I migliori libri del 2024 (secondo SALT, cioè noi)

I migliori libri del 2024 (secondo SALT, cioè noi)

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C’è la lista dei migliori libri del 2024 del New York Times. Ci sono le letture dell’anno che puntualmente a dicembre pubblica Barack Obama. Ci sono le liste degli editori. Dei cantanti. Degli attori. Insomma, di tutti. E vi pare che SALT, in un grande sforzo di umiltà, anche quest’anno potesse sentirsi da meno?

Certamente no.

E quindi eccoci qui –  al vostro cospetto – e come da tradizione, a dirvi quali libri usciti in questo 2024 ci è piaciuto leggere. Consapevoli che non si tratta di lista esaustiva, anzi. Come sempre, a fine anno, ci teniamo a dirvi dove, leggendo tra le righe, abbiamo ritrovato o saputo individuare un po’ di sale della vita.

Magari qualcuno lo avete letto e qualcun altro no. Prendete questa lista (anche) come un elenco di consigli di lettura per questi prossimi mesi.

Disclaimer: lista, non classifica. L’ordine è puramente casuale. O almeno così era in fase di bozza ma tanto sappiamo che prima o poi arriverà qualcuno a mettere tutto in ordine alfabetico per poter sedare i tic che le genera questa pagina.

E dunque. Cominciamo!

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Chi dice e chi tace | Chiara Valerio

Sorvoliamo su quanto accaduto a Più libri più liberi, non tanto perchè non sia grave l’accaduto, quanto piuttosto perchè Chiara Valerio ha mostrato di essere una comune mortale e, dunque, di commettere errori come noi. Qui abbiamo scelto di intraprendere un’impresa più ardua: distinguere l’opera dall’autrice. Perché Chi dice e chi tace merita di essere valutato per la sua intrinseca qualità.
Siamo a Scauri, l’ultimo paese del Lazio affacciato sul Tirreno, e il romanzo si apre con la misteriosa morte di Vittoria, una figura enigmatica e affascinante che aveva conquistato la comunità locale con la sua generosità e il suo spirito indipendente. La sua scomparsa, apparentemente dovuta a un incidente nella vasca da bagno, spinge Lea Russo, avvocata e madre di famiglia, a indagare sul passato di Vittoria, rivelando segreti nascosti e mettendo in discussione le identità di chi la circonda.
Ci permettete un azzardo? Proviamoci: c’è qualcosa di L’arte della gioia di Goliarda Sapienza in questo Chi dice e chi tace. Il parallelismo nasce dall’esplorazione della complessità femminile e nella sfida alle convenzioni sociali. Come l’indimenticabile Modesta, protagonista del romanzo di Sapienza, anche Vittoria incarna una femminilità libera e autodeterminata, capace di sovvertire le aspettative della società in cui vive. Ed ecco allora un ritratto di donne, tra le pagine di Chi dice e chi tace, in costante mutazione, che navigano tra passioni, inquietudini e verità nascoste. Un romanzo che divorerete.

 

Una madre | Colum McCann 

Ci sono autori che sanno toccare le corde della storia collettiva e dell’anima di chi legge facendole andare all’unisono. Uno di questi è, senza dubbio alcuno, Colum McCann. Il suo Apeirogon è un trattato di delicatezza e dialogo. Di storia, appunto, e dura realtà. Di incontro e rispetto. Un “imprescindibile” del nostro tempo. Con Una madre, invece, McCann sceglie un’altra storia del nostro presente, creando un ponte tra Medio Oriente e America. Una madre è il racconto di e con Diane Foley, madre di James Foley. James era un giornalista, ucciso brutalmente dai miliziani dello Stato islamico negli anni più bui del terrorismo di matrice religiosa. La sua esecuzione venne filmata dai soldati dell’ISIS e trasmessa sui social e organi di informazione in tutto il mondo. Una madre è un libro che ci porta a rifare i conti col passato presente. Con il concetto di perdono. Con il trovarci faccia a faccia con il male, come quando Diane Foley incontra alcuni dei responsabili del martirio del suo James.
Scritto con consueto talento, si fa divorare. Fino a lasciare, a tratti, anche disturbati. 

