dopo). Niente di più adatto per introdurre un altro ciclo di brani memorabili che ruotano intorno a un concetto splendidamente espresso dallo scrittore Ocean Vuong in un saggio spedito ai critici musicali insieme all’album: “il corpo (queer, curativo, problematico, ferito, possibile, meraviglioso), cantando, proietta se stesso nel proprio futuro”.
Describe, primo singolo ad anticipare Set My Heart On Fire Immediately, ci aveva già preparati a ciò che sarebbe arrivato. Uno slow suadente, sensuale e penetrante, con chitarre rumorose, memori della lezione dei Jesus & Mary Chain, e un video dall’evidente production value – notevolissima la fotografia: sgranata, nostalgica, nineties – che metteva in forma di balletto lotte, lacerazioni e amplessi collettivi. Una di quelle cose di cui si potrebbe ridere, a vederla su YouTube; ma immaginatela nella penombra di un palco di un teatro off e vedrete che improvvisamente sarà perfetta, a dimostrare ancora una volta la consapevolezza con cui Perfume Genius maneggia l’aspetto visivo della propria arte.
A metà marzo, invece, era stata la brezza eighties funk pop di On The Floor a offrire un nuovo, gustoso antipasto, con un altro bel videoclip diretto dallo stesso Hadreas in cui il nostro compariva in canottiera, sigaro, olio da meccanico e addominali d’ordinanza, alle prese con una danza prima in solitaria e poi di coppia: “volevo mostrare quella parte esasperante e solitaria del desiderio, ma conservare il cuore del concetto: un calore reale, e la convinzione che c’è qualcosa di importante da condividere con gli altri”.
Ancora una volta, era la danza lo strumento che Perfume Genius aveva scelto per scendere in mezzo a noi e manifestarsi nel mondo reale.
half of my whole life is gone
let it drift and wash away
it was just a dream I had
it was just a dream
Comincia con la consueta ballad sospirosa, Set My Heart On Fire Immediately: come se si svegliasse da un sogno e cominciasse solo ora a vivere, Hadreas sceglie il terzinato dolcissimo di Whole Life per introdurci al suo nuovo mondo. Lo stesso candore verrà replicato poco più avanti in Jason, di contro grafica in un testo ammantato anche di una certa ironia (lui è nudo sul letto, l’altro manco perde tempo a togliersi gli stivali); Without You, invece, ancheggia con una levità pop che somiglia al vento che s’infila sotto i vestiti e che non sarebbe per niente parsa fuori luogo in Hatful Of Hollow (fosse stata una A-side come William, It Was Really Nothing non avrei avuto davvero nulla da obiettare).
Ci sono le soundtrack anni Ottanta rivoltate come un calzino e re-immaginate – come quella Your Body Changes Everything che suona come un Refn che finalmente abbia trovato qualcosa da dire oltre che un vestito buono da mettere ai propri film – e c’è il noise poetico di Describe replicato in Some Dream e Nothing At All – due relazioni raccontate in momenti diversi, con la consueta arguzia lirica: fiammeggiante la prima (“you can say what you want / but I already know / our body is breaking down / to a single beat”), desolata la seconda (“I know you called me and I didn’t pick up / I was busy freaking out / and all that time spent perfecting my body / now there’s nobody around”).
Ovviamente solo il tempo dirà se Set My Heart On Fire Immediately sarà capace di durare quanto gli illustri predecessori a firma Perfume Genius, ma sembra davvero tutto al posto giusto in un album che fin d’ora sembra guadagnarsi lo status di classico contemporaneo; in attesa di saperlo, c’è da godersi questa nuova emozione troppo grande per stare nascosta sotto la pelle. Un’emozione che, ha raccontato Hadreas al Guardian, è il tentativo di ricreare con le proprie mani la magia della prima volta che ascoltò artisti – in particolare donne come Liz Phair e la sua versione mainstream Alanis Morrissette – che parlavano di sesso e sessualità in maniera esplicita e senza alcun tipo di vergogna:
“Stai facendo la musica che avresti voluto ascoltare da ragazzino?”
“Sì”, risponde Hadreas sorridendo, “amo questa cosa. Voglio dire: per me è tutto lì”.
Titolo: Set My Heart On Fire Immediately
Autore: Perfume Genius
Etichetta: Matador
Durata: 50’
Anno: 2020