Il mio primo solo travel – Anime Baltiche | Estonia

Il mio primo solo travel – Anime Baltiche | Estonia

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Tartu, Piazza del Municipio
Tartu, Piazza del Municipio

È il 22 agosto, per le strade di Vecriga si sente il profumo della fine dell’estate.

Faccio una veloce colazione nella parte vecchia di Riga e alle 9 salgo su uno di quei bus futuristici che ci sono da queste parti: schermo ad ogni singolo sedile con catalogo di film, musica, audiolibri. Ho quattro ore di tempo prima di arrivare a Tartu, mia prima meta dell’Estonia.

Durante il viaggio scelgo di guardare Boyhood, fosse anche soltanto per guadagnarmi una stella in più sul registro degli amici di Francesco. Di colpo, vengo catapultata nell’infanzia e adolescenza di Mason per quasi 3 ore e perdo la concezione del tempo. Ero stata avvisata riguardo la straordinaria bellezza del film, ma non avevo considerato la colonna sonora, che mi attira a sé e mi accompagnerà senza tregua per i giorni successivi.

Arrivo all’Hotel Tartu (che nome spettacolare, signori!) e mi sento the luckiest person alive quando scopro che ho l’upgrade della camera. Lascio i bagagli in camera e mi precipito lungo il fiume, faticando nella scelta del bar dove pranzare: qui è un tripudio di tavoli colorati e lucine appese in ogni dove che immagino renderanno tutto ancora più hipster tra qualche ora, al calare del sole. Non finirò mai di apprezzare quanto i Paesi nordici amino l’estate con ogni fibra dei loro corpi.

Faccio un salto al Tartu Market Hall, il mercato coperto della città, ormai attrazione per me imperdibile, ma resto prevedibilmente delusa dalle dimensioni del posto, dopo aver visitato l’hangar di Riga. Nulla da eccepire sull’ordine, però. Il mio animo OCD si placa e se ne va ripagato. Fun (e non vegan) fact: la statua di un maiale con disegnati i tagli da macello sul corpo accoglie i turisti al mercato. Daje.

Tartu pig statue
Tartu Market Hall

Tartu è una cittadina del sud dell’Estonia, la seconda più popolata del Paese, ed è famosa per essere un polo universitario di riferimento internazionale.

Spoiler: sarà capitale della cultura europea nel 2024!

Nel pomeriggio decido ancora una volta di partecipare al Free Walking Tour per conoscere meglio la città e, di nuovo, la scelta si rivela vincente. Ci troviamo nella Town Hall Square, in quel momento cosparsa di bandiere colorate con tanto di cornice per le foto ricordo. Il punto preciso del ritrovo è nella Piazza del Municipio, davanti alla “Kissing Fountain”, statua di due studenti che si baciano al riparo di un ombrello: straordinario esempio di quanto si potesse fare show off pure in epoca pure pre social.

Kissing students Tartu
Kissing students, Tartu

Dalla guida scopro che i colori della bandiera estone ritraggono il paesaggio invernale. Brilliant!

Altro fun fact: al numero 4 di via Vallikraavi troverete la statua di Oscar Wilde e dello scrittore Eduard Vilde, immortalati in una conversazione mai avvenuta nella realtà. (pare)

Dopo una pausa al Caffè Werner (che vi consiglio vivamente per evitare cali glicemici), nella città vecchia visitiamo anche il Campus dell’Università, considerato il polo di ricerca più prestigioso di tutta l’Estonia. A pochi minuti di cammino, invece, ci aspettano i ruderi della Cattedrale di Tartu, magnifica struttura gotica in mattoni rossi ormai interamente scoperchiata ma molto ben tenuta e divenuta oggi tra le principali mete turistiche del Paese.

Tartu Cathedral
Tartu, ancient Cathedral

Alla fine del tour approdiamo al classico bar hipster che non guasta mai, il Möku. Qui ho modo di conoscere altre tre ragazze impegnate nei rispettivi solo-travel, dall’Australia, dall’Ucraina e dalla Germania. Andiamo a cena al Meat e scegliamo di andare al cinema a vedere BlacKkKlansman, che in Italia uscirà soltanto tra due mesi. Appena uscita dalla sala, fatico ad esprimere in un’altra lingua l’imbarazzo e la rabbia che mi provoca la pellicola, ma percepisco la stessa inquietudine negli occhi delle altre ragazze e sento d’improvviso il mondo un po’ più piccolo e vicino.

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“…estoni, lettoni e lituani si presero per mano e formarono una catena umana di seicento chilometri, da Tallin a Vilnius, lungo tutta la Via Baltica. Il 23 agosto 1989 due milioni di persone in Estonia, Lettonia e Lituania celebrarono così il loro cinquantenario del patto tra Stalin e Hitler che aveva posto fine all’autonomia degli stati baltici. Con quella pacifica manifestazione di massa costrinsero il Cremlino a concedere l’indipendenza.”

Oggi è proprio il 23 agosto e chiudo la mia copia, ormai consunta, di Anime Baltiche e decido di andare a piedi (circa 2km) all’Estonian National Museum, dallo straordinario edificio futuristico, inaugurato nel 2016, sottraendo il posto a una ex base militare sovietica. Mi sembra un buon modo per celebrare l’anniversario dell’indipendenza di questi Paesi che sto imparando a conoscere ed amare.

