L come Literature | Di cosa parliamo su SALT Editions nella sezione letteratura
Nel nostro elenco di attimi che compongono il sale della vita c’è sicuramente leggere. Leggere per dovere, per piacere, per sete di sapere e voglia di piangere ed urgenza di ridere. Se prendessimo lezioni (americane) da Calvino scopriremmo che “nell’universo della letteratura s’aprono sempre altre vie da esplorare, nuovissime o antichissime, stili e forme che possono cambiare la nostra immagine del mondo”. Leggere è un viaggio low cost che ci permette di non rimanere schiacciati sotto il peso di tutte le vite che non stiamo vivendo, di essere in ogni luogo in ogni tempo, rendendo labile la linea di confine tra ciò che è reale e ciò che non lo è. Si finisce per pensare che una persona assomigli al protagonista di un libro che abbiamo appena letto, dimenticandosi che i personaggi sono sempre ispirati a uomini in carne ed ossa, e nessuno riuscirà a convincerci che no, quello seduto laggiù in quel caffè non è Pereira. Leggere è il sale della vita per tutti coloro per i quali una vita non è abbastanza, e per i quali ogni parola letta ha lo stesso sapore di un’avventura vissuta.
Giulia Galimberti
Il sale della vita: corrispondenza tra un’antropologa e il suo medico
Sono incappata ne “Il sale della vita” un giorno in cui ero particolarmente triste. Quando sono particolarmente triste entro in una libreria (una qualunque, dipende da dove mi trovo) e faccio giri lunghissimi tra gli scaffali: guardo i libri, li tocco, li annuso; e poi osservo le persone intorno a me. Si tratta di una panacea collaudata che sempre consola, almeno un po’. Quel giorno ero nella libreria della stazione Garibaldi, a Milano, e mentre aspettavo un treno che non volevo prendere mi è capitato tra le mani questo libello, il quale a fronte di così piccola dimensione ostentava, quasi spavaldamente, un titolo tanto impegnativo. Francoise Héritier pretendeva, in novantadue pagine, di mostrare le tracce della felicità; di indicare la via che porta allo stato d’animo forse più agognato, sicuramente più sfuggente tra tutti. Per quale motivo un’antropologa tanto famosa, una studiosa di profilo altissimo quale è lei aveva azzardato un simile esperimento?
L’intero sito prende spunto proprio da questo libro: responsabilità non piccola è dunque la mia, dovendo presentarlo. Eppure non ho timori di sorta, perché “Il sale della vita” non è un capolavoro, non è e probabilmente non diventerà un grande classico della letteratura, non è un autorevole manuale o un trattato sapienziale: ma è un libro prezioso, perché parla della vita, e della sua essenza; del suo sale, appunto. E lo fa con la semplicità disarmante che è propria dei grandi scrittori, e con un metodo di scrittura – l’elenco – che permette di prendere parte ad una riflessione altrimenti inevitabilmente e pesantemente altisonante con un approccio più sensuale, più corporale, quasi viscerale.
Héritier dà la sua soluzione: offre la propria idea di felicità attraverso un lungo elenco di piccoli ricordi, esperienze vissute, oggetti utilizzati, vacanze fatte, libri letti, frasi dette o ascoltate, luoghi visitati. Possiamo riconoscerci in molto di ciò di cui scrive, in poco, in nulla: non importa. Quel che rende questo libro universale è l’idea di fondo: l’idea cioè che vi sia
“…una leggerezza, una grazie tutta speciale nel puro e semplice fatto di esistere, al di là di tutti gli impegni professionali, dei sentimenti intensi, delle lotte politiche e umane: di questo, e di nient’altro, mi sono sforzata di parlare. Di quel piccolo di più che si offre in dono a tutti noi, e che chiamerò il sale della vita”.
Buona lettura
autore | Françoise Héritier
titolo | Il Sale della Vita
editore | Rizzoli
collana | Saggi
anno prima edizione | 2012
Ginevra Ripa
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