Il CEO del Mi Games ci ha spiegato come fare il cash
Il Mi Games è una bella iniziativa di sport
Bellaraga. Oggi ospitiamo un pezzo grosso dello showbiz milanese: Davide Ardizzone, conosciuto negli ambienti vip della MilanoBene come Dade e mente pulsante del Mi Games.
Sarebbe doveroso da parte mia forse fare una breve introduzione al Mi Games, dire un attimo cos’è e altre cose belle per aprire un articolo e incuriosirvi, ma potevo mica lasciarmi sfuggire l’occasione di minimizzare il mio contributo. Quindi lo faccio elegantemente fare al deus ex machina della situazione.
J: Dade, hai voglia di spiegare in breve a quei quattro sfigati che ancora non lo conoscono cos’è il Mi Games?
D: In primis grazie a quel barbalunga di Jay Jay, che ci ha dato la possibilità di spiegarvi (se avrete voglia di leggere, ma dubito) cos’è Mi Games! Mi Games è una manifestazione multisport (o almeno così la definiamo noi, anche se sono 4 sport in croce) che comprende basket, beach volley, atletica e stranamente il calcio.
L’ idea è che ognuno possa iscrivere la sua squadra amatoriale, o molto amatoriale (ad esempio Frosinone Culone¹), e partecipare allo sport che preferisce. Ma stiamo attenti, perché le squadre meno amatoriali di tutte rischiano anche di vincere dei premi.
L’ idea di Mi Games, nonché il suo motto, è LiveTheCity LiveTheSport.
J: Come è nata l’idea e come siete riusciti a tirarla su? A me succede ogni giorno di avere un’idea per cambiare il mondo, ma mi areno puntualmente alla fase della fantasticheria. Voi come avete fatto a passare così brillantemente ai fatti?
D: L’ idea è nata un anno e mezzo fa dalla lettura di un articolo di giornale (per la prima volta mi sono accorto che servono) in cui venivamo a conoscenza di un centro sportivo in mezzo a Milano (per l’ esattezza di fronte ai Carabinieri di Via della Moscova, grande idea fare un evento di fronte a loro!) nel quale erano presenti i campi dei tre sport con la palla più conosciuti d’Italia. Da lì è stata breve l’ idea di creare una manifestazione semplice, ma a cui nessuno aveva mai pensato. Poi per fortuna è andato tutto bene mixando lavoro, sogni e una buona dose di culo.
J: Quella di quest’anno è stata la seconda edizione milanese, in attesa di quella ligure e rwandese. Un bilancio? Snocciolami un po’ di numeri da boss, anche rispetto all’anno scorso.
D: Quest’ anno il bilancio è stato sicuramente positivo in quanto siamo passati dagli 890 atleti del 2014 ai quasi 1.400 atleti del 2015. Stiamo parlando solo di Milano, perché come accennava il mitico Bargiani quest’anno abbiamo fatto la promozione paghi 2 prendi 3. Ovvero, abbiamo aggiunto la tappa estiva di Santa Margherita Ligure dal 6 al 9 agosto (così da non avere milanesi iscritti) e abbiamo creato una tappa charity in Rwanda dal 12 al 14 agosto, nella quale faremo giocare più di 200 ragazzi africani, che potranno vincere le borse di studio per l’ anno accademico 2015-2016.
Ma torniamo sui numeri! Allora, si diceva 1.400 atleti, che dovrebbero diventare 2.500 con le altre due tappe. Un numero di cui andiamo fieri, e ci piace comunicare che sono 215.000 i contatti avuti sulla pagina FB durante la settimana dell’ evento. Devo precisare per correttezza che almeno 140.000 sono dello staff, che era obbligato a connettersi almeno 1 volta ogni 10 minuti per fare numero.
J: Ai nostri lettori radical si stringerà il cuore a sentir parlare dell’iniziativa che state portando avanti in Rwanda. Dimmi qualcosa in più sull’iniziativa. Posto che il vostro vero obiettivo, come mi hai confidato in privato, è aprire una nuova stagione colonialista e appropriarvi della bauxite e della barbabietola da zucchero, ti consiglio di usare a caso le parole “bambini”, “sport”, “divertimento”, “momento di crescita”, “sorriso”, “speranza”. Poi fate voi.
