Guida panoramica per paesaggisti | Parigi dall’alto
Sbilenchi, di un grigio bluastro ed accattivante, bohémien, stracolmi di camini e di finestrelle su un cielo spesso coperto. Aaaaaah, i tetti di Parigi. Una di quelle cose che potresti passare le giornate a fotografare. Quando, però, un amico ospitato giusto per qualche giorno ti chiede qual è, allora, il posto da cui più vale la pena ammirarli, la risposta non è così immediata.
L’unica soluzione è un viaggio – letteralmente – da un angolo all’altro della città in una gelata ma limpida giornata di fine febbraio. Il risultato è una classifica a malapena esaustiva e dai criteri scarsamente oggettivi.
La Basilique du Sacre Coeur, Montmartre
Cominciamo da un grandissimo classico. Elegante, tutta ammantata nella sua pietra calcarea bianca – quasi esotica, se vogliamo, con le sue caratteristiche cupole neo-bizantine, la Basilica del Sacro Cuore svetta all’apice di una verde collina nel quartiere di Montmartre ed è, dopo la Tour Eiffel, la Tour Montparnasse e Les Invalides, il quarto monumento più alto della capitale francese.
Altezza: 83 metri – ed un sacco di personalità.
Fatica: Quando sali sulla cima della Basilica del Sacro Cuore piangi due volte: quando ti devi fare la miriade di scalini che separano il regno dei poveri mortali e l’apice della collina di Montmartre e quando poi devi effettivamente arrivarci, in cima al duomo della Basilica. Certo, c’è una comoda funicolare che può risparmiarvi qualche gradino – ma volete veramente dimostrare così la vostra debolezza? E comunque, nessuno vi salverà da quell’asfissiante, ripida e claustrofobica scala a chiocciola da 300 gradini che vi aspetta se volete veramente godervi Montmartre dall’alto. Fatica extra se avete qualcuno di estremamente lento davanti o se soffrite di culo pesante cronico. Zero vie d’uscita.
Costo: 5 euro. O è gratis se siete capaci di provare di avere meno di sei anni. In quel caso, vi prego, mi piacerebbe avere un video della scena.
Instagrammabilità: Alta. Se avete ancora le forze per tenere in mano il cellulare alla fine della suddetta scala a chiocciola, verrete ricompensati da una vista a 360 gradi del nord di Parigi. Chiaro, la Tour Eiffel si vede in lontananza. La Senna si scorge a malapena. Per scovare le altre cose belle, come Notre Dame o il Pantheon, dovete aguzzare un po’ la vista o usare la fantasia. Ma volete mettere il panorama delle cupole candide che si stagliano contro un indistinto stuolo di eleganti tetti parigini? Per non parlare della tribuna privilegiata dei turisti stesi a godersi il sole sul prato verde della collina, gli alberi scheletrici che abbracciano l’ennesima scalinata e quel labirinto di viette particolari che si fa chiamare Montmartre.
Arc de Triomphe
Che si trovi all’inizio o alla fine dei leggendari Champs Elysées rimane tema di dibattito. Quel di cui sono certa è che è il mio monumento voluto da Napoleone Bonaparte per dimostrare quanto ce l’avesse lungo preferito (sorry not sorry, Invalides), che il modo migliore per arrivarci senza farsi tentare dal quartiere generale di Ladurée (e da un qualche altro centinaio di negozi) è scenderci giusto davanti in metro – e coincidentalmente evitarsi kilometri di camminata – e che è nettamente il mio punto panoramico del cuore tra quelli su quella lista. Ma non fatevi influenzare troppo dai miei gusti personali, che non vorrei sviluppare sindromi da wannabe influencer.
Altezza: 50 metri di epicità e modestia della nazione francese.
Fatica: Relativa. Se volete farvi due kilometri in salita a piedi è vostro diritto, ma io vi aspetto direttamente ai piedi delle scale. Sono 248 scalini – o un ascensore sempre stracolmo di turisti giapponesi che arriva quasi fino in cima. Scale leggermente meno clustrofobiche di quelle del Sacro Cuore – e divanetti a salvarvi da infarto certo una volta giunti a destinazione.
Costo: Se siete studenti o cittadini di un paese dell’Unione Europea minori di 26 anni, è gratis. Se non lo siete mi dispiace tantissimo, perché visitare musei e monumenti in giro per Parigi (e la Francia in generale) vi costerà una piccola fortuna.
