La vita è bella, la colonna sonora di Piovani
Il compito di una colonna sonora non è semplice, se ci pensate. Di solito i musicisti (meglio forse sarebbe dire i cantautori o i compositori) decidono cosa vogliono dire, e il comporre la loro melodia equivale al raccontare una storia che l’autore stesso ha deciso di narrare; per una colonna sonora è diverso, perché è più schiava della trama, deve incastrarsi e scendere a compromessi. Ne La vita è bella le partiture del maestro Piovani fanno molto di più perché prendono per mano le scene del film e, non a caso, vincono l’Oscar come miglior colonna sonora nel 1999 e vengono nominate per i Grammy Awards nel 2000.
Se La vita è bella, film di Roberto Benigni ambientato negli anni della persecuzione degli ebrei in Germania e in Europa, viene ricordato e apprezzato dalla maggior parte delle persone che vi abbiano assistito (parlo da incompetente del cinema, sia chiaro) come una pellicola dalla straordinaria intensità e dolcezza, questo è almeno in parte anche merito di quella sequenza indimenticabile di note…ve la ricordate? Sì, dai: “soooool-la-si-do-si-la-sooool…”.
L’album ha una caratteristica particolare, il tema principale La vita è bella si ripete in molti brani cambiando forma, timbro e intensità grazie ad una ritmica in continua evoluzione e all’utilizzo di strumenti sempre diversi.
Alcuni critici hanno considerato questo elemento marcante dell’opera di Piovani un limite, io non sono d’accordo. Non lo sono perché le variazioni timbriche sono notevoli, l’intensità in continua variazione, il ritmo passa senza troppi problemi dall’andante all’adagio con sprazzi di allegretto ma, soprattutto, non sono d’accordo perché Piovani ha trovato in questo modo uno strumento perfetto per accompagnare le vicende del film e il suo messaggio di speranza.
Messaggio a volte sussurrato, altre volte urlato, altre volte ancora ripetuto tra le lacrime o con il sorriso in volto, ma sempre quello: la vita è bella.
Tutta l’intensità e l’espressività musicale del maestro Piovani esplodono in due brani in particolare, La notte di fuga e Il treno nel buio, nei quali gli strumenti ad arco e i fiati monopolizzano la scena intrecciandosi e alternando sonorità più calme e fievoli a momenti di grande intensità, a voler sottolineare la drammaticità delle scene del film, la fuga, la paura, la speranza che si affievolisce.
In Buongiorno principessa, invece, mi rifugio quando ho voglia di “staccare la spina”, la melodia avvolgente e il suo leggero e dolce crescendo fanno sì che questo brano riesca a trasmettere serenità, già dalle prime note. Un senso di tranquillità si diffonde, di quelle sensazioni che servono (almeno a me) quando avrei bisogno di un sonoro “Buongiorno principessa!” di una voce amica, amata o semplicemente sperata.
A chiudere l’album troviamo, infine, un brano appassionato al cui ascolto mi risulta impossibile non pensare alle scene finali del film, al piccolo Giosuè che urla alla propria mamma dall’alto di un carro armato: “Abbiamo vintoooo! Mille punti da sballo e ora si torna a casa con il carro armato!”. Incredibile. La melodia iniziale è un mix di dolcezza – dato dagli strumenti ad arco – e di note sempre più marcate, come una gioia in crescendo, l’annuncio di una felicità ritrovata… finché, a tempo di valzer, ecco tornare il solito tema che si ripete, questa volta incalzante, prorompente.
Il tema de La vita è bella (sì sì, sempre il solito sooool-la-si-do-si-la-sooool) verrà poi reinterpretato da Noa nel brano Beautiful that day.
La cantante israeliana accoglie la sfida di Piovani e accetta di comporre i versi da accompagnare alla melodia del maestro, sarà amore a prima vista. La stessa Noa in un’intervista ha spiegato: «Nicola Piovani mi chiese di scrivere dei versi per due suoi temi tratti dal film “La vita è bella” di Benigni. “Buongiorno Principessa” era un po’ troppo lento ed i versi non si adattavano bene.
Quando, invece, ho sentito quello che poi è diventato “Beautiful that way” ne sono stata subito conquistata. E’ stato come se la musica mi avesse detto: per favore, scrivi i versi per me». Noa fa letteralmente sua (e di tutti gli ebrei, come dirà in un’altra intervista) quella sequenza di note e dà vita ad un pezzo davvero emozionante, un testo semplice e toccante, uno “shalom” cantato al pubblico, un augurio che comunica un’idea della vita che esclude l’odio e il pregiudizio.
“Smile, without a reason why”, già dalla prima frase Beautiful that day è un inno alla speranza e si rivolge a tutti, indifferentemente, perché “quel che è vero e quel che sogniamo è solo amore”. Noa canta l’attesa per un mondo un po’ più umano e forse davvero faticheremmo a trovare una speranza più attuale e profonda, oggi come ieri.
Le note di Piovani, la voce di Noa e le scene di Benigni ci ricordano che la banalità del male ha già avuto la meglio tante volte; eppure oggi, come sempre, sta a noi tutti coltivare questa memoria e decidere ogni giorno di andare controcorrente, sta a noi essere sostenitori convinti di una cultura della pace e dell’accoglienza.
Un grande rivoluzionario ha detto un po’ di tempo fa: ”Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo”, perché questa sia la nostra rivoluzione ogni giorno.
…because life is beautiful that way.
Paola Galli
titolo | La vita è bella
anno | 1998
artista | Nicola Piovani
genere | colonna sonora
durata | 40.07
etichetta | Virgin