D: Nel punto precedente ho già accennato brevemente cosa cercheremo di fare in Rwanda. Mi piace sottolineare che tutta la nostra iniziativa ha una grossa componente sociale. Infatti non uno, ma ben due progetti sono legati al mondo sociale. La prima fondazione, Italia Por Colombia (lì sappiamo tutti perché vogliamo espanderci), con cui collaboriamo è quella dell’ amico Ivan Cordoba, con cui il rapporto è nato già dalla prima edizione dei Mi Games. Siamo felici di sostenere Ivan e la sua fondazione in un progetto alimentare con i bambini delle scuole elementari colombiane. E chissà che in futuro non si porti Mi Games anche in Sud America.
La seconda fondazione con cui collaboriamo è Okapia Onlus, con cui abbiamo realizzato questo bellissimo progetto Mi Games Rwanda. L’ idea è quella di creare più tappe nel continente africano (così da diventare leader dell’import-export di barbabietole), facendo sì che possano essere autosostenibili investendo i fondi sempre in nuovi paesi e città.
Ci piace sottolineare che la raccolta fondi avviene tramite diverse forme come una bellissima lotteria benefica, donazioni libere e chiaramente una parte delle iscrizioni degli atleti ai Mi Games.
J: Ai nostri lettori che sognano quella che una volta si chiamava fabbrichetta e che oggi è diventata la start-up, invece, si stringerà il cuore a sapere quanti soldi fate con il Mi Games. Vogliamo la cifra esatta del cash che vi siete intascati.
D: Start-Up, ecco dovrei passare la parola a Camilla, l’unica quota rosa del team, che ha davvero a cuore l’idea di start-up. No, a parte gli scherzi, ci piace sottolineare che siamo un pugno di ragazzi che fanno questo per passione e divertimento, andando oltre agli impegni giornalieri di lavoro, master e università.
Soldi tanti, anzi troppi, quindi. Il problema è che abbiamo investito il 97% del budget per comprare i restanti 75.000 contatti FB della settimana dell’ evento milanese.
Devo dire che il nostro team finance ha fatto un lavoro egregio.
J: Quali obiettivi vi ponete di raggiungere di qui a 3 anni con il Mi Games. Avete qualche balzana e stupefacente idea di espansione/sinergia con altro o puntate a una crescita costante del format attuale?
D: La nostra idea, chiaramente irrealizzabile, è quella di creare un tour a livello nazionale entro il 2020 che comprenda 10 tappe e le finali nazionali nella nostra tanto cara sede meneghina.
L’anno prossimo vorremmo inserire Genova o Torino, o almeno una delle due. Questo dipenderà molto anche dall’apporto che ci daranno i nostri sponsor (sempre che non ci lascino in mezzo a una strada). Specialmente Adidas, che è il nostro partner tecnico (per un evento sportivo è chiaramente di poca importanza) e ha dato una dimensione sportiva da urlo alla manifestazione.
J: Momento Maria De Filippi. Si può vivere dei propri sogni? Dammi una chance. Voglio sentirmelo dire.
D: Assolutamente si, segnati la tua idea e ci vediamo tra 5 anni.
J: Dade, che dirti più: grazie mille e in bocca al lupo per tutto in futuro. Vuoi chiudere l’intervista con un messaggio in particolare? Ti lascio carta bianca. Puoi anche fare un appello contro la chiusura di Medjugorje o cercare di vendere un materasso Eminflex. Fai tu.
D: Messaggio non istituzionale: c’è qualcuno che vuole darci una mano a portare a Santa Margherita Ligure 200 scatoloni di patatine San Carlo?
Messaggio istituzionale: tra poco apriranno le iscrizioni per Santa Margherita Ligure, iscrivetevi sul sito www.migames.it
[1] Frosinone Culone è una squadra di titani che ha moralmente vinto il torneo di calcio di quest’anno.