Il Grande Nord, dove Norvegia, Finlandia e Svezia si incontrano
Un viaggio verso l'estremo Nord della costa norvegese, fino alla Lapponia finlandese e svedese e alle isole Lofoten
Non so perché, ma ho una vera passione per il nord Europa. Ogni volta che ho la fortuna di poter organizzare un viaggio, le prime mete a cui penso si trovano lassù, dove le case si diradano, lʼaria è più limpida e il cielo più leggero. Ho girovagato per il sud della Norvegia nel primo viaggio che ho organizzato completamente da sola, quello in cui pensavo che sarei diventata adulta nel giro di unʼestate, dopo lʼesame di maturità. E questa volta, in questa estate che sapevo avrebbe portato tanti cambiamenti, lʼistinto mi ha portato a desiderare una meta ancora più lontana, ancora più a nord, lontano dalle grandi città, dove cercavo il silenzio di cui avevo bisogno. E sono andata ad esplorare la Norvegia del nord, la Lapponia finlandese e svedese e le Isole Lofoten.
Tromsø è la porta di accesso della vera Norvegia del nord, punto di partenza per qualsiasi tour che punti a raggiungere le vaste regioni del Troms e del Finnmark fino a Capo Nord. La cosiddetta Parigi del Nord, definita tale probabilmente da avventurieri venuti ad ubriacarsi nel birrificio più a nord dʼEuropa, è in realtà una piccola cittadina piuttosto insignificante cresciuta solo in tempi relativamente recenti grazie proprio al turismo. Anche il celebrato museo Polaria, che riguarda la vita nellʼArtico con un occhio ai cambiamenti climatici, è davvero una delusione: qualche filmato, una manciata di infografiche e una vasca dʼacquario che appare davvero troppo piccola per le 4 foche, mascotte della struttura.
La vera bellezza della Norvegia del nord la si apprezza nei lunghi tragitti tortuosi che seguono le coste frastagliate dei fiordi. Il viaggio verso Alta svela panorami mozzafiato dietro ogni curva e al di là di ogni salita, dove è facile perdersi con lo sguardo nelle grandi vedute che, a queste latitudini, sono libere anche da vegetazione ad alto fusto. Se non ci siete mai stati provate ad immaginare grandi montagne che sorgono direttamente dalle profonde acque scure oceaniche, con sprazzi di neve a decorare le cime, dove, purtroppo, i grandi ghiacciai presenti in passato si stanno ritirando sempre di più, mentre la presenza dellʼuomo è limitata a rare casette di legno che spuntano con sprazzi di colore.
Alta è un agglomerato di piccole case così sparse lungo il suo fiordo da risultare in perfetta simbiosi con il verde che le abbraccia. Questo fiordo è popolato dagli uomini sin dalla preistoria e la loro testimonianza è arrivata fino a noi grazie alle incisioni rupestri che si trovano lungo un tratto di costa di circa 3 km. È emozionante pensare che, per migliaia di anni, gli abitanti di questa regione così remota abbiano lasciato il segno del loro passaggio decorando le grigie rocce costiere con le scene della loro vita, magari attendendo pazientemente che passassero i lunghi mesi di buio prima di dedicarsi a questa attività che per loro era come un rituale magico.
Nei pressi di Alta si trova anche il canyon di Sautso, il canyon più profondo del nord Europa. Per raggiungerlo bisogna avventurarsi in un trekking di circa 7 km nella tundra norvegese, un paesaggio tanto spoglio quanto meravigliosamente incontaminato. È difficile descrivere la vastità del canyon, che il pigro incedere del fiume ha scavato nei millenni, per me una delle poche manifestazioni concrete del sublime di kantiana memoria.
Più ci si avventura verso nord più la vegetazione si dirada e il paesaggio diventa aspro e ostile, anche per le impressionanti formazioni di rocce metamorfiche che sorgono direttamente dalle inquiete acque oceaniche. In questo sorprendente contesto Capo Nord è sì una meta simbolica, ma conserva innegabilmente un certo fascino. Trovarsi nel punto più estremo del continente europeo, a soli 2000 km dal Polo Nord, lʼambito traguardo dei grandi esploratori di inizio ʻ900, è unʼesperienza che ti regala, in un certo senso, un assaggio della vastità del mondo e di quanto sia emozionante esplorarlo sin nei luoghi più remoti.
