Lady Chatterley’s Lover

Lady Chatterley’s Lover

Sembra assurdo, ma anche nel nostro mondo occidentale, apparentemente così disinibito e disinvolto, parlare oggi di sessualità può non essere facile. Né tantomeno scontato. Tra mamme adolescenti e baby prostitute viene da chiedersi, possibile che non abbiamo fatto tanti progressi da un secolo a questa parte? Parlarne è ancora troppo spesso tabù, e il desiderio di apparire esperti e attivi agli occhi degli amici porta a conseguenze assurde eppure così comuni: l’ignoranza è molto diffusa. Il sesso come atto fisico è ancora qualcosa di osceno. Eppure quasi un secolo fa, D. H. Lawrence ci aveva già spiegato, nel suo capolavoro L’amante di Lady Chatterley, che “l’oscenità subentra solo quando la mente disprezza e teme il corpo, e il corpo resiste e odia la mente”.

La giovane e bella Lady Chatterley, insoddisfatta da suo marito, intelligente ma all’antica, e soprattutto paralizzato dalla vita in giù, scopre la bellezza e lo splendore dell’amore fisico e non solo spirituale tra le forti braccia del guardiacaccia della sua tenuta, Oliver Mallors. Tacciato di oscenità, il romanzo di Lawrence dovette subire diverse modifiche per essere pubblicato, e censure: le case editrici che lo pubblicarono integralmente finirono spesso sotto processo (la causa più famosa fu quella alla Penguin, che la vinse nel 1960).

L’amante di Lady Chatterley è sicuramente uno dei primi e il più famoso romanzo erotico del Novecento: l’amore ne è il perno, ma non l’amore delle lettere stile giovane Werther, dei fazzolettini profumati e delle lacrime. L’amore sensuale, sfrenato e gioioso, come completamento dell’essere, che senza di esso è frustrato, rabbioso e non vivo davvero. Lawrence ci intrattiene brillantemente con queste scene, ma non è mai volgare bensì estremamente poetico; la tesi che egli sostiene dalla prima all’ultima pagina è che l’amore deve essere una combinazione perfetta e bilanciata di passione e sentimento, l’uno non deve escludere l’altra. Costance scopre la perfezione dell’atto sessuale, che non considererà mai più qualcosa di vergognoso, e Mallors si rapporta stupefatto con il coinvolgimento psicologico ed emotivo che completa la fisicità, non più fine a se stessa, semplice bisogno animalesco, ma affetto e tenerezza: “Avrebbe dato tutti i desideri dell’eternità, e tutto il guadagno del passato per averla lì, avvolta con lui nel tepore di un lenzuolo, e dormire, solo dormire. Era come se dormire con la donna tra le sue braccia fosse la sua unica necessità.”

Lo scandalo costituito dalla pagine del romanzo era ovviamente costituito dalle descrizioni di scene di sesso, e dei sentimenti da esso scatenati (sentimenti, più che sensazioni fisiche, ma per quegli anni era più che sufficiente), ma altrettanto tremendo per la società era la relazione tra una donna di ceto elevato e un membro del popolo, un proletario: inconcepibile! L’amante di Lady Chatterley è quindi anche romanzo politico, nel senso meno forte del termine: riferimenti agli scioperi, ai concetti di lotta di classe o capitalismo, ricorrono piuttosto spesso, costituendo lo sfondo, abbozzato ma estremamente concreto e realistico, dell’opera. Il succo di questo aspetto del romanzo è l’ingiusta superiorità della “upper class” sul popolo lavoratore: Connie lo capirà a fatica, rifiutandosi inizialmente di ammettere anche a se stessa di poter provare interesse fisico (ma non solo!) per un uomo di ceto sociale più basso.

E questo ci riporta al vero tema: le relazioni, di tipi diversissimi. D. H. Lawrence ne presenta alcune, tutte sbagliate, perverse, impari -il rapporto incompleto tra Lord e Lady Chatterley; la sessualità malata della coppia Mallors, la cui moglie lo privava del sesso per tenerlo in pugno e per un qualche perverso desiderio di dominio; l’infermiera di Lord Chatterley che si lega morbosamente a lui- e infine una perfetta. La relazione tra Connie e Mallors che, incontrando dapprima sul suo percorso notevoli difficoltà mentali, diventa assolutamente completa, giusta ed equa: il piacere sensuale è perfettamente bilanciato dal profondo coinvolgimento emotivo, e dal rispetto reciproco.

E’ così semplice.

C’è chi è estremamente fortunato e trova la sua completezza in un’altra persona presto, c’è chi ci mette tutta la vita, c’è chi non ce la farà mai: ma bisogna provarci, non possiamo fermarci mai. La ricerca può essere dolorosa, ma anche molto divertente no? Il segreto per vivere pienamente la vita è anche e soprattutto l’amore, la passione, ci sussurra Lawrence all’orecchio: immagino che un secolo fa poteva sembrare il classico bisbiglio del diavolo tentatore, che diceva alle donne “ribellatevi alle vostre relazione insoddisfacenti, esplorate voi stesse e divertitevi!”. Beh, credo che anche adesso il suo Lady Chatterley’s Lover possa insegnarci molto: forse non tanto dal punto di vista della disinvoltura sensuale (ma non è detto) quanto in quello del sesso come liberazione e pienezza dell’essere, ma soltanto se fatto con la classica persona giusta. Nel sesso come in qualunque altro aspetto di una relazione, dev’esserci rispetto: non predominio, sottomissione, violenza, inuguaglianza. Perché del sesso ben fatto è la migliore droga esistente, e la cura di ogni male dello spirito.

“We’ve got to live, no matter how many skies have fallen”.

Valeria Osti Guerrazzi

 

Titolo | L’amante di Lady Chatterley
Autore | D. H. Lawrence
Anno | 1928
Prima pubblicazione | Italia, Firenze

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