Individuo e Comunità | Paul Goodman
Anarchia e Innovazione
Oggi l’innovazione, per chi si occupa di organizzazione e tecnologia, gira intorno a nuove parole chiave: Collaboration, Smart-Working, Community, Social Leadership, Social Learning, Social Innovation.
Non sono trasformazioni semplici, si introducono valori nuovi nel lavoro e nella vita sociale: senso di comunità (fiducia e responsabilità) partecipazione (esigenza distribuita di un ruolo attivo e propositivo nella comunità) e collaborazione (condivisione delle risorse e progettazione distribuita).
Eppure tutto esisteva già negli anni ‘50, e si chiamava Anarchia.
Per Paul Goodman, anarchico, pacifista, sociologo, poeta, scrittore, critico cinematografico, fondatore di “Liberation” ed intellettuale statunitense, l’anarchismo moderno nasce per subentrare al liberalismo che nel corso dell’800 perde la sua carica innovatrice. Non tappiamoci le orecchie dunque: Anarchia non è solo manette e fumogeni nella piazza. L’atto rivoluzionario è fondamentale, ma non si intende raggiungere il “bordello”, lo “spaccare tutto”, il “minchia se non do fuoco alla banca sono un coglione”. Si parla invece di innovazione sociale, libertà dell’individuo e maturazione dell’autonomia e della consapevolezza degli uomini.
Uno dei libri più significativi in questo senso è “Individuo e comunità”, edito da Eleuthera, una raccolta di scritti politici di Goodman, che oggi vi risputo fuori a paragrafi, ben digerito.
SENSO DI IMPRESA E RESPONSABILIZZAZIONE
“L’anarchia richiede competenza e fiducia in sè stessi, il sentimento che parte del mondo appartiene a me. Non prospera tra gli sfruttati, gli oppressi e i colonizzati. Così, sfortunatamente, manca di una spinta potente verso il cambiamento rivoluzionario”.
Goodman appartiene alla corrente di pensiero anarchico che nasce con Kropotkin. Per questi pensatori le condizioni migliori per far nascere sistemi anarchici si trovano tra gli “Young Professionals”: giovani dottori, professionisti, studenti. L’anarchia richiede forte senso di impresa e responsabilità. E’ questa la corrente opposta a quella di Bakunin, che vedeva al contrario l’unica fonte di rivoluzione nel desiderio di libertà della classe operaia oppressa.
DECENTRALIZZAZIONE DEL POTERE
“Uno dei più diffusi equivoci sugli anarchici è che essi credano alla bontà della natura umana e che perciò ci si possa fidare degli uomini perché si autogovernino. In realtà tendiamo ad adottare la prospettiva pessimistica: non ci si può fidare della gente, perciò bisogna impedirne la concentrazione del potere. Chi comanda è particolarmente soggetto alla stupidità perché non è a contatto con la specifica esigenza concreta, e ciò nonostante continua a interferire con le iniziative delle altre persone, rendendole altrettanto stupide e ansiose”.
I nuovi leader vivono ai bordi del branco. Sono gli uccelli ai margini che indicano la direzione dello stormo (leggi l’ultimo post di Marco Mazzucco).
ORGANIZZAZIONE SOCIALE E PRODUTTIVA SU SCALA COMUNITARIA
“Il sistema ha indebolito lo spirito d’iniziativa e di fiducia nella possibilità di operare mutamenti fondamentali. Disintegrando le comunità e mettendo le persone di fronte ai soverchianti processo della società intera, ha distrutto la misura umana e ha privato gli individui di forme di associazione gestibili che permettano la sperimentazione”.
Goodman promuove una struttura organizzativa cellulare, a piccole community autonome ma interconnesse, che favorisca un approccio sperimentale per l’innovazione radicale. Già allora si parlava dei principi che avrebbero poi dato vita al filone del Design Thinking (se vi interessa la tematica dopodomani partecipate alla Conferenza “Italic Design Thinking”)
DESCOLARIZZAZIONE E RIAPPROPRIAZIONE DEL TERRITORIO
“Il compito principale degli educatori dovrebbe consistere nell’aver cura che le attività della società forniscano l’educazione incidentale” (il giovane sperimenta cause ed effetti, invece che esercizi pedagogici). “[…] Se necessario, il governo e la società dovrebbero inventare nuove attività utili, offrendo altre opportunità educative. Probabilmente, il pedagogo ateniese, che gira per la città con i suoi alunni, sarebbe il modello migliore; ma, perché sia possibile, le strade dovrebbero essere più sicure e i luoghi di lavoro più accessibili di quanto è probabile che diventeranno. Un pre-requisito della pianificazione urbanistica è che i bambini possano usare la città; infatti, nessun centro urbano è governabile se non vi crescono cittadini che lo sentono come proprio”.
Ragazzi fuori dalle aule, a riscoprire il mondo. E un ritorno del ruolo dell’insegnante come primo motore sociale per la vera crescita, che governi l’immensa mole di nozioni disponibili e faciliti l’apprendimento autonomo dello studente.
Si parla insomma di un’esistenzializzazione della politica. S.T.Coleridge disse: “Per avere cittadini, dobbiamo prima essere sicuri di aver prodotto uomini”.
Ci son dei bei segnali in giro di ritorno all’umanità della spinta innovativa e produttiva (Date un occhio ai progetti finalisti del concorso organizzato negli ultimi giorni da Che Fare), ma per alcuni Anarchia è ancora sinonimo di Utopia.
Ma cosa è Utopia? “Le idee vengono chiamate utopiche quando appaiono utili ma propongono uno stile diverso, una procedura differente, un movente differente da quelli consueti in quel particolare momento”. “Proponiamo una saggezza antica in cui tutti credono, ma che tutti hanno convenuto di non considerare pertinente, e tutto questo accade tra la gente che ha di fatto ben poco controllo sui mezzi di produzione o sul potere, ma che è graziosamente abituata alle complicate procedure del momento, ricavando soddisfazione dall’identificarsi con esse. Perciò, paradossalmente, quanto più sono semplici e facilmente attuabili, e dunque meno “utopiche”, tanto più sono veramente non pratiche per questa gente”.
Non aspettiamo la prossima manifestazione, la rivoluzione si gioca ogni giorno.
titolo | Individuo e comunità – Scritti politici
autore | Paul Goodman (1911-1972)
editore | Eleuthera
anno | 2014
Molto, molto bello.
Anche il post di Mazzucco. Peccato che a un certo punto utilizzi anarchico come sinonimo di caotico, mentre anarchico sarebbe semmai sinonimo del comportamento collettivo autorganizzato (e ‘smart’ mi verrebbe da aggiungere) che tanto bene descrive.
Purtroppo, ormai s’è capito, il termine anarchia è stato inquinato. Parliamo di Design Thinking, Lean Startup, Exponential Organization e Holacracy. Va bene lo stesso. Non stiamo a fare sottigliezze etimologiche. Innovation = Creativity x Execution x Appeal = Value. Se questi termini sono più appealing e attuali ben vengano.
“Don’t wait for the next meeting, disruptive innovation is everyday.”
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[…] giorno sono andato alla festa dei 30 anni di Eleuthera, casa editrice per la cultura libertaria (ne abbiamo già parlato su SALT). Vino, musica, bella gente e libri al 50%. Ho riempito lo zaino di un sacco di cose interessanti. […]