A questo punto non resta che rivolgere lo sguardo verso sud. Una volta abbandonata la costa norvegese la vegetazione torna a comparire, e più ci si addentra nella Lapponia finlandese più gli alti fusti dei sempreverdi diventano lʼelemento preponderante del paesaggio insieme a vasti laghi azzurri. Una gita in barca lungo uno di questi lunghi corsi dʼacqua permette di apprezzarne lʼestensione a perdita dʼocchio, mentre addentrarsi in queste foreste regala scorci inaspettati tra cascate e forre profonde. È stato qui che ho trovato ciò che stavo cercando, il silenzio più cristallino, in fondo ad un molo adagiato su un vasto lago appena increspato.
La strada verso Kiruna, attraverso la Lapponia svedese, conserva le atmosfere già trovate in Finlandia, con la differenza che qui le grandi foreste della taiga sono dominate dai bianchi tronchi delle betulle. Il contrasto tra la natura infinita e la desolazione della città di Kiruna è un vero e proprio shock. Kiruna sorge in prossimità del più grande giacimento di ferro del mondo ed è letteralmente circondata da colline di detriti minerari. La peculiarità di questa città, cosa che a mio avviso la rende il vero simbolo dellʼAntropocene, è che le attività minerarie si sono estese al punto che questa è destinata irrimediabilmente a sprofondare e una nuova Kiruna è già in costruzione a poche decine di km di distanza.
Proprio alle porte di Kiruna, però, si trova il meraviglioso parco naturale Abisko, vero paradiso delle attività allʼaperto e del trekking. Il sentiero scelto costeggia un fiume dalle acque verdi e limpide e porta fino a una spiaggia di ciotoli, dove rubare preziosi momenti di vero relax in un viaggio che fino a quel punto aveva già percorso più di 2000 km. Ma nuovi posti ci aspettano e già siamo in strada verso Narvik e poi ancora verso la tappa finale: le Isole Lofoten.
Le Lofoten sono un altro di quei luoghi dove, dietro ad ogni angolo, cʼè un nuovo meraviglioso scorcio da contemplare. Le limpide giornate di sole fanno risplendere colori inebrianti: il blu dalle acque, che qui, meno profonde, assumono anche le tinte del turchese, il verde intenso dei prati, il viola brillante dei fiori da campo, lʼazzurro limpido del cielo, il bianco delle spiagge di sabbia. In questi splendidi paesaggi si incastonano alla perfezione i piccoli villaggi costieri, con le loro barchette, le case di legno, i moli dove in ogni angolo si scorgono (e si odorano!) gli stoccafissi appesi al vento ad essiccare.
Unʼesperienza davvero indimenticabile da provare alle Lofoten è il postale dei fiordi, lʼHurtigruten, ovvero la nave che in passato portava la posta di villaggio in villaggio lungo tutta la costa norvegese. La tratta che abbiamo scelto viene percorsa durante il lunghissimo crepuscolo della notte estiva del nord e una fioca luce rosata ci accompagna mentre questa enorme imbarcazione si muove in modo sorprendentemente agile allʼinterno degli stretti fiordi. Uno spettacolo da godersi fino allʼultimo minuto, fino a che il grande ponte non resta deserto e il freddo vento dellʼoceano non ti costringe a rifugiarti sottocoperta.
Ci sarebbero così tante altre cose da raccontare, dalle renne che correvano ai margini delle strade, alla fredda accoglienza dei solitari abitanti di quei luoghi remoti, dai silenziosi stormi di migliaia puffini, alla scuola di surf più a nord del mondo. Scegliete una compagnia calorosa e intraprendente, come ho avuto la fortuna di avere io, ad accompagnarvi in questo viaggio, perché questa terra, il Grande Nord, è tanto limpida quanto tempestosa, tanto bella quanto ostile, come gli amori impossibili.
Scandnavia ha il suo fascino unico.