Instagrammabilità: Su un lato hai lei – immortale, simbolica, innegabilmente mainstream: la Tour Eiffel, quasi vicina abbastanza da poterla guardare, sicuramente alla distanza giusta per godersi la meraviglia del sole che scende mentre lo spettacolo di luci fa il suo debutto per la serata. Dall’altro si stagliano gli Champs Elysées – in fondo, Place de la Concorde con il suo obelisco e la sua ruota panoramica – oltre, i jardins des Tuileries, il Louvre, Notre Dame… Fai qualche altro passo ed, in lontananza, la Basilica del Sacro Cuore sembra molto meno fiera ed indomabile, quasi confusa tra il verde degli alberi e il grigio bluastro dei tetti. Inatteso, il volto futuristico della città si svela con i grattacieli de La Défense. C’è tutto. Tutto. Mi trasferisco.
La Tour Eiffel
Intanto fatevi un favore: scendete a Trocadéro, perchè una vista su quello che è stato a lungo il più alto edificio mai ideato a memoria d’uomo migliore di quella che ci si gode dalla piazza della Citè de l’Art e du Patrimoine non la troverete da nessun’altra parte – a meno che non abbiate un amico borghesissimo con l’appartamento a due passi. Da lì, dribblando tra stormi di ambulanti armati di souvenir in plastica scintillante e selfie stick, dirigetevi con il naso per aria verso l’immancabile coda che si forma dalle prime ore del mattino in attesa di salire in cima alla torre. Armatevi di pazienza.
Altezza: 300 metri. E li sentirete tutti.
Fatica: Relativa. Nel senso che se vi accorgete delle importantissime differenze che intercorrono tra una biglietteria e l’altra potete arrivare quasi fino in cima con un comodo ascensore ed il solo fastidio di sentirvi come sardines in a crushd tin box. Non so quanto faticoso sia, sennò, prendere le scale. E il motivo per cui non lo so, probabilmente, è che nessuno è mai sopravvissuto per raccontarlo. Credo.
Costo: Eeeeeeh. Eeeeeeeh. EH. Se accetti di prendere le scale, son 10 euro. Ma onestamente, preferisco pagare 25 euro per l’ascensore piuttosto che andare incontro a morte certa. ‘Ché tanto a me non è costato 25 euro perchè ho meno di 24 anni, quindi me la sono cavata per 15 euro – che a Parigi è più o meno il costo di un cocktail con vaghe tracce d’alcool al suo interno.
Instragrammabilità: Pool di esperti si sono riuniti per deliberare al riguardo e hanno fallito. Dottorati di ricerca sono stati assegnati nella vana speranza di trovare una risposta definitiva a questo quesito. Guerre sono state cominciate per molto meno. Quanto bello può essere un panorama su Parigi se togli categoricamente dall’equazione – per ovvi motivi – la Tour Eiffel stessa? È un dilemma. Ma se siete capaci di convivere con questo divorante dubbio, non potrete che ammettere che la posizione ideale della torre, unita alla sua altezza quasi senza eguali, non sono affatto male. Certo, se tira vento non riuscirete a sopravvivere lassù a lungo e la presenza di fastidiose, fitte retine che impediscono alla gente di buttarsi di sotto un po’ rovinano le foto – ma una volta arrivati fin lassù, le foto saranno l’ultimo dei vostri pensieri.
Ah, si vede anche la versione scarsa della Statua della Libertà, se la cercate bene. Sì, sì, QUELLA Statua della Libertà.
Bonus track per viaggiatori insaziabili
Sarò onesta con voi: non sono andata a scalarmi tutti i posti dall’aria alta di Parigi.
Detto questo, c’è qualche altro angolino che merita una visita, in caso abbiate più di un pomeriggio per scoprire quant’è bella la ville lumière vista dall’alto.
Uno è il Parc des Buttes Chaumont, nell’angolino nord-est della mappa, lì dove pensi che non ci sia più nulla di interessante da vedere. Per qualche motivo che ancora mi sfugge, qualcuno ha deciso di fondarci un parco enorme e dall’aria vagamente selvatica, piazzarci in mezzo un lago ed in mezzo al lago metterci una collina con in cima un tempietto greco, per poi collegare il tutto con bizzarri ponti sospesi. Una vista su Montmartre bella come da quel tempietto al tramonto non la vedrete da nessun’altra parte. E poi è gratis.
Un’altro è l’ultimo piano dell’Institut du Monde Arabe, a due passi dal Quartiere Latino e con un panorama inedito sul retro della Cattedrale di Notre Dame, oltre che sulla Senna.
Sulla lista di posti alti che non ho ancora visitato e che per deontologia giornalistica non potevo recensire abbiamo, invece, il Duomo del Pantheon e quello di les Invalides, l’altissima ed un po’ antiestetica Tour Montparnasse e la terrazza del Centre Pompidou – che però, a sentire le instastory dei miei amici, è un posto bellissimo per beccarsi il tramonto sul Marais.