Lungo la strada vi consiglio di soffermarvi alla casa gialla sulla sinistra che – presumo noterete anche voi – è letteralmente capovolta. Il tetto come fondamenta, in un precario equilibrio, e la porta d’ingresso là su, in cima. Non a caso, la casa si chiama Upside Down HouseI ed è una delle attrazioni della città,

Estonian National Museum
Estonian National Museum, Tartu

Ecco, sappiate che per me l’Estonian National Musuem vale il viaggio a Tartu. Pare che sia il più grande museo dei Baltici e racconta la storia culturale dell’Estonia a partire dall’età della pietra fino all’epoca contemporanea, cercando di rendere interattivo il percorso di ogni visitatore. Davvero, sarà difficile annoiarsi.

Highlights:

  • All’ingresso vi consegnano un badge con cui potrete cambiare lingua ad ogni leggio (credetemi, ringrazierete di averlo)
  • La struttura è Instagrammabile in ogni suo angolo, provare per credere. #AccidentallyWesAnderson
  • Bella la mostra sugli Urali (giuro, non avrei mai sognato di pensare una frase del genere, tantomeno di scriverla)
  • Pranzo all’interno

Ritorno verso il centro della città e mi fermo per un caffè da Crepp kohvik restoran.
Ho ancora un paio d’ore prima di partire per Tallinn e decido di spenderle ai giardini botanici dell’università.



Il viaggio dura soltanto 2 ore e arrivo alle 19:30 a Tallinn, finalmente.

Sogno di visitare questa città da anni, pentita di non averlo fatto quando ero in Erasmus in Svezia. Anche il giorno dopo mi lancio nell’ennesimo e – ahimè – ultimo free walking tour, scegliendo la guida Estadventures. Si parte da Niguliste 2 e questa volta preferisco non cercare nuovi compagni d’avventura, ho una tabella di marcia piuttosto rigida per non sprecare l’ultimo giorno e mezzo di viaggio. Ci raccontano che Tallinn è il risultato della crasi di Taani-linn due parole danesi che significano appunto “città (o castello)” “danese”.

Oggi Tallinn conta poco meno di 500.000 abitanti ed è chiaramente la città più grande dell’Estonia, ma a differenza di quasi ogni altra città europea è popolata da un numero impressionante di giovani, con un’età media complessiva poco superiore ai 40 anni (dati 2018). Le mura racchiudono il suo centro storico cingendolo in un abbraccio del tardo medioevo. Si dice che in passato le torri di Tallinn fossero quasi 50, di cui 26 sopravvissute fino ai nostri giorni.

La peculiarità di Tallinn è che perdendovi tra le sue stradine acciottolate vi sembrerà di camminare in un borgo medievale, ma ormai tutti sappiamo che la capitale dell’Estonia è un centro di riferimento internazionale per la tecnologia e polo d’avanguardia per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. In merito, vi consiglio questo bellissimo approfondimento di Rivista Studio: che cos’è e-Estonia?

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Consigli banali ma necessari sul tema culinario: una visita al Kompressor è d’obbligo, anche se è meta più che gettonata dai viaggiatori con Lonely Planet al seguito, ma si tratta di una scelta che soddisfa le aspettative: lanciatevi su pancakes e sidro di mele e non ve ne pentirete. Come ristorante, invece, provate il Rataskaevu 16.

Tallinn
Tallinn, centro storico

Cosa visitare se avete soltanto un paio di giorni a Tallinn?

  • Aleksander Nevskij Cathedral: cattedrale ortodossa sulla cima della collina di Toompea. Gli interni sono a dir poco straordinari, con quell’azzurro accecante dei soffitti come se fosse sempre un pomeriggio di sole.
  • Farmacia Raeapteek: una delle farmacie più antiche d’Europa ad essere ancora attiva, qualcuno sostiene che sia la più antica in assoluto (dal 1422). Arredi e oggetti incredibilmente affascinanti vi faranno superare il fatto che si tratti di una meta ormai estremamente turistica.
  • Kalamaja: altrimenti noto come “il quartiere dei pesci”, nella parte più settentrionale di Tallinn. Casette in legno colorato e curati giardini residenziali vi attendono in quest’area ancora non troppo turistica della città. Vale la pena visitarla per un pomeriggio alternativo, di quiete e fascino.
  • Telliskivi Loomelinnak: poco distante dalla città vecchia di Tallinn, visitate questa area industriale riqualificata e resa incredibilmente viva con bar, caffè, mercatini e negozi di ogni tipo. Murales colorati ed esposizioni artistiche vi accoglieranno ad ogni angolo. (Ancora una volta: hipster alert!)
  • Contemporary Art Museum of Estonia (EKKM): museo d’arte contemporanea gratuito, incorniciato in un edificio in rovina, ex centrale di riscaldamento o qualcosa di simile. E’ uno spazio espositivo fondato da artisti e ricchissimo di esposizioni permanenti e temporanee, comprensibili o meno, affascinanti e assurde. Vale la pena senza dubbio.
Telliskivi Loomelinnak
Telliskivi Loomelinnak, Tallinn

Ho immaginato tante volte come avrei potuto concludere il mio primo viaggio in solitaria: una dozzina di giorni con uno zaino sulle spalle e la voglia di scoprire “altro”. Ecco, io so soltanto di aver percorso tanti chilometri, a piedi, in autobus o in treno, lungo i tre principali Paesi che si affacciano al Mar Baltico – Estonia, Lettonia e Lituania. E sono volutamente rimasta offline per l’intera durata del viaggio, senza aprire mai nessun social network, per immergermi in una storia europea così simile alla nostra, ma così spesso dimenticata.

Viaggiare soli non è semplice, ma come scrive il “mio” Jan Brokken, che mi ha accompagnato ogni giorno di questo percorso, “viaggiare – insieme a leggere e ascoltare – è sempre la via più utile e più breve per arrivare a se stessi”.




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