L’emozionante antologia fotografica di Paolo Pellegrin | Maxxi Museum Roma
Sbarca al MAXXI di Roma la raccolta antologica del fotografo Paolo Pellegrin. Romano, classe 1964, Paolo Pellegrin è stato ad oggi insignito di 10 World Press Photo Award, svariati Photographer of the Year Award e altri innumerevoli premi e medaglie. Insomma, è uno dei più importanti fotografi della scena internazionale, e a lui il museo ha dedicato una grande mostra a cura di Germano Celant, aperta dal 7 novembre 2018 al 10 marzo 2019.
E’ un viaggio intorno al mondo scevro di retorica, quello che si inizia salendo dalla scalinata che porta alla quinta galleria del MAXXI. Sul muro ondeggia la proiezione di un mare calmo mentre la luce cala per entrare nel buio delle pareti nere dell’allestimento.
Nel percorso si va dal buio alla luce, infatti. Dove il buio è la prima parte dalle pareti scure, dedicata all’uomo e alle sue vicende, e la luce è la seconda, dedicata alla natura intensa e (in)sofferente. Non c’è una scansione cronologica, dunque. Non si cerca di rappresentare un’evoluzione stilistica, ma una tecnica narrativa. E l’efficacia della resa è massima.
Recita queste parole il grande pannello introduttivo all’ingresso della sala. Ed è guidati da questa frase che arriva dritta tutta l’emozione di questa mostra. Ci sono gli uomini, ci sono le guerre e le emergenze umanitarie, ma anche la potenza della natura e la poesia dei volti quotidiani. C’è la vita di un giornalista a tutti gli effetti, che alla parola preferisce la deduzione dello sguardo. C’è un uso della luce che magnetizza. C’è la volontà di capire e trasmettere gli intendimenti. C’è l’informazione per come dovrebbe essere: un obiettivo che cesella, come a prendere appunti. C’è la passione per il reale.
Si passa da una parete dedicata alla Battaglia di Mosul del 2016, sapientemente definita dagli organizzatori “una Guernica contemporanea” al racconto per immagini della violenza e del razzismo negli Stati Uniti. Si va da Roma a Lesbo, dal muro tra il Messico e gli USA a El Paso a Tokyo.
Sembra di leggere il taccuino di un cronista, di un uomo che studia e ricerca, che vuole raccontare una storia. Infonde speranza, questa mostra. Ecco cosa lascia, all’uscita, quando scorri la parete di appunti dell’autore, di bozze di studio dell’immagine, di brandelli di contemporaneità. E’ quella la potenza del racconto della realtà che irrompe sopra le esigenze della bulimia dell’informazione.
La mostra di Paolo Pellegrin al MAXXI, infatti, restituisce la bellezza della complessità a scapito delle semplificazioni in cui frequentemente si incappa, vuoi per i budget, vuoi per i tempi di editing, e così via… E’ un documentario muto che mette al centro l’importanza dello studio, della contemplazione, dell’immersione.
La violenza del reale che traspare dalle fotografie, ci ricorda quanto siamo sempre meno abituati ad accettarne le migliaia di sfaccettature. Ad approfondire i contesti. E a maggior ragione ora, che è tornato di moda prendere solo un piccolo aspetto delle cose per farne arma di propaganda, mostre come queste sono una boccata d’ossigeno. Andarci restituisce l’amore per il fare e ricercare un’informazione di qualità, povera di retorica e condizionamenti.
MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo | www.maxxi.art
orario di apertura: 11.00 – 19.00
Biglietto intero €12,00 | Biglietto ridotto € 9,00