L’estate sta finendo…
Siete appena rientrati dalle vacanze e siete tristi? Oggi è il primo giorno di lavoro e siete arrabbiati col mondo? Alla vista della vostra scrivania vorreste solo sbattere la testa contro uno spigolo? Colpa vostra che andate in vacanza ad agosto, il mese dove tutto il mondo si muove (e già è sbatti) e le vacanze costano di più. A Milano, invece, non rimane nessuno: si lavora poco e bene, si arriva ovunque con la macchina e si trova parcheggio! Non esiste neppure l’area C! Una pacchia. Ma che ne volete sapere voi, polli abbindolati dalle settimane a cavallo di ferragosto. Non intendo infierire oltre, perché sono buono e perché infierirò a metà settembre, quando da una spiaggia bianchissima posterò foto con l’hashtag #PUPPA e vi ricorderò che il mio unico problema è abbinare il costume al cocktail.
Proprio perché sono molto buono e rilassato da due settimane di non-lavoro a Milano (perché dovrei fare vacanza quando tutti non lavorano? La si faccia quando tutti lavorano!), ho selezionato per voi alcune proposte per superare il difficile rientro. Qualche piccolo gioco cinematografico per occupare le lunghe serate di fine estate, una volta finite di vedere le diapo delle vacanze, ovviamente.
E quindi… sigla!
Gioco numero 1: motivarsi demotivandosi
Gioco facile e sempre efficace. Guardate Lo Squalo, in compagnia, e via via convincetevi l’un l’altro di quando brutte siano le vacanze al mare e pericolose, per giunta. Tutta quella sabbia che s’infila ovunque, il sale che tira la pelle, quei denti acuminati che ti strappano la carne, la gente che urla e ti calpesta perché ha visto una pinna all’orizzonte o perché la mamma li chiama per il pranzo con la peperonata. Brutte davvero. Non esiste film migliore per convincersene de Lo Squalo, perfetto nel suo genere , dell’epoca d’oro in cui Spielberg davvero faceva il regista. (Oggi non so, dopo War Horse avrebbero dovuto internarlo in una clinica per anziani).
Personaggi molto ben definiti e reali, nonostante rappresentino dei “tipi”, sceneggiatura punteggiata del giusto humor nero, nessuna vera distrazione (nemmeno un po’ di belle figliole in bikini che vi possano far pensare “ah, la vacanza..”) e un finale divertentissimo. Il mostro è splendidamente solo accennato per due terzi del film, in cui si giustifica biologicamente anche un suo certo aspetto “finto” e vitreo. Lo sceneggiatore se la rideva di gusto, davvero.
Finito il film sarete convintissimi che il grigio di Milano sia il colore più bello del mondo. Qualora ancora qualche vacanziero rigurgito in voi fosse sopravvissuto, attaccateci subito Mega Shark Versus Giant Octopus: oltre a perdere ogni velleità di vacanza, perderete anche ogni speranza nel genere umano. Piccolo gioiello del trash, che risponde a una sola domanda: perché no?
Gioco numero 2: scontro all’ultima magia
All’armi! All’armi! Il regno fatato del cinema vi chiede un giudizio, di porre il vostro sasso sulla bilancia della Storia! Non esistono solo gli scontri epici fra Keaton e Chaplin, tra la trilogia di Star Wars e del Signore degli Anelli. Qui siamo di fronte ad un vero dilemma, lo scontro tra due film fantasy che colpiscono l’immaginario come pochi altri: Dark Crystal vs Labyrinth. Per chi non li avesse visti, ecco il giocone: vederli con gli amici, dividersi in due squadre, travestirsi e scontrarsi difendendo ciascuno il proprio film preferito. Usciti a pochi anni di distanza, per certi versi simili, esprimono una sferzante fantasia ed un immaginario capace di creare mondi e teogonie. Se l’impianto morale di Dark Crystal è sicuramente più strutturato, la presenza di David Bowie nei panni (canterini) del re dei Goblin e di una giovanissima Jennifer Connelly (no, neppure barely legal, è proprio da gabbio) rendono Labyrinth una perla del cinema degli anni ottanta. I pupazzi che accompagnano la protagonista di Labyrinth e che, invece, sono loro stessi protagonisti in Dark Crystal escono tutti quanti dalla mente dell’ideatore dei Muppets, una buona garanzia.
Per decidere quale dei due film sia meglio, si possono indire differenti prove ad essi ispirate, da sifde canore sulle note del Duca, al lancio del gelfling, sempre di successo nelle feste di compleanno. Infine si possono cercare le molteplici citazioni artistiche (butto lì: Dalì e Escher), nell’impianto scenico dei film.
(PS: per me vince Labyrinth, ma sono di parte nei confronti del Duca Bianco)
Gioco 3: gioco alcolico
Poteva mancare il gioco alcolico, quello capace di far dimenticare ogni cosa e di rendervi attraente qualunque cosa respiri o sia ancora almeno calda? Certo che no! E allora ve ne propongo due, non dite poi che non sono buono.
Il primo potremmo chiamarlo Interstellar-shots. È piuttosto difficile, adatto solo ai più coraggiosi, e consiste nel guardare Interstellar nel bere uno shot ogni volta che si apre un buco di trama o viene pronunciata una cazzata pseudoscientifica. Vince chi riesce a ricordare i nomi dell’equipaggio più a lungo (sì, anche quelli del nero inutile e del tizio bianco che muore subito). Solo i più coraggiosi arrivano alla parte con Matt – patata lessa – Damon; le leggende narrano che qualcuno sia arrivato anche a vedere il Tesseratto, ma poi sia svenuto perché non riusciva a tenere il ritmo della bevuta, che il film richiede praticamente in continuo, in quella parte…
Il secondo gioco lo chiamano Ammirami! Si tratta di guardare Mad Max – Fury Road (se non l’avete ancora visto siete dell’inutile emivita contaminata e vi auguro di non trovare nessuna sacca ad alto contenuto di ottani), bevendo ogni volta che qualcosa esplode (quindi praticamente sempre). Come se non bastasse, ciascun partecipante può, a suo piacimento, alzarsi dal divano, gridare AMMIRAMI! e trangugiare qualunque cosa abbia davanti, alla goccia e nel minor tempo possibile. Tutto è concesso: boccali di birra, shot di alcol puro, bicchieroni di tabasco e wasabi, tutto. I suoi compagni devono a loro volta urlare AMMIRA! AMMIRA! e seguirlo nell’azione, tracannando a loro volta. Vince chi sopravvive. Gli altri li aspettiamo alle porte aperte del valhalla.
Divertitevi e buon rientro al lavoro!