Il suicidio spiegato da maicol&mirco
Oggi si parla di un fumetto che si è conquistato un posto sul mio comodino, Il suicidio spiegato a mio figlio (autoproduzione PRIMAOMAI) di maicol&mirco, autore della compagine dei Fratelli del cielo insieme a Ratigher, LRNZ, Tuono Pettinato e il Dr. Pira. Ormai del metodo PRIMAOMAI dovreste saperne più di me, dato che ve ne ho già parlato il mese scorso. Sappiate che, se volete accaparrarvi la vostra copia, in questo caso ne ho vista ancora qualcuna circolare in qualche fumetteria o agli stand Saldapress delle fiere. Devo dire che questo fumetto tutto nero e rosso e così compatto fa proprio una gran bella figura sul mio comodino, e quando lo sfogli la carta è così spessa da essere veramente piacevole da sentire sotto le dita.
Di fatto si tratta di un fumetto nel fumetto. Infatti, i due “protagonisti” sono due colleghi che commentano il suicidio di un loro conoscente mentre uno dei due si immerge nella lettura della sua opera ultima, ovvero Il suicidio spiegato a mio figlio. In questo libro nel libro ci sono poi 4 grandi capitoli intitolati “Le maniere”, “La grammatica del suicida”, “I grandi maestri” e “Mario il professore”, sempre incorniciati dalla vicenda dei due colleghi.
É difficile spiegare perché questo fumetto sia davvero unico nel suo genere. Forse, prima di tutto, dovrei dire che tecnicamente non si tratta un fumetto vero e proprio. Le pagine non sono strutturate a vignette, non ci sono balloon e soprattutto è completamente assente lo “spazio bianco”, ovvero quella parte mancante tra le vignette che ti permette di collegarle con l’immaginazione. Vogliamo parlare dei disegni? Nella maggior parte delle pagine una o due…persone?…parlano o fanno cose senza alcun contesto, sfondo o abbellimento. Anzi non si tratta neanche di persone dato che i personaggi sono esseri bidimensionali dalla forma astratta con un lungo becco al posto della bocca.
La cosa stupefacente è che tutto questo non inficia minimamente la godibilità del tutto. Al contrario, mi sento di affermare che la completa assenza di orpelli e manierismi renda questo fumetto uno dei più scorrevoli che io abbia mai letto. La comunicazione è immediata e il lettore non può far altro che divorare una pagina dopo l’altra (e vi ricordo che anche il solo sfogliarle è un piacere) così che queste 383 pagine scorrono via velocemente, ma anche potentemente in quanto il tema affrontato non può certo lasciare indifferenti.
Infatti, maicol&mirco riesce a gestire il tema del suicidio in un modo del tutto unico. Provate a immaginare quanto sia facile cadere nella banalità o nel buonismo quando si parla di queste cose. Invece l’autore ci regala vere e proprie perle di saggezza così ciniche e dissacranti, ma in alcuni punti anche profonde, che è davvero impossibile, almeno per me che sono una brutta persona, non adorare la sua visione del mondo.
A pensarci bene, i toni sono a tal punto ironici che un altro tema affrontato è sicuramente quello della capacità, e della liceità, di scherzare sul suicidio, ma anche sulla vita stessa. Me ne sono resa conto soprattutto quando, parlando con mia mamma, ho capito che lei si sarebbe aspettata tutt’altra cosa da un titolo del genere (eppure non è certo una persona bigotta…ciao mamma!). Anche così, però, manca da dire qualcosa. È vero che durante la lettura non facevo altro che sghignazzare e ridacchiare. Solamente arrivata alla fine ho capito che in fondo, dietro a quel sorriso e a quella risata, si nascondeva una certa amarezza, come quando improvvisamente ti rendi conto di essere tu stesso a essere messo alla berlina.
Il suicidio spiegato a mio figlio può sembrare una lettura facile, e di certo si legge facilmente, ma possiede quella forza che hanno solamente le storie che ti fanno aprire gli occhi sul mondo, e lo fanno in un modo totalmente unico e inaspettato. Prossimamente maicol&mirco, in collaborazione con BAO publishing, riscriverà a modo suo la Bibbia in un libro di quasi mille pagine. Non oso ancora immaginare cosa possa venirne fuori, ma, ommioddio, non vedo l’ora di leggerlo.
Intanto beccatevi la mia “perla” preferita nel capitolo “I grandi maestri”:
“Gesù (0 – 33 d.C) pur di uccidersi si incarnò”.
titolo | Il suicidio spiegato a mio figlio
autore | maicol&mirco
editore | Primaomai
anno | 2015
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