Otto canzoni di Guccini (che forse non sapete)

Otto canzoni di Guccini (che forse non sapete)

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Gli ottant'anni di Francesco Guccini

Guccini ci ha raccontato di amori e osterie, di uomini e città, degli anni in cui in Italia “scoppiava finalmente la rivolta”, e infine della sua amata Pavana, sull’Appennino Tosco Emiliano.

Guccini ha cantato tutto ciò che siamo e spesso anche ciò che non siamo con il sacro dono della parola giusta, sempre. Infatti ha scritto testi lunghissimi che a distanza di decadi possiamo ancora recitare per intero, come la messa.

Prima di ritirarsi in Appennino Guccini ha fatto concerti incredibili in cui tutti dovevamo rimanere seduti (spesso a terra) fino alla fine. Ci concedeva di alzarci solo per le ultime due-tre canzoni, giusto in tempo per lasciarci invocare con lui il trionfo della giustizia proletaria.

Lo celebriamo oggi, nel giorno del suo ottantesimo compleanno, selezionando dal suo infinito repertorio otto piccoli capolavori, ingiustamente poco conosciuti.

Magari li sapete, in caso contrario… buon ascolto. 


1-SAMANTHA

”E un piede contro il muro è lì che aspetta perché vuole parlare di niente, forse d’amore ma non sa che dire, con le parole quasi lombarde che non sanno uscire”

Come Guccini sia riuscito a inserire in una canzone due frasi durissime e impronunciabili come “policentro attrezzato comunale” e “ogni altro ammennicolo urbanistico” rimane un mistero. Soprattutto senza scalfire minimamente la perfezione di un racconto che è quasi un fermo immagine, un flash di pochi secondi su due ragazzi, Samantha e Andrea, in una grigia periferia milanese. 


2- DON CHISCIOTTE

“Mio Signore, io purtroppo sono un povero ignorante e del suo discorso astratto ci ho capito poco o niente, ma anche ammesso che il coraggio mi cancelli la pigrizia, riusciremo noi da soli a riportare la giustizia?”

Don Chisciotte è uno dei tanti capolavori dell’album Stagioni ma è soprattutto un duetto epico tra Francesco e il suo storico chitarrista, Juan Flaco Biondini nel ruolo di Sancho Panza. Guccini racconta che la canzone nacque ai tempi di Cirano e proprio come Cyrano Don Chisciotte è l’esempio di un “personaggio del passato che serve ad inquadrare meglio il presente”.


3- I FICHI

“Temo che questa chitarra sia orrendamente scordata, ma il pezzo è giusto con la chitarra orrendamente scordata.”

L’album incredibile D’amore di morte e di altre sciocchezze si conclude proprio con una sciocchezza, cioè con una folle registrazione live in cui Francesco mischia il canto e il cabaret, come già avvenuto nell’album Opera Buffa e in pezzi come La Genesi o La fiera di San Lazzaro.
Lui dice: “quanto alle battutacce e alla volgarità che ogni tanto colorano i miei dialoghi con il pubblico, è in effetti l’emergere della mia natura emiliana, di pianura, che accanto a quella montanara è una natura del mio carattere. È quasi dialetto in italiano”.


4- SHOMÈR MA MI-ILAILAH?

“Cadranno i secoli, gli dei e le dee, cadranno torri, cadranno regni e resteranno di uomini e idee, polvere e segni.”

Il titolo in ebraico è tratto da un verso del profeta Isaia traducibile in “Sentinella, a quanto della notte? A che punto è la notte?”. Il brano, incredibilmente sacrale ed evocativo porta in sé il dubbio, la paura, e la speranza di un’attesa notturna nel deserto. Shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell…


5-ODYSSEUS

“E fuggendo si muore e la mia morte sento vicina quando tutto tace sul mare, e maledico la mia sorte. Non trovo pace”

Odysseus è un incredibile compendio di tutto ciò che ci è stato tramandato sulla storia di Ulisse partendo da Omero fino ad oggi. Ricordo il giorno in cui comprai l’album Ritratti e lo lo aprii come uno scrigno, dopo anni di attesa dal primo ascolto in anteprima di alcuni di quegli inediti, in un live a Parma. Ricordo anche di aver letto tutti i testi di un fiato nel bar della stazione di Cremona, prima ancora di sentirli cantati. Mi colpì da subito quel sottotitolo a Odysseus “con ringraziamenti e scuse a Omero, Dante, Foscolo, C. Kavafis, J. C. Izzo, A. Prandi.”


6- L’ISOLA NON TROVATA

“…Ma bella più di tutte l’isola non trovata, quella che il Re di Spagna s’ebbe da suo cugino,
Il Re di Portogallo, con firma suggellata. E bulla del pontefice in Gotico-Latino…”

Title track dell’omonimo album, questa canzone sembra veleggiare sul mare. Già dalla prima strofa la sensazione è di capitare in mezzo ad un discorso già iniziato. In una manciata di secondi si viene trascinati  in storie di corsari, marinai, reali di Spagna che fanno vela inseguendo la “splendida utopia” di un’isola che forse non c’è. È lo stesso mondo di Asia, altro capolavoro che chiude l’album, universo di mercanti, ori, tesori e stive e fiori tropicali.


7- E UN GIORNO

“Capirai che tuo padre ti è uguale, lo vedrai un po’ folle un po’ saggio, nello spendere sempre ugualmente paura e coraggio”

Delle due canzoni che Guccini dedica alla figlia una è Culodritto, dedicata a Teresa ancora bambina e impegnata ad andare via “con il culo diritto” espressione padana che indica chi se ne va impettito e offeso. Qui invece Francesco parla a una figlia ventunenne e in bilico tra l’adolescenza e l’età adulta, tra i poster sul muro ed i dischi graffiati, e il piano lasciato anni fa su due accordi.


Francesco racconta “Ho notato con piacere che questa canzone ha commosso molti, tra cui Antonio Marangolo, che al momento di partire con il sax, è rimasto impietrito, con il groppo in gola”


 8-LA ZIATTA

“Al so stèr da per lèe l’è un sò amigh da tant’an ch’a l’ ch’gnass tòtt i sòo quèl fin al pighi dla man”

La Ziatta non è propriamente una canzone di Guccini. Ma è un eccezionale lavoro di traduzione dal catalano al dialetto emiliano di un pezzo di Joan Manuel Serrat La Tieta (la zietta). È anche la testimonianza di una ricerca sulla propria lingua che ancora adesso Guccini sta portando avanti con il libro Tralummescuro e con l’ultima canzone-poesia Natale a Pavana, quest’ultima strappata quasi con l’inganno da Mauro Pagani a un Francesco che ormai da anni si rifiuta di ascoltare musica e di cantare.

Le citazioni in cui Guccini racconta o spiega le sue canzoni sono tratte dal libro contenuto nel cofanetto “Francesco Guccini, Parole e canzoni” edito da Einaudi nel 2000 (libro + VHS).

Sì, lo possiedo perché sono anziana.

 




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