La Guarimba – come nasce un festival di cortometraggi
Certe volte cammino per New York, la città in cui vivo da oramai quasi 2 anni, e mi sembra di essere in mezzo ad una città così pulsante e così piena che non posso fare altro che considerarla il cuore pulsante del mondo. Tuttavia, appena mi fermo per sedermi in un qualche bar di Brooklyn richiamata dall’odore del caffè e dalle mie vere radici, mi guardo indietro e vedo il mio Bel Paese che, anche in una città così grande, prende possesso del mio cuore come un amante geloso. È per cui sempre un piacere conoscere coetanei italiani in una città così caotica, specialmente quando i ragazzi in discussione sono Giulio Vita e Sara Fratini.
Giulio e Sara sono cresciuti in mezzo a due culture, quella italiana e quella venezuelana, e, come me, hanno una visione sia interna che esterna del Paese. Insieme formano una bellissima coppia, ma sopratutto un team agguerrito e sognatore, due qualità immediatamente presenti, due qualità immediatamente ammirabili. La loro avventura inizia un anno e mezzo fa ad Amantea, un piccolo paesino della Calabria. Con i risparmi di una vita Giulio compra un cinema all’aperto, completamente abbandonato, che riserva in se quel potenziale visibile solo agli occhi di chi crede.
Il cinema é un cinema degli anni ‘50, quando l’Italia dettava al mondo cos’era l’Arte. Giulia e Sara, con tanto olio di gomito, ristrutturano il cinema che diviene sede del loro progetto: LaGuarimba Film Festival, un festival di cortometraggi d’animazione, documentari e fiction che prende luogo per la prima volta ad Agosto dell’anno scorso. Sono 4 giorni di festival che vedono il tutto esaurito tutti i giorni: mille posti, ingesso libero. Qui interrompo Giulio e gli chiedo che cosa ha LaGuarimba di diverso rispetto agli altri festival. LaGuarimba Film Festival è il primo festival onesto: niente giri di amicizia, zero stronzate, in un tentativo di tornare ad essere genuini e uscire dal nepotismo e dalla corruzione che ha caratterizzato l’Italia delle ultime decadi. LaGuarimba infatti significa “posto sicuro”,e richiama l’idea di tornare alle radici, di tornare a casa. Ma “fare guarimba” significa anche protestare, fare la rivoluzione. E come?
Giulio dice: “Siamo la generazione più preparata della storia e con meno opportunità”. Ed è qui che nascono quelli che molti definirebbero “i problemi”, ma che negli occhi di Giulio e Sara sono stati soltanto alcuni buchi sulla strada. Non è di certo il fatto che né il comune, né la regione, né il ministero abbiano dato fondi ad un’iniziativa culturale così valida che ha permesso a Giulio e a Sara di smettere di credere nelle proprie idee, ed è questo che rende ai miei occhi questo team così eroico nella propria missione. LaGuarimba Film Festival sopravvive senza fondi, grazie all’incredibile opportunità che ci offrono i social media. La strategia è proprio questa: cominciare a vedere il potenziale dell’essere la generazione che siamo invece di emulare il vecchio e, nel caso italiano, perfino l’antico che continua a screditare la nostra generazione con il disprezzo della frase: “I giovani d’oggi”.
LaGuarimba Film Festival quindi gira l’italia e conosce altre realtà di giovani italiani: dai ragazzi di Brescia con l’iniziativa “Internet mi ha salvato la vita”, a Riva del Garda con l’ evento “Impresa Sociale”, all’evento “Destroy Powerpoint” fino ad arrivare a Milano con “La Scheggia” ed andare oltre, fino in America e a New York, dove li incontro per un caffè a Brooklyn. Giulio e Sara sono ora diretti in Spagna, a Madrid e a Malaga, dove l’università ospiterà un loro workshop.
Giulio parla della vecchia Italia che muore e della nuova che rinasce. È un’Italia che stiamo vedendo apparire solo ora e che va incoraggiata: un’Italia che smette di credere che solo il vecchio sia buono, che bisogna avere almeno 50 anni per avere un’idea valida. Un’Italia che dà opportunità ai giovani. Un’Italia che parte da ragazzi come noi che finalmente prendono il proprio spazio sul palcoscenico e smettono di insegnare agli anziani a rubare il nostro spazio. E lo fanno con ironia e simpatia, con l’aria fresca e ribelle che abita solo Noi.
Sara è la responsabile grafica del progetto, il cui simbolo è la Scimmia. Perché la scimmia, chiedo io? Perché è un animale che ride e fa ridere, risposta. Sul sito si possono vedere diverse versioni della stessa scimmia fatte da diversi illustratori di diversi Paesi nella loro edizione unica della locandina per il festival. E la loro pubblicità: adesivi a forma di banana da attaccare su tutti i muri di Brooklyn in sincronia perfetta con la street art che caratterizza la nostra generazione. E su Instagram si possono seguire le avventure di Giulio e Sara nel tour del festival, e nella preparazione della prossima edizione, attraverso le diverse selfies della Scimmia. Risultato? Nel giorno dell’arresto di Berlusconi, su “Il Messaggero” LaGuarimba Film Festival ha ricevuto più condivisioni rispetto a quell’Italia che, forse, finalmente se ne va.
E’ ora di svegliarci, e finalmente ora lo stiamo facendo.
Audrey Ross