Le ceneri di Angela | Frank McCourt

Le ceneri di Angela | Frank McCourt

le ceneri di angela

“Quando dico che la scrittura mi ha salvato la vita, significa che la mia esistenza, in Irlanda, era davvero misera, molto dura; eppure conservo anche una certa gratitudine, perché quando si vive di sogni e di niente tutto quello che accade è abbastanza.”

Così parlava Frank McCourt pochi anni fa in una delle sue molte interviste, spiegando perché si fosse trovato a scrivere Le ceneri di Angela; si definiva “un narratore di storie per natura, come molte altre persone nel mio Paese”; “se non avessi avuto il talento per scrivere ciò che mi era accaduto”, aggiungeva, “probabilmente sarei stato una persona infelice”.

Le ceneri di Angela è il racconto di un’infanzia. Un’infanzia vera, realmente vissuta, intrappolata in un’Irlanda lontana che, tra le due guerre, annaspava e sprofondava lentamente nella miseria. E così accadeva anche ai suoi abitanti, costretti ad espatriare per cercare fortuna altrove, spesso in America; così accadeva anche ai McCourt. È proprio in America che inizia la narrazione di Frankie, ma è in Irlanda che ben presto si sposta, complici la mancanza di lavoro del padre e soprattutto la prima delle tragedie che colpiranno la famiglia, ossia la morte della sorellina Margaret. Altre perdite seguiranno a Limerick, altri anni miserandi in cui il padre continua a non trovare lavoro e la famiglia convive con la povertà più nera, con la fame e con le malattie; non a caso l‘autore nelle prime righe del libro osserva:

“Ripensando alla mia infanzia, mi chiedo come sono riuscito a sopravvivere. Naturalmente è stata un’infanzia infelice, sennò non ci sarebbe gusto. Ma un’infanzia infelice irlandese è peggio di un’infanzia infelice qualunque, e un’infanzia infelice irlandese e cattolica è peggio ancora.”.

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Eppure non vi è l’ombra di autocommiserazione, non un lamento né un piagnisteo da parte di McCourt, che con gli occhi di sé bambino descrive i vicoli bui dei quartieri poveri di Limerick, in cui c’è un’unica latrina per tutti; le piogge torrenziali che allagano le abitazioni; le scarpe rotte e rammendate con i copertoni delle auto che gli provocano lo scherno dei compagni di scuola; gli unici lussi raramente possibili, caramelle o addirittura un biglietto del cinema. Occhi seri che osservando una realtà dolorosa, triste e dura non perdono la compostezza, un certo stupore candido e anche la capacità di ironizzare, sdrammatizzare. Lightroom (ceneri.jpg)

Anche gli altri personaggi posseggono la disarmante caratteristica della verità: sono il risultato di un semplice ritratto dell’autore e non di finzioni creative di uno scrittore; le loro virtù e i loro vizi hanno il sapore del ricordo e non quello dell’immaginazione. In questo romanzo non esistono personaggi positivi e personaggi negativi. Ognuno ha il suo carico di ombre e sofferenze che si presentano al lettore senza filtri, senza giudizio: l’analisi psicologica è leggera perché è costruita da un bambino;
“Io penso che mio padre sia come la santa Trinità e abbia dentro di sé tre persone: quella della mattina con il giornale, quella della sera con le storie e le preghiere e quella che la combina grossa, torna a casa con la puzza di whiskey e vuole che moriamo per l’Irlanda. […] Ma non posso abbandonarlo perché mio padre vero è quello della mattina.”, dice ad esempio della figura paterna.

Questo è dunque il racconto di una storia nella Storia, è un viaggio incredibile attraverso l’Irlanda di ieri, abbandonata da McCourt ma impressa e portata in serbo nella memoria. È un libro denso e bellissimo che scava nei sentimenti del lettore e testimonia la banalità del bene, la capacità di resistere alla vita opponendo un muro di sogni e di speranze che permettono al protagonista di sopravvivere e di arrivare a dire nei ringraziamenti “Io sono un uomo fortunato”.

E intanto che si legge pare quasi di sentire in lontananza lo Shannon, il fiume che passa per Limerick, cantare trasportando il suo carico di storie verso il mare.

Ginevra Ripa

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Titolo: Le ceneri di Angela
Anno: 1996
Autore: Frank McCourt
Editore: Adelphi

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