L’amore ai tempi di Batman | Massimiliano Parente
I’m looking at you
But it’s only a picture so I take that back
But it ain’t really a picture
It’s just an image on a screen
You can imagine if I was though, right?
Just like I can image you can imagine it, can’t you?
I got a wild imagination
Give it some time
(Wild Imagination, Kurt Vile)
Sarebbe terribile incontrarla, ecco cosa non capiscono, perché ci sarebbe una tale sproporzione di sentimenti e di consapevolezza e di tutto da farmi venire la voglia di sotterrarmi vivo e sparire per sempre dalla vista di chiunque. Io sono consapevole di non essere nessuno per Sasha, e questa consapevolezza mi ucciderebbe, mi farebbe sentire una nullità infelice. Avrei così tante cose da dirle da non potergliene dire nessuna. E se anche potessi dirgliele, dovrei dirgliele in inglese, non potrei dirgliene nessuna. Il vero amore è questo: tu non sei niente per lei, lei è tutto per te, e la ami nonostante tutto, nonostante niente.
Non è certo ma è molto probabile che nella vita riuscirete a essere ricambiati (in amore, intendo) da un numero finito ma considerevole di persone. Complimenti. *Applausi*.
Dipende grosso modo da quante persone incontrate il sabato sera, innanzitutto se uscite di casa, ovviamente, e dalla vostra predisposizione verso gli altri, se siete persone a cui piace fare sempre nuove e nuove conoscenze, insomma, se avete voglia di spenderci un po’ di energie il gioco è grosso modo fatto (sono sul punto di dire che non sia tutto nelle vostre mani ma che dipenda anche da quelle coincidenze astrali tipo il vostro segno zodiacale, ma più che altro l’ascendente, e in che posizione si è messa la Luna o Marte o Plutone quando siete nati, e come l’avete presa quando vi siete resi conto di cosa pensava realmente di voi la vostra maestra delle elementari e tutta quella serie di cose innate e la genetica del comportamento, ma mi trattengo).
Sapete, essere ricambiati, non è detto comunque che sia quello il vero amore incondizionato. Mmh. È più banalmente, direi, uno scambio equo, una contrattazione. Troppo facile così.
Per arrivare a una galassia distante mille anni luce ci vogliono mille anni luce, e solo il diametro della nostra galassia è di centomila anni luce, per percorrerla tutta, alla velocità della luce, ci vogliono centomila anni. Anche alla velocità della luce non vai da nessuna parte.
Walter Moschino, ex piccola star del prodotto televisivo Quella strana famiglia (nomen omen telefonato), ora ha 25 anni, è nullafacente, passa le sue giornate giocando alla Playstation, ha un cane che si chiama Stephen Hawking che con il suo guinzaglio elettronico pronuncia frasi profetiche con la stessa voce meccanica del vero Stephen Hawking e, in ultimo, è tradito dalla fidanzata colta in flagrante una sera in cui lui entra in casa con l’intenzione di farle una sorpresa (morale: se avete intenzione di fare una sorpresa al vostro partner fate pure ma mettete in conto che la vostra relazione potrebbe da quel momento avere i minuti contati, come le bombe disinnescate all’ultimo momento in quei vecchi 007 -forse anche in quelli nuovi ma non li ho visti- con la differenza che voi non arriverete in tempo per fermare la sua potenza distruttrice), vestito da Batman.
Lei non lo riconosce, ecco l’occasione per crearsi una doppia vita: si getta dal quinto piano, catapultandosi fatidicamente su due criminali in punto di stuprare una ragazza. Eroe per caso e per disperazione. Il video del salvataggio gira in rete e sarà condiviso persino da Sasha Grey, amore ossessivo e platonico del protagonista, fatto di struggimento a perdere e controlli compulsivi di account Facebook, Twitter e Instagram, mezzi fondamentali nella creazione dell’immagine che si vuole venerare nel tentativo di evitare una vera relazione.
Come si diceva, Walter Moschino, giovane ereditiere (vediamo di risolvere il problema dei soldi in modo semplice, superpotere meno romantico di tutte le galassie, ma utilissimo) orfano, apatico e tradito che diventa quindi, soprattutto per caso, una sottospecie di supereroe (mai così pop come questa volta) coinvolto in alcune imprese improbabili e piccole vendette personali da sitcom in formato cartaceo (ce n’è una con Renato Zero di mezzo che proprio non vorrete perdervi, Renato Zero è uno di quelli che lo leggi con la sua vera voce).
