MMM Corones e Lumen Museum | Alto Adige
Due musei oltre i 2000 metri a Plan de Corones
Che le Dolomiti fossero il non plus ultra del concetto più puro di “montagna” non era per me un mistero. Ho sciato maldestramente per i primi 15 anni della mia vita sulle piste di San Cassiano, in Val Badia, terrorizzata da ogni maestro di sci in tuta blu che impartiva ordini in tedesco a noi seienni alti mezzo metro.
Nell’estate 2020, guidata da viaggi più cauti e orgogliosamente italiani, scopro che l’Alto Adige è sinceramente straordinario anche in questa stagione. Prendere la cabinovia a Riscone, nel cuore della Val Pusteria (dintorni di Brunico) è un po’ come andare a Gardaland ma con meno fila e senza i getti rinfrescanti: come ogni impianto sciistico, si passano i tornelli di metallo strisciando il pass sul display et voilà, si entra in questi ovetti di metallo e vetro che ti trasportano felicemente fino a 2275 metri. In alternativa, partendo da San Vigilio di Marebbe, una comoda passeggiatina di 4 ore con pendenza del 2305280% vi porterà allo stesso punto.
Curiosamente, scegliamo la prima opzione.
Eccoci a Plan de Corones, probabilmente il più famoso comprensorio sciistico dell’Alto Adige.
Però è inizio luglio, quindi la neve è solo un lontano ricordo e tra gli sparuti visitatori sono ancor meno i coraggiosi che azzardano i pantaloncini corti. Spoiler: sono tra questi e non ci posso credere manco io! I lettori più pop si ricorderanno, forse, che Plan de Corones è stata scelta anche da Jovanotti come tappa straordinaria del suo JovaBeachParty. Se non erro, il meteo non fu dei migliori quella sera, ma credo che la location abbia rimediato anche a quello.
Messner Mountain Museum – MMM Corones
“MMM: una forma di escursionismo che unisce natura e cultura.”
Luigi Zanzi (storico)
Non avevo mai visto nulla di simile.
L’architettura del MMM Corones vale il viaggio di per sé, anche senza mettere piede nel museo. Progettato da Zaha Hadid (sì, proprio lei – vi dice niente City Life a Milano?) nel 2015, l’edificio taglia magnificamente la montagna, come fosse parte integrante della roccia. Guardandosi attorno si possono scorgere le immense pareti delle Dolomiti e delle Alpi, ed è letteralmente impossibile non restare ammaliati dalle ampie vetrate che riflettono le cime circostanti.
Il MMM Corones è una delle sei sedi che compongono il Messner Mountain Museum, il progetto museale voluto da Reinhold Messner, noto alpinista divenuto celebre soprattutto per essere stato il primo uomo al mondo ad aver scalato l’Everest nel 1978 senza ricorrere ad ossigeno supplementare. Rileggendo la sua impresa, ho i brividi. Rileggete anche voi: è assurdo!
Il Sud Tirolo, comunque, è la culla di queste sei strutture culturali dedicate ad ogni aspetto della montagna (non solo delle Dolomiti, per altro) ed invitano proprio il visitatore ad un incontro ravvicinato con ogni vetta, nel rispetto della natura stessa.
Probabilmente il MMM Corones è la sede più celebre tra le sei ed è dedicato all’alpinismo tradizionale, arte primaria di Messner. Il museo ripercorre l’evoluzione dell’alpinismo degli ultimi 250 anni, ma mi sento di potervi garantire che non è necessario essere grandi appassionati né abili scalatori per apprezzarne il contenuto: il fascino della montagna sull’uomo è un concetto così filosofico che va ben oltre l’impresa sportiva dello stesso.
Le dimensioni all’interno sono contenute, ma i quadri raffiguranti le Dolomiti, i giochi di luce ed ombra creati dalle vetrate del museo stesso e gli oggetti personali di Messner (ci sono addirittura una bombola d’ossigeno non utilizzata e uno dei suoi picconi rompighiaccio!) vi rapiranno per diverso tempo. Lasciatevi quindi trasportare dalle storie degli scalatori, dall’evoluzione della loro attrezzatura nel corso dei decenni, dall’infanzia già alpina di Messner e dalle sue imprese sovrumane.
