Perfection, di Karen Lin
Una vita impostata sulla ricerca della perfezione, sul completamento di un progetto iniziato quando si era in fasce. È possibile? Oppure qualcosa, prima o poi, si incrinerà, rompendo l’armonia? Karen Lin realizza questo pensiero con Perfection, un lucido biancoenero che segue la vita di una bambina, che diventa ragazza e poi donna. Nella ricerca – imposta – della perfezione.
L’imposizione diventa, col tempo, forma mentis e lo scopo di una vita diviene finire questo gioco metaforico, che si chiama, appunto, Perfection. Una vita scandita dal timer del gioco, dal metronomo e dalla madre, che la instrada sulla via del violino e della carriera. Per quanto è possibile andare avanti?
La regia è molto attenta nel mostrare sempre e solo la protagonista e al massimo particolari dell’ambiente intorno, delle persone, della madre. Stupisce – ma forse non più di tanto – la mancanza di una qualunque relazione sentimentale. Il montaggio alterna bene i tempi e crea ottimi passaggi temporali fra le varie età della vita della protagonista.