Marriage Story, la fine e l’inizio per Noah Baumbach

Marriage Story, la fine e l’inizio per Noah Baumbach

Premessa: per prendere da Marriage Story tutto quello che ha da offrire, guardatelo due volte, anche di seguito.

Se avessi tentato di scrivere una recensione di questo film subito dopo la prima visione, d’impulso, sono certa che avrei tirato fuori qualcosa di parziale, inaccurato, e superficiale – onestamente, sarei curiosa di sentire l’opinione a caldo di tutti, sulla storia del divorzio di Nicole e Charlie, per ragioni puramente scientifiche. Durante la prima visione, la pancia ha preso il sopravvento sulla testa, e mi sono ritrovata a parteggiare per Charlie ed a considerare Nicole una persona egoista e limitata, incapace di apprezzare la fortuna che le è capitata; complice forse il fascino da cucciolo d’orso di Adam Driver (e del suo personaggio, naturalmente), o i miei problemi relazionali, non sono stata in grado di mettere a fuoco ciò attorno cui ruota questo splendido film.

Solo guardandolo una seconda volta, ho potuto mettere da parte i prepotenti sentimenti che mi avevano accecato in precedenza, e afferrare il messaggio, semplice ma sempre attuale, che il regista Noah Baumbach ci vuole mandare: nessuna separazione – assolutamente personale, unica, ma allo stesso tempo tristemente universale – si può ridurre al conflitto tra bene e male tanto amato da noi essere umani.

Così vicini e così lontani
LEGGI ANCHE  Frances Ha è una di noi

Nicole, interpretata da una Scarlett Johannson mai così brava e bella, è un’affermata attrice di teatro californiana ma newyorchese d’adozione, dove è maturata artisticamente sotto la guida del marito e regista Charlie. Facciamo la conoscenza dei due attraverso gli occhi l’uno dell’altra – l’assurdamente profonda voce di Charlie elenca ciò che ama di Nicole, che vediamo in tutta la sua radiosa bellezza di mamma e moglie ed attrice, avvolta dalla luce dell’amore; la voce di Nicole che ci ha sedotti tutti in Her, tenera e roca, fa lo stesso.

Il piccolo, idillico quadretto che ne risulta raffigura un’unione piena di affetto, basata su una mutua sensibilità intellettuale ed artistica, e completata dall’esistenza di un adoratissimo figlio. Ma non appena le due voci si ricollegano ai rispettivi corpi, l’incanto si spezza, e ci ritroviamo nello studio di un mediatore: stiamo assistendo ai primi passi, ancora imbarazzati ed increduli, di un divorzio. Il mediatore vuole che i due leggano quello che hanno scritto e che noi abbiamo appena ascoltato, ma Nicole si rifiuta e se ne va (oh se solo sentissi quello che Charlie ha scritto di te, sciocca!).

Al termine dello spettacolo della compagnia teatrale che ha visto Nicole nei panni della protagonista per l’ultima volta, la coppia torna a casa senza neanche riuscire a sedersi l’uno accanto all’altra in metropolitana, separati da una distanza gonfia di emozioni impossibili da articolare. Una volta rientrati nel loro bellissimo appartamento pieno di libri e giocattoli (accolti dalla babysitter che si lascia sfuggire un sognante “god, you guys look so attractive”), Charlie non riesce a trattenersi dal condividere con la moglie un paio di annotazioni sulla sua ultima interpretazione, lasciandoci così intravedere una parte del suo carattere che non era emersa dalla lista di lati positivi stilata da Nicole all’inizio – la quale si addormenta piangendo quel tipo di lacrime che tutti conosciamo bene, che racchiudono in sé tutto il dolore di una scelta giusta ma tanto difficile da sembrare impossibile. Ci risvegliamo con lei a Los Angeles, baciati da una luce calda e dorata, e da una mamma arzilla e amorevole, e ci sentiamo improvvisamente anche noi a casa. Potere del sole e delle mamme.

Durante il suo primo giorno sul set della serie tv per la quale Nicole ha deciso di lasciare, dopo tutti questi anni, New York, la produttrice le consiglia, in un momento di intimità femminile, di telefonare all’avvocato che ha seguito lei durante il suo divorzio. Quando Nicole la ringrazia ma declina la sua proposta, dicendo che lei e Charlie hanno deciso di evitare il ricorso ad avvocati, l’altra donna la guarda alzando le sopracciglia con l’aria di chi la sa lunga, e conclude semplicemente con un “Chiamala.”

Distanze incolmabili
LEGGI ANCHE  While We're Young

Ed è qui, con l’entrata in scena di Nora, che questa storia di un divorzio spacciata romanticamente per una storia di un matrimonio, comincia a diventare cattivella. Laura Dern veste alla perfezione i panni della combattiva, magrissima e super alla moda Nora, una dei migliori avvocati della California, ed è insieme a lei che sentiamo per la prima volta le ragioni di Nicole, e realizziamo a malincuore l’irrevocabilità della sua decisione – ma anche tutta la gratitudine e l’amore che prova per il futuro ex-marito.

Purtroppo, scopriamo gradualmente insieme a lei, che tutta la dolcezza dei ricordi che una separazione fa riaffiorare, non può nascondere la sgradevolezza di un divorzio, con il suo dover condividere con sconosciuti dettagli intimi di tutta una vita, le sue lunghe discussioni sui soldi, e soprattutto, sulla custodia dei figli. Charlie, costretto a fare il pendolare coast-to-coast (riscaldamento globale, questo sconosciuto), si ritrova a dover trovare un avvocato e seguire il lungo processo del divorzio in California di pari passo alla sua carriera di direttore teatrale a New York, e cercando allo stesso tempo di trascorrere del tempo con il figlio.

Marriage Story, reso sublime da un cast perfetto fino alle parti più minute (Ray Liotta nei panni del secondo, stronzissimo avvocato cui Charlie farà ricorso, è perfetto nel suo ruolo così come Alan Alda in quelli della sua controparte, rigettata in quanto troppo dolce e paterna) racconta con occhio più imparziale possibile uno dei periodi probabilmente più brutti in assoluto della vita dei suoi due protagonisti. Quello che brilla tra gli interstizi di una narrazione essenzialmente poco piacevole (Baumbach non ci risparmia tutti quei momenti che preferiremmo non vedere, come i confronti tra gli avvocati, le ispezioni a casa, i pugni ai muri, le frasi crudeli dettate dalla rabbia) è un inno alla speranza in un futuro migliore in cui, se saremo fortunati, potremo guardare indietro con tenerezza e gratitudine, ricordando tutte le cose speciali che ci hanno fatto innamorare di una persona imperfettamente meravigliosa.

Titolo originale: Marriage Story
Regia: Noah Baumbach
Anno: 2019
Cast: Adam Driver, Scarlett Johansson, Laura Dern, Alan Alda, Ray Liotta

Anche tu puoi sostenere SALT! Negli articoli dove viene mostrato un link a un prodotto Amazon, in qualità di Affiliati Amazon riceviamo un piccolo guadagno per qualsiasi acquisto generato dopo il click sul link (questo non comporterà alcun sovrapprezzo). Grazie!

NO COMMENTS

Leave a Reply