La Sangria degli Spiriti: preparare la bevanda dell’oblio ispirati da Fellini
“Strani giochi del destino, ora sono qui e sono felice”
Fiore eterno. Supplica del sospiro. | Fiore grandioso, divino, snervante, | fiore di fauno e di vergine cristiana, | fiore di Venere furiosa e tuonante, | fiore mariano celeste e calmante, | il fiore che è vita e azzurra fontana | dell’amore giovanile e arrogante | che nel suo calice rischiara le ansie.
Federico García Lorca, La preghiera delle rose.
Se come già sappiamo, buon vino fa buon sangue, la sangria sicuramente lo trasforma in qualcosa di straordinario: infatti, grazie alle sue proprietà alchemiche e il suo bel color rosso vivo che ricorda proprio quello del sangue (in spagnolo sangre) è capace di accendere la passione nascosta nel profondo di chiunque la consumi.
Gli antichi greci e romani erano soliti mescolare il vino con zucchero, spezie e miele al fine di allungare la vita della preziosa bevanda. Questa tecnica di conservazione si diffuse poi in tutta l’Europa medievale, tanto è vero che la leggenda vuole che persino Federico II di Svevia ne fosse un estimatore appassionato, fino ad arrivare ai giorni nostri così come la conosciamo.
Possiamo pertanto affermare che la ricetta originale del vino speziato non esiste, ogni comunità ne possiede una sua versione (vino di Ippocrasso, vin brulé, vino moretum) e questo – pur rendendo impossibile affermare quale sia quella più antica – ci rende liberi di realizzarlo nel modo che più ci piace.
Io personalmente ne preparo una variante ispirata dal Matador di Giulietta degli Spiriti del mio adorato Federico Fellini, che ho chiamato “Sangria degli Spiriti”, l’unica in grado di togliere ogni sete in chi la beve, anche quella sete che mai si confessa. Del resto, chi di noi non ne ha bisogno ogni tanto? Per questo ho deciso di condividere con voi la mia preziosa ricetta della bevanda dell’oblio.
Io vorrei stare sopra le tue labbra
per spegnermi alla neve dei tuoi denti.
Io vorrei stare dentro il tuo petto
per sciogliermi al tuo sangue.
Fra i tuoi capelli d’oro
vorrei eternamente sognare.
E che diventasse il tuo cuore
la tomba al mio che duole.
Che la tua carne fosse la mia carne,
che la mia fronte fosse la tua fronte.
Tutta l’anima mia vorrei che entrasse
nel tuo piccolo corpo.
Essere io il tuo pensiero, io
il tuo vestito bianco,
perché tu t’innamori
di me d’una passione così forte
che ti consumi cercandomi
senza trovarmi mai.
Federico García Lorca, Madrigale appassionato.
Ricetta:
1 bottiglia di vino rosso fruttato di media qualità: se volete usare un vino spagnolo classico va bene un Rioja, se volete un vino misterioso puntate sul Syrah, altrimenti riponete le vostre speranze in un semplice Chianti. In mancanza di altro, nel momento del bisogno potete cogliere l’occasione per riciclare vini di dubbia origine tipo quelli made in Saigon. Nessuno vi chiede di stappare un Masseto cru da uve Merlot ma non usate mai il Tavernello vi prego, la sangria è una bevanda magica e come tale va rispettata.
– 2 o 3 pesche a piacere
– 1 limone (succo + fettine)
– 1 arancia (succo + fettine)
– cannella e chiodi di garofano (se vi piacciono le cose forti, come piacciono a me)
– 50 ml di Porto rosso
– 30 ml di Sherry
– 50 ml di Brandy
– acqua frizzante q.b.
– 2 cucchiai di zucchero grezzo (o miele, se siete innamorati)
Variante estiva: aggiungete menta, lamponi e ciliegie.
Variante autunnale: aggiungete mele e chicchi di melograno a piacere.
È preferibile gustare la Sangria degli spiriti al tramonto, accompagnati da un libro di poesie di Federico García Lorca da leggere al cielo con un leggero sottofondo di musica iberica per far danzare meglio le nuvole e il cuore.
E magari, perché no, organizzare un bel viaggio… Todo es posible!
Ma non dimenticate l’ingrediente più importante di tutti, l’ingrediente segreto che renderà tutto ancor più speciale: la dolcezza dei gesti alla quale dovrete abbandonarvi mentre la consumate.
Tutte le mille fragranze che emanano dalla tua bocca
sono profumate nuvole che uccidono di dolcezza.
Il mio corpo è come un’anfora, fatta di notte scura
che riversa la sua essenza in te, folle divina!
I tuoi sguardi si perdono dietro i dolci sentieri,
per te Notte ed Erebo ritornano dal Nulla,
Febe languida davanti a te si spegne, umiliata,
e una brina di fiori ricopre la testa di Eros.
In una notte tutta blu, nel giardino silente,
quando tu starai fantasticando di contrade brumose
e il piano consumerà la Canzone dell’Oblio,
La stella del mio bacio si poserà sulla tua fronte,
la fonte della mia anima ti inonderà di rose
e il piano canterà vibranti suoni.
Federico García Lorca, La donna lontana.