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Tutta la vita che resta | Roberta Recchia

Una menzione speciale va a un’amica che lavora in Rizzoli, Francesca Cinelli, che da anni suggerisce a uno di noi alcune perle che passano per le sue mani e che magari – tra le migliaia di uscite – possono sfuggire. Ecco, se abbiamo messo le mani su questo bellissimo libro è indubbiamente merito suo. È stato definito “un libro intimo e allo stesso tempo corale” e non abbiamo trovato parole migliori. Tutta la vita che resta è la storia di uno strappo che sembrava impossibile da ricucire. Di una famiglia che, nel corso degli anni, ritrova la strada nella forza dei legami. Sembra un giallo, ma non lo è. Anzi. È il racconto del rapporto col segreto che diventa un organizzatore di pensiero. Del rapporto con l’altro e della ricerca di una pace che sembrava impossibile ritrovare. Scorre così bene che ci si ritrova a rinunciare al sonno, come per certe serie. 

 

Bambino | Marco Balzano

Dopo Resto qui, Quando tornerò e Cafè Royal, Marco Balzano torna prepotentemente nell’intimità dei suoi protagonisti. E anche questa volta sceglie una storia sulla quale è difficile non farsi un’opinione. Bambino è un titolo quasi ossimorico, apparentemente, quando si capisce che il protagonista è un uomo che si è arruolato nelle brigate nere del sorgente fascismo nel triestino. Eppure bambino lo è davvero. E lo rimarrà. Bambino e mai davvero figlio di una madre. Bambino e forza adulta. Bambino in fuga. Bambino che si ritrova. Bambino che torna e bambino ritorna. Marco Balzano scrive così: bene, bene sempre. 

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Il vaso di pandoro | Selvaggia Lucarelli

Ci sono libri che segnano un prima e un dopo in alcuni settori. Il vaso di pandoro di Selvaggia Lucarelli è indubbiamente uno di questi. Ve ne avevamo parlato qui e abbiamo deciso che per noi è uno dei testi da inserire in questa lista di libri dell’anno. È il racconto, anzi, l’inchiesta che analizza il fenomeno Chiara Ferragni e Fedez. Un’inchiesta che parte quando, a dicembre 2022, l’editorialista del Fatto Quotidiano Selvaggia Lucarelli inizia a nutrire il sospetto che qualcosa non tornasse di fronte alla commercializzazione dei pandori Balocco griffati Chiara Ferragni volti a sostenere un’iniziativa benefica per i bambini malati di cancro. Ma, soprattutto, Il vaso di pandoro è un’inchiesta su un metodo preciso e su un mondo – quello degli influencer o dell’influcirco (cit) in cui i re hanno iniziato ad apparire sempre più nudi. È l’inizio della fine di un metodo di marketing dagli aspetti spesso oscuri e controversi? Forse. Non sta a noi dirlo o deciderlo. Ma indubbiamente ha cambiato la percezione collettiva o, almeno, di molti. 

 

