Pearl, di Patrick Osborne
Candidato agli Oscar 2017, Pearl di Patrick Osborne è il primo cortometraggio (potremmo dire film, in generale) realizzato in realtà virtuale ad ottenere riconoscimenti di questo calibro. Si tratta della storia della crescita, anagrafica ed emotiva, di un rapporto padre-figlia, vista dalla prospettiva in prima persona del passeggero della macchina in cui le vicende hanno luogo. La musica country e la vecchia macchina non sono solo cornici, ma si fanno esse stesse narratrici della vicenda, colonne portanti di una storia senza parole, ma densa di sentimenti. Le stagioni della vita, con le loro problematiche, si susseguono come le stagioni dell’anno ed il corso del giorno. A momenti diurni, infatti, si sostituiscono sempre di più scene notturne o crepuscolari.
La particolarità di un cortometraggio altrimenti “standard” (benché molto ben girato) è l’utilizzo della tecnica di visualizzazione in VR. Lo spettatore, con appositi visori o semplicemente trascinando il mouse, può osservare a 360 gradi il mondo di Pearl. Come in Feast, vincitore dell’Oscar per il Miglior Cortometraggio nel 2014, Osborne sembra più interessato al punto di vista, che alla vicenda narrata. L’esplorazione del punto di vista dello spettatore è interessante quanto rischiosa, soprattutto se sovrapposta alla nuova tecnologia di realtà virtuale. Non solo per il rischio di iper-esprimere un gusto voyeristico tipico del cinema (che il corto, comunque, trasmette). Da un lato permette di sviluppare molti più particolari e background stories, quelle relegate ai dettagli; dall’altro, però, impone al regista ed alla fotografia molte meno decisioni. Alla domanda “quale realtà mostrare“, cui ogni regista si sottopone costantemente, si sostituisce la possibilità di mostrare (quasi) tutta la realtà di una vicenda.
Potrebbe essere l’inizio di una nuova visione del cinema o la fine dell’idea di regia, così come la conosciamo. Intanto, però, godiamoci il cortometraggio e facciamoci trasportare sulle note della musica country.
[…] cambiando e nuove piattaforme come Netflix sono (almeno in parte) il futuro. La candidatura di Pearl per Miglior Cortometraggio d’Animazione è l’ennesima prova. Chi non se ne rende conto, rimarrà […]