Esistono psicofarmaci senza la X? Qui il protagonista è tutto un assumere psicofarmaci anestetizzanti, per non sentire più nulla (e tutti hanno la X nel nome sulla confezione), Doctor House, Tekken7, passione per le eroine del porno e ateismo formato riviste scientifiche che lo fanno interrogare ciclicamente sul fatto che fondamentalmente è come se, nell’infinità dell’universo, non esistessimo. Grandissima consolazione.
Su piccola scala è come quando senti che stanno per bocciarti a un esame, e effettivamente ti bocciano proprio, e tu prima dici eufemisticamente MERDA e poi, ci rifletti un po’ su e concludi autoconvincendoti che: dai, potrebbe andarmi sicuramente peggio, ora vado a casa a farmi una tisana ai ribes rossi che proprio non vedevo l’ora e a pensare che i miei alla fine saranno solo un’ottantina d’anni totali circa, voglio essere generoso, sai, la medicina fa passi da gigante, su una cifra come tredici miliardi e mezzo d’anni d’esistenza dell’universo. Non è niente. E comunque potrei già essere morto. Potrebbe andarmi peggio, e anche se per me questo è il peggio, di positivo c’è che durerà poco e non lascerà alcuna traccia, nell’universo.
Consapevolezze che portano cicliche crisi di panico.
Questo è un romanzo-confessione di un io egocentrico che trova il tempo di raccontarsi per intero prima del finale, autodenunciandosi grazie a un lungo monologo liberatorio.
Abbiamo individuato il soggetto contemporaneo, l’idiota buono del XXI secolo. Batman.
Ci sono queste situazioni in cui stai sdraiato per terra in un cesso mentre vomiti e ti sembra di cogliere il vero senso della vita.
FERMI TUTTI
Sasha Grey. Dimenticavo, il protagonista ha questo amore per l’ex porno attrice che diventerà, il caso vuole, una sorta di sua prigioniera proustiana in una delle sue irrazionali imprese in veste di eroe mascherato e accecato d’amore cosmico.
E poi cosa gestisco di questa relazione con Sasha? Ma se neppure mi risponde ai tweet. È verissimo, hanno ragione i miei amici, Sasha Grey è un’estranea, potrebbe essere la persona più perfida di questo mondo e è assurdo essere così ossessionato da un’estranea. Hanno ragione loro, Sasha Grey è solo nella mia testa, un chiodo fisso al centro della mia corteccia prefrontale, una nevrosi come un’altra. Sasha Grey non è nulla. D’accordo. Ma io la amo.
Farneticazioni attorno a un nome. Suona abbastanza famigliare, no?
Umano mortalmente annoiato trasformato in supereroe. Batman, il supereroe senza poteri e senza genitori e che ha bisogno dei suoi tempi tecnici per mettersi il costume. Stretto.
Nessun travestimento lampo nelle cabine telefoniche né niente, nessuna resistente colla che fuoriesce dai polsi, utilissima per trascinarsi di grattacielo in grattacielo. Al massimo, solo qualche bat-aggeggio paramilitare, formato tascabile e che potrebbe non funzionare. La realtà riserva sempre qualche amara sorpresa.
Il vestito indossato da Walter è nientemeno quello indossato da Michael Keaton in Batman Returns, anni ’90, ritrovato dal fortunato protagonista abbandonato fuori da degli studi cinematografici della capitale. Una volta che lo indossi, non sei più lo stesso. Illusione. L’abito non farà il monaco, ma di certo fa Batman. Eroe dell’infanzia, il più emulabile di tutti.
Mi sono infilato il cappuccio, provando tre o quattro volte perché l’ingresso del collo è abbastanza stretto, mi sembrava di soffocare, ho pensato di morire lì, nel passaggio del collo di Batman, mi è passata tutta la vita davanti agli occhi, ma non la mia, quella di Bruce Wayne.
Combattere il nulla della propria esistenza distraendosi. Così, per caso, potremmo essere tutti il nostro supereroe nel cassetto, no? Il costume e un po’ di spossatezza e di noia e di consapevolezza possono davvero bastare, no? E i superpoteri?
Hai mai visto X-Men? Una delle scene più belle è quella in cui Magneto, un bambino ebreo, viene separato dalla mamma che viene portata al di là del cancello di un campo di concentramento. Magneto comincia a urlare guardando la sua povera mamma, i nazisti lo trascinano via e lui tende la mano verso il cancello che si piega, il senso è che il dolore crea la mutazione genetica, il superpotere. Invece nella realtà puoi strillare e sforzarti quanto vuoi ma non succederà niente, i superpoteri sono solo stupide fantasie.
Ommmerda.
Titolo: L’amore ai tempi di Batman
Autore: Massimiliano Parente
Editore: Mondadori
Anno: 2016