NAMI LAB – Di musica e intelligenze artificiali
Capita che un giorno un appassionato di informatica e di musica metta insieme le proprie conoscenze e dia origine a una nuova forma di progresso. Si può riassumere così la concatenazione di eventi all’origine della storia imprenditoriale di Simone Geravini, un ragazzo di 35 anni che ha creato NAMI LAB. NAMI è una startup tutta italiana, di Monza, che sviluppa “sistemi di intelligenza artificiale applicata a contesti creativi” e “insegna ai computer a riconoscere accordi musicali”. L’obiettivo (conseguito) del progetto è quello di insegnare a delle macchine delle abilità che sono tipiche dell’intelligenza umana. YALP è, invece, il nome del primo “programma” sviluppato da NAMI, attraverso il quale “abbiamo insegnato al computer a riconoscere gli accordi musicali proprio come farebbe una persona esperta di musica, con tanti anni di studio alle spalle”.
Chi è, quindi, Simone Geravini?
Sono un informatico e un musicista di 35 anni. Posso dire che la musica ha sempre fatto parte della mia vita. Discendo da una famiglia di imprenditori e musicisti. Mio nonno, infatti, era un musicista che ha fondato un’azienda che si occupava di edizioni musicali subito dopo la guerra, poi l’ha passata a mio padre, e così via. Informatico, invece, perché è il mio lavoro: mi occupo di sistemi di pagamento digitali per banche.
Quando è arrivata l’idea di NAMI LAB/YALP?
L’idea è nata quando ero al Politecnico e nel mentre si è trasformata. Mentre aggregavo il team è nato YALP. Abbiamo visto la possibilità di trascrivere gli accordi partendo da un file audio. Ci abbiamo messo su la testa e abbiamo scoperto un mondo da esplorare dal punto di vista tecnologico.
Mi faresti una presentazione di YALP “for dummies”?
YALP è una web app che permette di trascrivere gli accordi musicali partendo da un file audio. La user experience (la fruizione finale dell’utente, ndr) è questa: sono un utente, voglio imparare a suonare la mia canzone preferita. Vado sul sito YALP, cerco il file audio e in 10 secondi avrò gli accordi e potrò prendere in mano la mia chitarra. Tutto questo è completamente gratuito e sempre lo sarà.
E se uno non fosse a PC? Sto pensando alla fruizione outdoor. E’ più probabile che una voglia così venga in un parco, una sera intorno a un fuoco, in vacanza sperduti in mezzo al nulla…
Stiamo preparando l’applicazione mobile per il “vagabond playing”. Per consentire di suonare da ovunque. Stiamo anche creando il più grande database al mondo di accordi con circa 1 milione di brani. Credo lo lanceremo entro la fine dell’anno, inizio del prossimo. Infine, stiamo preparando un “refactoring tecnologico basato sulle reti neurali”.
Prego?
In sostanza NAMI LAB si occupa di intelligenza artificiale applicata in contesti creativi (come la musica, appunto). Le reti neurali, invece, sono modelli matematici creati per simulare il comportamento dei nostri neuroni. Siamo nel mondo dell’intelligenza artificiale come contesto, nonché nel momento come periodo. Uno dei miei soci è un matematico di livello e musicista. Mattia Bergomi, una persona ferratissima. L’altro, invece, è un informatico: Vincenzo Picariello. Insieme stiamo lavorando a questo “refactoring” che serve per aumentare l’accuratezza delle trascrizioni.
Ok. Insomma, state insegnando al computer come migliorare se stesso? Gli state dando “ripetizioni”?
A oggi abbiamo insegnato a un computer a riconoscere accordi musicali come farebbe l’orecchio di un musicista con un’accuratezza dell’85%. Con le “reti neurali” vogliamo aumentare al 95% l’accuratezza. La rete neurale ha la capacità di apprendere in modo dinamico e migliorare nel tempo. Può evolvere nel tempo la propria capacità di apprendimento. Le reti vengono allenate come “piccoli cani”: con meccanismi in cui si insegna cos’è la cosa giusta e per similitudine si creano connessioni per cui nel momento in cui si rivive uno stimolo si attiveranno determinati comportamenti piuttosto che altri.
