Listone dei libri preferiti dalla nostra redazione nel 2022
Come ogni anno, siamo qui a tirare le somme di questi 365 giorni appena passati. E come ogni anno, ci tenevamo a fare un listone di libri letti (e usciti) nel 2022 che per noi sono stati momenti preziosi. Non diremmo, forse, i migliori in assoluto dell’anno (ma anche sì, dai), ma sicuramente quelli preferiti dalla Redazione.
Sì, valgono anche come regali tardivi, nel caso ancora vi mancassero!
Pronti?
Cominciamo!
Tasmania – Paolo Giordano, Einaudi
“Tasmania è un romanzo sul futuro”, recita la quarta di copertina di questo volume Einaudi.
Indiscutibilmente il romanzo più autobiografico di Giordano e dunque più vero, quantomeno alla
percezione del lettore. In 258 pagine c’è tutto: ci sono gli attentati di Parigi di qualche anno fa, il freddo di Trieste e i viali imperiali di Torino, l’impotenza dell’infertilità, l’entusiasmo di una nuova sintonia, l’angoscia della crisi climatica, le storie d’amore che s’infrangono e quelle che strenuamente persistono.
C’è persino la bomba atomica, qui dentro. O forse c’è una cosa soltanto ed è un uomo che sta cercando di (ri)conoscersi, in una moltitudine di cambiamenti, e di trovare la propria Tasmania, un posto nel mondo dove esista salvezza per ognuno, qualunque cosa significhi.
Scrivo di ogni cosa che mi ha fatto piangere. Senza ombra di dubbio, uno dei suoi scritti migliori.
Interregno: Iconografie del XXI secolo – Mattia Salvia, Nero Editorie
Sappiamo già da un po’ di vivere in una società dell’immagine. Ma perché una certa immagine diventa virale fino a farsi icona? E cosa racconta un’icona di noi, in termini politici, culturali, sociali? Mattia Salvia, nel suo Interregno: Iconografie del XXI secolo affronta con grande efficacia queste questioni indagando alcuni degli eventi più segnanti degli ultimi anni con strumenti che spaziano dalla filosofia, agli internet studies, fino alla memetica.
Non vi rivelo nulla dicendovi che gran parte della nostra autonarrativa passa (ahimè) dalle immagini nell’internet, dunque perché non guardare a questo medium con occhio più analitico e critico per scoprire qualcosa in più sul nostro presente? Leggere Interregno è un piacevole modo per farlo!
California – Francesco Costa, Mondadori
Vabbè, essere bimb* di Francesco Costa nel 2022 non è proprio pionieristico, ma non esserlo affatto
potrebbe crearvi qualche problema relazionale. Per chi ancora non lo conoscesse (wait, whaaaaaat?), Costa è il vicedirettore del quotidiano online Il Post ed è anche uno dei giornalisti italiani più preparati sulla cultura statunitense. Al proposito, vi consigliamo di recuperare il suo Podcast Da Costa a Costa, di svegliarvi con la sua rassegna mattutina quotidiana Morning e i suoi precedenti saggi Questa è l’America e Una Storia Americana.
California è un libro densissimo, dove si racconta il declino demografico che sta colpendo la nazione in maniera controintuitiva, avendo la California un’economia florida, turismo costante, clima favorevole e
tanti altri plus invidiabili. California è anche un libro che – ohibò- lascia molto spazio al Texas. Sì, avete letto bene (no spoiler).
Ma California, soprattutto, è un libro che parla di noi e dei risvolti ‘pericolosi’ degli estremismi (anche e soprattutto di sinistra) che possono trasformarsi in un cieco disinteresse verso il domani, a favore di un
apparente presente rigoglioso. Parla di noi perché la California potrebbe (già) essere Milano, Torino,
Firenze… Chi può dirlo? Sta a noi leggere i segnali. La California è ‘la fine del sogno’ americano? Possibile.
Sicuramente questa volta abbiamo veramente qualcosa da imparare dall’America: a non sbagliare (se siamo ancora in tempo).
Balena – Giulia Muscatelli, Nottetempo
Mentre leggevo queste pagine ho pensato più volte alla parola equilibrio.
Quello che non si riesce mai a trovare quando una sparizione violenta arriva a far tremare la quotidianità. Quello che dovrebbe dare il peso corretto fra attutire il colpo e contrattaccare. Quello che dovrebbe mettere pace fra le paranoie e il senso di colpa.
La storia di Giulia Muscatelli entra in quel mondo di memoir dove i primi anni Duemila fanno da cornice a tutte le prime volte di casi e fatti che con gli anni si sono trasformati sempre più in tematiche importanti per la nostra società, da trattare con il dovuto interesse e non più da nascondere sotto il tappeto: il corpo in tutte le sue forme e la sua rappresentazione (e accettazione), il bullismo dilagante, il senso di disorientamento durante la crescita.
Ci sono poi la morte, gli affetti che rimangono e il legame fra loro che deve continuare ad evolvere, per resistere a nuovi urti.
Si legge velocissimo perché viene voglia di divorarle queste pagine.
Rimane nel cuore per molto tempo, perché ognuno di noi ha una piccola balena nascosta nel vuoto della sua pancia.
Melancolia – Mircea Cartarescu, La Nave di Teseo
Al netto di una grafica di copertina tremenda e di una traduzione che non soddisfa, Cartarescu rimane uno degli (forse il) migliori del nostro tempo. La sua prosa immaginifica e tentacolare avvolge, risucchia, in un vortice di grottesche iconografie, di luoghi fisici prodotti dalla coscienza e dall’inconscio. Tre storie, chiuse da un prologo e un epilogo, dove tre personaggi di età diverse affrontano il tema della perdita e del distacco, dalla madre, dalla sorella e dal primo amore.
