L’importanza di essere Dino
La Boutique del Mistero: piccolo manuale per difendere dal sonno del potere umano.
Stavo per scrivere le ultime righe di un articolo su “Il cammino della Comunità” di Olivetti, di cui avete letto un impronta tra i 10 libri da leggere per essere così indie oh oh oh, ben impacchettati da @giulioskee. Si parla di comunità e cooperative, ritorno all’uomo e autonomia, responsabilità e fiducia, anarchia all’italiana. Figo.
Poi ho letto l’articolo di @jay bargiani su Father John Misty.
Manifesto dell’Immanifesto.
“Per me, un modo per essere autentico è stato introdurre elementi di magia e distrazione. La retorica del cantautore che ha scritto il suo album più personale e confessionale è così limitante. Ho avvertito il bisogno di essere authentically fake.”
A prima vista è il moderno egoismo dell’hipster, che volta le spalle alla realtà hippie da cui nasce, negando ogni fiducia nei suoi bei valori di comunità e di essenzialità, in uno spleen che fa sentire al passo coi tempi.
Oggi invece, che esco dall’ufficio dopo aver mandato gli ultimi calendar, fissato le sveglie per la prossima settimana, con la collega che parla dei viaggi AvventureNelMondo, gli entusiasmi per immagini HD di futuri automatizzati e iperconnessi, dove il progresso è la nuova fede e l’efficienza la nuova religione, la Rinuncia di Father John Misty è potente.
Pazzia è fidarsi di sé prima che del mondo. Perdere la vista, disegnare bianco su un foglio bianco, respirare il proprio alito, fare il giro dell’immondo. Ogni bel movimento mentale è comunque incompleto e stupido in partenza. Gli interessi e i pensieri che abbiamo muovono le nostre giornate e sono preziosi, ma sono niente in fondo. “Polvere è tutto, vento che ha fame”. E allora per sta volta vaffanculo a Olivetti, tiro dentro DINO.
Smascheratore mascherato, enigmista dell’inevitabile, esecutore malvolente, nostalgico del non ancora detto, del non ancora fatto. Super Dino Buzzati, salvaci tu.
Questa sera si fa mestiere di scavi archeologici tra i ricordi liceali. Ho tra le mani la Boutique del Mistero, raccolta di racconti, piccolo manuale per difendere dal sonno del potere umano.
Lezione 1. Eppure battono alla porta
Il fiume in piena arriva a distruggere la villa di campagna di una famiglia. Ma fino all’ultimo momento, qualsiasi evidenza è negata. Le cose spiacevoli sono per i poveri. Non è conveniente soffrire, solo la feccia non si vergogna di star male. Per ricercare l’imbattibilità di ciò che è sempre stato fino ad adesso, va soffocata ogni rivoluzione.
Lezione 2. Una goccia
Una goccia sale dalle scale. Solo alcuni ne hanno sentito l’infausto ticchettio, sempre più alto nella tromba delle scale. Gli altri se ne stanno chiusi in casa, tremando all’idea di poterla sentire un giorno, chissà mai. “Che strana vita, dunque. E non poter fare reclami, nel tentare rimedi, né trovare una spiegazione che sciolga gli animi.” “ma che cosa sarebbe poi questa goccia: – domandano con esasperante buona fede – un topo forse? Uno rospetto uscito dalle cantine? No davvero. E allora – insistono – sarebbe per caso una allegoria? Si vorrebbe, così per dire, simboleggiare la morte? O qualche pericolo? Ho gli anni che passano? Niente affatto, signori: È semplicemente una goccia, solo che viene su per le scale.”
Lezione 3. La fine del mondo
La mano nera di Dio si stende sulla città. Il terrore pervade la gente. Il panico non viene da altro se non dalla necessità di salvare sé stessi a tutti i costi. “Salva te stesso”. L’uomo non cerca altro, e niente gli provoca più paura.
Lezione 4. Questioni ospedaliere
Un uomo entra in ospedale, con una bambina tra le braccia, grondante di sangue, in fin di vita. Ma la gente ha fretta: “Ma non sa leggere lei? Questa è la clinica medica, non è affare per noi questo, vada al padiglione Ricovero”. Fortuna c’è una suora che viene incontro “Per misericordia, guardi” dice con voce soave e con cristiana pietà “se lei non ha il foglio, il foglio di accettazione.. qui non si può.” Finalmente si vede il padiglione Ricovero, ma arriva un uomo, medico, a bloccare il passaggio “Da che parte è entrato? Vuol dirmelo?” Insiste imperterrito. “Dal cancello sono entrato”. “Ah perdio, è questa la sorveglianza che fanno? Razza di lavativi dimenticano i cancelli aperti adesso? Perdio, se la pagheranno…”.
“Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato” G.Cristo.
“Occorre che lo Stato esista per l’uomo e non già l’uomo per lo Stato.” A.Olivetti. Mannaggia a lui.
Lezione 5. Il colombre
Fin da bambino, Stefano Roi ammira il padre, uomo di mare, capitano di lungo corso. La prima volta che lo segue in mare, desideroso di seguirlo in ogni cosa, vede in fondo al mare una strana figura, che nessun altro può vedere. Corpo di squalo, testa di bisonte. Il padre è triste, ha capito cosa ha visto il figlio: quello è il colombre. Il colombre sceglie la sua preda e per tutta la sua vita la insegue fin che la ottiene. Solo chi è stato scelto può vedere il suo colombre. Nei primi anni Stefano riesce a stare lontano dal mare, ma a un certo punto della sua vita comincia a esondare la voglia di profondità. Comincia dunque la sua carriera di capitano, che presto si rivela seguire le glorie di quella del padre. Il colombre segue ogni sua nave, e il capitano non ha pace. Ma è proprio questa lotta che non gli fa spegnere il desiderio maniacale del mare, non può farne a meno. Il tempo fa il suo corso, e Stefano è ormai vecchio. Capisce che sta per morire e dunque, per rispetto del suo colombre, si offre a lui, per l’ultima lotta. Ma, solo una volta faccia a faccia, il colombre gli rivela che non ha mai voluto ucciderlo, anzi: aveva in serbo per lui la Perla del Mare, che dà, a chi la possiede, fortuna, potenza, amore e pace dell’animo.
Tutti abbiamo paura della rivoluzione. Ognuno ha la sua. Ma solo andandoci incontro, senza cercare di difendere l’imbattibilità di ciò che è stato, senza restare chiusi in stanza a temere per un nulla, senza cercare di salvarsi a tutti i costi, cercando l’uomo prima di ogni cosa, saremo felici. Grazie Dino.
titolo | La boutique del mistero
autore | Dino Buzzati
editore | Mondadori
anno | 1968
[…] Quando parte Ho visto un dio, seconda traccia dell’album Disordine di Cosmo del 2013, penso a Il segreto del bosco vecchio, il secondo romanzo breve di Dino Buzzati. […]