Ogni prigione è un’isola | Daria Bignardi

“Il carcere lo odiano tutti.” Così Daria Bignardi riassume la tensione che attraversa Ogni prigione è un’isola, un libro che intreccia reportage, diario personale e analisi politica. Da San Vittore a Santa Maria Capua Vetere, passando per Bollate e Modena, Bignardi esplora un’Italia invisibile e spesso dimenticata, di cui i più hanno soltanto una vaga idea basata su fiction Rai di dubbia accuratezza o casi di cronaca giudiziaria romanzati.
Dopo trent’anni di frequentazione del mondo penitenziario come volontaria, Bignardi non restituisce a noi lettori solo cronaca, ma storie di umanità estrema: detenuti, polizia penitenziaria, giudici, direttori e soprattutto chi quel sistema lo vive e lo subisce quotidianamente. Chissà come risuona il senso di alienazione che pervade gli individui dietro le sbarre e chissà come si potrebbe rendere più umana la loro pena. 
Scritto sull’isola remota di Linosa, Ogni prigione è un’isola è un saggio senza vittimismi, che affronta temi urgenti come le rivolte del 2020, narrate anche nel podcast Tredici (che ricorda i 13 morti di Modena, forse la peggiore strage nelle carceri del dopoguerra), le madri con figli piccoli costrette a crescere in cella, e un sistema che spesso alimenta la recidiva anziché spezzarla. Ecco, leggetelo se non volete voltare lo sguardo e sostenere, al contrario, un gesto di denuncia politica.

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Storia di mia vita | Janek Gorczyca

La vita narrata in prima persona di Janek, polacco a Roma, che vive in strada da oltre vent’anni, senza documenti e senza casa. Una narrazione veloce, essenziale, in cui dentro c’è tutto: gli espedienti per sopravvivere, la Storia con la S maiuscola e quella con la s minuscola, l’amore, l’amicizia, il senso di umanità e comunità. Ma anche l’alcolismo, le difficoltà, gli scontri con l’autorità. Il tutto narrato con la leggerezza di chi prende la vita per come viene. Un’avventura editoriale, anche, perché è stato Christian Raimo a suggerire al janeck di scrivere e poi lo ha presentato a Sellerio. Una narrazione fatta con una lingua strana e vibrante, viva e zoppicante al tempo stesso (è scritto direttamente in italiano, ma come se fosse una lingua parlata). Una lingua che ci dimostra che l’italiano è ancora materia viva, in costante evoluzione, magmatica. Come deve essere per una lingua.

Fra avventura picaresca e descrizione realistica delle difficoltà, forse il libro italiano più interessante dell’anno.




Il Canto del profeta | Paul Lynch

La distopia è oggi. Ambientato in un presente in cui l’ultradestra ha preso il potere in Irlanda, decretando con una legge l’aumento dei poteri del governo stesso (aspetta, dove l’abbiamo già letta questa?) e al contempo l’inasprimento delle pene per ogni tipo di contestazione (anche questa non mi suona nuova). La narrazione è portata avanti da una donna, che deve provare a tenere insieme la famiglia nonostante il marito (sindacalista) sia stato portato via e incarcerato senza motivo, se non quello di aver protestato.

Il mondo di Lynch è il nostro mondo, solo spostato un po’ più in là – nel tempo o forse solo nella percezione. Ed l’autore riesce a cogliere perfettamente lo spirito del nostro tempo, quello Zeitgeist del presente che facciamo così fatica a capire e comprendere. Lo abbiamo sentito nella pancia, ancor prima che nella testa, qualcosa che risuona e fa incazzare. Così come fa incazzare costantemente la narrazione, senza lasciare un attino di tregua, in un crescendo che afferra alla gola e ti trascina in un gorgo nero. Il tempi cambieranno, ma per ora siamo qui. 

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mostri santi e bevitori

Mostri | Claire Dederer

Un saggio che affronta a muso duro uno dei temi cardine della cultura moderna: possiamo distinguere l’opera dall’autore? È una domanda che ci si pone da centinaia di anni, ma che nell’ultimo periodo risuona prepotente: il movimento #MeToo, le lotte femministe, le minoranze etniche, culturali, sessuali, ce lo chiedono (e se lo chiedono) a gran voce. Cosa fare dei film di Polanski, sapendo che ha drogato e abusato di una ragazzina all’epoca minorenne? Come possiamo amare Harry Potter, per anni baluardo di tutti i diversi e i weirdos, ben sapendo che la sua autrice è una strega (facile, dai) transfobica? Claire Dederer ci porta in una descrizione fresca e scorrevole della problematica, che scardina l’idea che possa esistere un’oggettività in questo tipo di discussione; al contrario, l’autrice mette al centro la propria soggettività, di donna e di pubblico (che legge, guarda i film, ama i film di Woody Allen). Le conclusioni sono non del tutto chiare e magari non saremo d’accordo su tutto, ma il punto di vista dell’autrice è stimolante e la sua scrittura accattivante.
Per tutti quelli che non vogliono più vedere Luis CK (ma sanno che li fa ancora molto ridere).