Lumen – Museum of Mountain Photography
Se pensate che dopo aver visto il MMM Corones possiate tornare a casa entusiasti, sappiate che entrare al Lumen è un’esperienza mozzafiato. 1800 metri quadri di museo, stagliati su tre piani, interamente dedicati alla fotografia di montagna.
All’ingresso consigliano di partire dall’ultimo piano e scendere lentamente, seguendo il ritmo di una pista da sci colore blu.
Salendo in ascensore penso all’importanza della fotografia come prova tangibile delle imprese compiute dagli avventurieri più temerari: avete presente Vittorio Sella? Ecco. Oggi nemmeno ci facciamo più caso: un iPhone nella tasca, una GoPro agganciata allo zaino e si sale come nulla fosse. Pensate invece che le prime attrezzature fotografiche potevano addirittura raggiungere un peso complessivo di 250kg e – ahimè – alcuni pionieri (verrebbe da dire “benedetti folli”) dovevano caricarsele fino alla vetta per immortalare le scalate più impavide. Confesso di essermi sentita lievemente in colpa per essermi lamentata all’incirca una settimana del peso della mia reflex.
Il Lumen è un museo molto recente, aperto al pubblico soltanto nel dicembre 2018, e sorge dove un tempo si trovava la stazione della Kronplatz, a monte della funivia di Plan de Corones, oggi distante qualche centinaio di metri. Al suo interno, la storia della fotografia alpina e i più moderni sviluppi digitali dell’ambito trovano una sinergia vincente, ricordando al visitatore quanto si sia evoluto il settore della fotografia nel corso dell’ultimo secolo. Al terzo piano vi aspetta anche la riproduzione fedele di una camera oscura, così come una Nikon smontata in ogni sua minuscola e ingegneristica componente. Credetemi, fa impressione.
Altro consiglio: non perdetevi la sala dello “Shutter”, nella quale un otturatore fotografico riprodotto in dimensioni abnormi svelerà a poco a poco un panorama sensazionale. Si tratta di un connubio più che riuscito tra tecnologia di ultima generazione e natura, sempre lei, maestosa come solo le Dolomiti possono esserlo. Quando lo shutter è chiuso, invece, viene proiettato un film sulla montagna, così, per non farsi mancare nulla.
AlpiNN – Food & Restaurant
Non sono solita recensire ristoranti, eppure ritengo che il ristorante AlpiNN – che ha sede, per altro, nello stesso edificio del Lumen – sia molto più di un ristorante, anzi, è parte integrante del viaggio.
Riporto una prova provata per convincere anche i più scettici:
Tra un museo e l’altro ad alta quota, si rivela vincente l’idea della pausa pranzo all’AlpiNN, dove vige la filosofia culinaria del “Cook the Mountain” dello chef Norbert Niederkofler. Ogni prodotto alimentare presente sulla vostra tavola è in sintonia con lo spirito della montagna, intesa come assoluta protagonista dell’esperienza, come grande alleato e come risorsa da tutelare. Non perdete il Kaiser-misù e caffè Quota, scomposto e vincente.
Nota rilevante: la carta dei vini è grande il doppio del menù.
Emulando il buon Alessandro Borghese darei 10 (solo perché non posso dare 11) alla location, 8 al menù, 9 al servizio, 7 al conto finale.
My 2 cents.
INFO UTILI
- MMM Corones | http://www.messner-mountain-museum.it/it/corones/museo/
- Lumen Museum | https://www.lumenmuseum.it/it-it
- Ristorante AlpiNN | https://alpinn.it/it/
- Sito ufficiale Alto Adige | https://www.suedtirol.info/it con #quellocheamo
- Biglietto “Kombiticket” che include cabinovia Riscone + MMM Corones + Lumen ad un costo complessivo di 36€
[supplied]