Le atmosfere da sogno che già ci avevano convinto con Abbacinante e sorpattutto con Solenoide, sono qui riprese ed i personaggi viaggiano su ponti invisibili sopra la città, combattono contro doppi malefici, vengono condotti da insetti in mondi sconosciuti, dove si venerano statue immense con significati particolari.
Cartarescu non è mai una lettura facilissima, ma è grande letteratura. E sebbene non ai livelli di Solenoide (vabbè, ma temiamo sia irraggiungibile), anche questo Melancolia conferma lo straordinario talento, ancora non debitamente (ri)conosciuto alle nostre latitudini.
I miei stupidi intenti – Bernardo Zannoni, Sellerio
Questo libro con una faina in copertina è uno di quelli che prendi in mano dallo scaffale di una libreria una decina di volte per poi pensare ‘mmh, non so’. Poi, la vittoria del Premio Campiello, ci ha convinti. [quindi sì, i premi letterari hanno ancora un senso!].
“I miei stupidi intenti” è il racconto, in prima persona, della vita di una faina – appunto. Un racconto che prende avvio con la vita, tra boschi, tane e campagne. Neve e sole d’estate. Primavere e primi freddi. La storia di una faina che, come ha scritto Marco Missiroli, sembra “un personaggio strappato a Camus, e al tempo stesso a un film della Pixar”.
Gli animali di questo libro sono umani nelle scelte, nei gesti e nelle cose del quotidiano. Nello scorrere delle stagioni ci riportano alle nostre esigenze primitive. Nei drammi e nei dolori familiari ci immedesimano. E viene in fondo da chiedersi chi è più animale, a volte, tra noi e loro. Da noi differiscono nella lotta – a volte impossibile – per la sopravvivenza all’interno di una natura impietosa (chissà per quanto ancora, poi…). Ma ci rincontriamo di fronte al tribunale della legge del più forte.
La scrittura è accattivante. Rapida. Curiosa. E, senza scadere nel paternalismo, va detto che sorprende in quanto opera prima di uno scrittore venticinquenne: Bernardo Zannoni, appunto.
Racconti romani – Jhumpa Lahiri, Guanda
La fragilità è l’ingrediente principale di questo viaggio, una costante nella vita di tutti i protagonisti di queste brevi ma intense storie.
L’amore incondizionato di Jhumpa Lahiri per la città eterna permea in ogni paragrafo di questa raccolta dove ci si ferma in osteria a fare due chiacchiere con un’amica, si attraversa un mercato, ci si perde fra la folla in una piazza, si prende l’automobile per scappare sui colli vicini o spingersi fino al mare.
Apparentemente è tutto facile, essere circondati dalla bellezza antica dovrebbe portare gioia e serenità, ma i Racconti romani sono ambientati nella Roma di oggi dove la violenza e la piccola criminalità si nascondono nell’ombra di una scalinata che porta al parco, in finti carabinieri che chiedono a una vecchia signora di farsi aprire la porta di casa, in gesti piccoli ma molto evidenti che fanno capire come il colore della pelle sia ancora alla base di giudizi.
Jhumpa Lahiri porta in queste pagine l’amore di chi accetta Roma così come è: di chi la abita da sempre, di chi ci è arrivato da paesi oltreoceano e di chi, dopo averla vissuta, preferisce andarsene lasciando un pezzetto di cuore nascosto sul Lungotevere.
Pharmako-poeia – Dale Pendell, Add Editore
Dopo aver letto la prima parte di questa trilogia straordinaria (Pharmako-gnosis, uscita nel 2021), non potevamo che buttarci ad ogni chiusi, fidandoci di Pendell e della sua maniera di conoscere. COme ci fideremmo di uno sciamano.
Add editore sta pubblicando tutta la trilogia di Pendell e davvero vale la pena di aprire questi libri dai colori fluo. Pendell riesce a mescolare con grandissima sapienza le conoscenze chimiche, botaniche, la sua esperienza, la religione, i simbolismi, la poesia. I suoi libri sono sia libri scientifici che lirici; sia trattati di anatomia che moderne trattazioni sulle piante e sui loro effetti sul cervello. Erbari medievali, con miniature e disegni, che si alternano a formule chimiche.
Un “viaggio” che vuole invitare ad altri viaggi, che vuole invitare alla Conoscenza.
BONUS FUMETTI
The Cyan’s Anthem – Lucia Biagi, Eris edizioni
C’è da perdersi in queste pagine, in questi colori, in questa storia. È un vero e proprio thriller con una continua allusione al presente seppur i personaggi sono parte di un mondo immaginario. Lo stile inconfondibile di Lucia Biagi si ritrova in dettagli, in città ricostruite e inventate, in piccoli gesti che rendono l’azione reale e vivida. La critica c’è ma si nasconde fra le tavole, è pungente ma non pesa sul cuore. Lascia spazio all’umanità, quella rappresentata da tutti i colori esistenti.
Building Stories – Chris Ware, Coconino Press
Arriva in Italia dopo dieci anni dalla pubblicazione negli USA (ma qualcuno in redazione già lo aveva acquistato in lingua originale) la creazione di Chris Ware (che abbiamo incontrato a Lucca Comics and games!). Non è solo un libro. È piuttosto uno scatolonefabbricone delle storie. Un racconto, formato da molti racconti, tutti i personaggi che vivono nel palazzo e nel quartiere, squadernati come in un diorama; ma anche un saggio, su come si costruiscono le storie; e pure una vetrina di stili narrativi differenti, di toni e di voci diverse. E un testo fondamentale sul fumetto come mezzo.
Apritelo, pertevici dentro, mettete insieme i pezzi.