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Santi e bevitori. Un viaggio alcolico in terre astemie  | Lawrence Osborne

Se per curare l’alcolismo c’è chi sceglie centri di riabilitazione e chi l’astinenza totale, Lawrence Osborne ha una terapia molto più azzardata: un viaggio nel cuore del mondo islamico, dove l’astinenza è religione e cultura. Del resto, parliamoci chiaro: chi non si è mai interrogato sulle vite di chi non beve?! Santi e bevitori è insieme reportage, diario e pamphlet, scritto con quell’ironia intelligente e cinica che fa di Osborne un narratore irresistibile (vedi alla voce L’estate dei fantasmi).
Se in Indonesia sorseggia birra sotto l’occhio severo di un ritratto di Bin Laden, in Pakistan Osborne si spinge fino al limite dell’avventatezza, ubriacandosi in uno dei luoghi più ostili alla bottiglia, ma le tappe più curiose e affascinanti sono senza dubbio quelle ambientate nel Sud della Thailandia, nel pieno dello scontro civile e sociale, così come nel cuore di Istanbul e, infine, a Beirut, dove l’autore dipinge con maestria contrasti di abitudini, paesaggi e tradizioni che lasciano un segno vivido nella mente del lettore.
Lasciandosi travolgere tra queste pagine, è vero che “il viaggio in terre astemie” ci porta verso l’eterna oscillazione tra Oriente e Occidente, nella consueta commedia degli opposti: i due mondi si specchiano a vicenda, incapaci di capirsi davvero. Osborne scrive con sguardo lucido e provocatorio, giocando spesso con i paradossi e smontando (o confermando) pregiudizi. Il risultato è un libro molto scorrevole, che si beve d’un fiato, per rimanere in tema di etilismo.

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Sally Rooney Intermezzo

Intermezzo | Sally Rooney

Con Intermezzo, Sally Rooney torna a scandagliare i legami umani con una precisione chirurgica e con la sua proverbiale sensibilità. Questa volta, al centro del racconto ci sono Peter e Ivan, fratelli apparentemente opposti, legati da un lutto che scoperchia fragilità, desideri e tensioni sepolte. Peter, avvocato dublinese dall’apparente perfezione, si dibatte tra la pressione del suo ruolo e due relazioni che ne evidenziano le contraddizioni. Ivan, campione di scacchi, vive la vita come un outsider fino a incontrare Margaret, donna dal passato complesso che lo spinge a rivedere la propria traiettoria.
Rooney quest’anno ci ha regalato un conforto narrativo intenso, come un periodo sospeso dove i protagonisti affrontano la mascolinità in tutte le sue sfumature: dalla fragilità alla violenza, anche quella autodistruttiva. Non è un caso che questo romanzo abbia avuto una delle campagne di marketing più potenti di tutti i tempi, perchè con una scrittura matura ed evoluta, Intermezzo segna un punto di svolta anche nella carriera di Rooney. Non sappiamo se questo sia il suo romanzo migliore, lasciamo a voi lettori la scelta, ma siamo certi che l’autrice irlandese riesce ancora una volta a confrontarsi magistralmente con tematiche attuali e complesse senza perdere la sua capacità di cogliere l’intimità delle relazioni umane, che non potrete fare a meno di sentire affini. Indubbiamente, Intermezzo si rivela essere uno dei suoi lavori più ambiziosi e profondi.




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