A quanti utenti siete arrivati? Come sta andando?
Il sito cresce mese dopo mese. Il target medio è tra i 15 e i 45 anni. Paesi di provenienza: Giappone, Stati Uniti, Italia, Germania e UK. La crescita è del 30% mese su mese per visitanti e registrati con distribuzione uniforme in tutto il mondo. E non abbiamo ancora iniziato un vero e proprio advertising. Solo traffico naturale sul sito www.yalp.io
In una fase in cui ci sono sempre meno fondi per i giovani artisti emergenti, non ti sembra di dare una pugnalata nella schiena al mondo dei musicisti, così? In assenza di un canzoniere o di un booklet, il lavoro di YALP era svolto dagli insegnanti di musica che esaudivano i desideri dei loro alunni…
Non credo, perché in realtà i benefici che imparare a suonare uno strumento apportano al cervello di chi lo fa, sono superiori a chi uno strumento non lo può suonare o non lo sa suonare. Quindi la vocazione di YALP è quella di democratizzare l’accessibilità a un tipo di informazione, ovvero il mondo degli accordi. Un fondamento didattico è particolarmente presente. Anzi, persone che prima manco sognavano di prendere la chitarra in mano, si avvicineranno sempre di più a uno strumento, quindi inizieranno a cercare maggiori informazioni. Il tuo livello culturale e la tua capacità critica, quindi, così si eleveranno comportando benefici culturali distribuiti.
Quindi se io fossi un ragazzo che dà lezioni di musica e fossi molto intelligente, dovrei diventare inserzionista su YALP?
Ni. Se tu insegnassi musica dovresti utilizzare YALP come strumento con i tuoi allievi dicendo: “ti puoi esercitare meglio anche a casa. Invece di vedere i soliti 4 accordi vediamo qualcosa che sia decisamente superiore”. Quando ero più giovane insegnavo chitarra e passavo metà delle mie lezioni a insegnare Ligabue,e classiche canzoni da canzoniere. Se invece le persone possono già accedere a queste informazioni, iniziano a desiderare un livello superiore: scale, armonia Jazz, contrappunto.
Nel panorama della cultura musicale italiana (e internazionale) cosa pensi possa aggiungere il tuo progetto?
Può dare la possibilità a chiunque di accedere a un minimo di informazioni che creano poi la gola e la voglia di approfondire e avere maggiore interessi .
Cosa cambieresti dello scenario attuale?
Del panorama musicale italiano vorrei stimolare di più la possibilità di suonare live nei locali. E YALP su questo può essere d’aiuto perché ti permette di imparare a qualsiasi canzone in breve tempo.
NAMI applica “intelligenze artificiali” in “contesti creativi”. Siamo destinati a perdere il piacere di fare e di godere della musica come frutto unico della mente e delle mani dell’uomo?
No. E ti spiego perché. E’ come aver scoperto il fuoco e non utilizzarlo perché si ha paura di scottarsi. Nel momento in cui ci ricordiamo, perché abbiamo preso coscienza, del fatto che noi accendiamo il fuoco e lo spegnamo, cioè lo dominiamo, abbiamo uno strumento che ci permette di non preoccuparsi dei dettagli, ma consente di avere una visione generale che permette di spaziare e allargare orizzonti.
Poi sta a noi vincere la scommessa e non finire a dipendere dalle forme di intelligenza artificiale.
Per concludere, ti faccio la domanda di rito di SALT. Cos’è per te, il sale della vita?
Per me sono le relazioni sociali e ho sempre trovato che la musica, in tutte le sue declinazioni, sia stata e sia un esaltatore delle relazioni sociali. Un concerto, mille persone che non conosci, diventano persone che impari a scoprire di fronte alla stessa cosa. Senza bisogno di comunicare riesci a guardare nella stessa direzione. E’ proprio un sale: un esaltatore di sapore che passa per le nostre orecchie sotto forma di musica.