I 10 film più pazzeschi del 2018 – perché ci piacciono le liste.
A noi le liste piacciono. Assai. E come poteva mancare una lista coi migliori film dell’anno? Che vi ricordi quante volte siete andati al cinema. Che vi faccia rammaricare per non aver visto questo film clamoroso. Che vi riporti alla memoria quella sera che volevate andare a vedere un film impegnato russo coi sottotitoli amato dalla critica, ma no, la vostra ragazza voleva vedere PS. I Love You in streaming, e poi ha pianto per i primi 5 minuti per poi cadere in catalessi narcolettica sul divano lasciando voi a guardare tutto il restante film che Arancia meccanica levate proprio, senza la possibilità di muovervi, perché lei dormiva sulla vostra spalla.
Ecco. Proprio quella lista lì.
Come ogni anno, si è svolta una serratissima votazione all’interno della Redazione, che ha coinvolto tutte le sezioni. Ma alla fine i premi sono stati assegnati da Ale Pig, senza considerare l’apporto di nessun altro, come è giusto che sia in una sana democrazia.
Il meglio del meglio, per ogni tipo di palato.
Se non c’è il vostro film preferito, non prendetevela con noi, ma con Ryan Gosling
1- Miglior film in bianco e nero che parla del Messico ma si chiama come una città italiana: Roma, di Alfonso Cuaron.
Forse il miglior film dell’anno in senso assoluto. Una regia ed una fotografia commoventi, prestate ad una storia ambientata nel Messico degli anni ’70 (Roma è un quartiere), che racconta le vicende della domestica Cleo. La protagonista, come la regia, sembra imperturbabile al mondo, che scorre dietro di lei in un perenne secondo piano teatrale. Uscito anche su Netflix, non avete alcuna scusa per non ammirare questo gioiello, anche se il vostro cinema di provincia trasmette solo blockbusteroni americani.
Yalitza Aparicio vince anche il premio come Miglior Attrice che dice meno di 20 parole in tutto il film ma sta in piedi su una gamba
2- Miglior film allucinato non distrutto da una alluvione: The Man Who Killed Don Quixote, di Terry Gilliam
Il solo fatto di poter finalmente vedere un film la cui gestazione è durata decenni è una sorta di miracolo. Gilliam prende il personaggio di Don Chisciotte e lo trasfigura, senza mai tradirlo: questo vecchio matto che crede alle sue fantasie è il cinema stesso, il regista in primis, un film distrutto da un’alluvione e, in ultima analisi, siamo tutti noi. Oppure dovremmo ricordarci ogni tanto di esserlo.
Film non perfetto, ma molto godibile, che alterna una prima parte in cui la fantasia è reale ed una seconda parte in cui la realtà è fantastica. O viceversa. O entrambi. Lancia in resta, si va all’avventura!
3- Miglior film con supereroi dove però muoiono tutti: Avengers, il celodurismo di Thanos e la barba di Cap.
Avengers: Infinity War – Supereroi. Supercattivi. Superpietre magiche. PROCIONE. Alieni. Pew pew bang boom. Morte. Ci sono tutte queste cose in un film di 2 ore e mezza. E come ci stanno? Beh, un po’ strettine, senza dubbio. La Marvel ci catapulta in un film imperfetto, incompleto eppure riuscito; una tappa necessaria in quest’opera di riscrittura del concetto di “esperienza cinematografica” che Kevin Feige e il suo team stanno scrivendo da dieci anni. Se vi piacciono le cose grandi, lo sfarzo, la TUTTANZA combinata alla sensazione di essere comunque a casa e di poter dare del tu a tutti, questo è il vostro film.
4- Miglior film italiano coi cani e le botte: Dogman, di Matteo Garrone
Garrone realizza un film realista senza essere realistico e proprio da questa antitesi trae la forza del suo dramma umano. Sopraffazione e gentilezza si mescolano nella storia del Canaro della Magliana, lontano però dagli stereotipi di genere, in una vicenda che affonda le radici nella sua umanità (realista, non realistica). Per noi vince anche il premio Miglior Attore emaciato e sconosciuto, per Marcello Fonte.
5- Miglior film italiano con le botte e le scale (ma soprattutto le botte): Sulla Mia Pelle, di Alessio Cremonini
Gli ultimi giorni di vita di Stefano Cucchi, raccontanti sulla pelle di uno straordinario Alessandro Borghi. È difficile mantenere un giudizio imparziale su una vicenda che ha tanto scosso (e ancora scuote) i media: Sulla Mia Pelle è un film schierato, senza però risultare sfacciatamente di parte. Sembra volersi schierare dalla parte della verità e della giustizia, più che dalla parte del suo protagonista. Una verità perseguita col giusto grado di verismo. Borghi è superlativo, anche nelle movenze e nella voce. Vince per noi il premio Miglior Attore conosciuto ma ugualmente emaciato.
6- Miglior film coi cani ma senza le botte: Isle of Dogs, di Wes Anderson
Isle of Dogs è esattamente la magia che ci aspettavamo di vedere da Wes Anderson. La storia è ambientata in un affascinante Giappone futuristico e ruota intorno alle avventure di Atari e del suo cane Spots, misteriosamente scomparso. Il ragazzino verrà aiutato nella sua ricerca da un branco di cani randagi conosciuti su Trash Island, un’isola appena fuori dalla città di Megasaki, dove sono costretti a vivere in esilio a causa del timore infondato che un’epidemia di “influenza canina” possa trasmettersi anche agli uomini. Anche se la trama presenta qualche punto debole, il tocco inconfondibile di Anderson, le meravigliose animazioni e la colonna sonora dal sapore asiatico lo rendono comunque assolutamente da vedere. Se poi amate i cani, il Giappone, lo stop-motion e l’animazione in generale, adorerete senza dubbio Isle of Dogs.
7- Miglior horror dove non succede niente ma poi boom tutti senza testa: Hereditary, di Ari Aster.
La new wave dell’horror psicologico statunitense si arricchisce di un ottimo film e di una spaventosa bambina. Milly Shapiro è inquietante nella sua (a)normalità, come solo i bambini sanno essere. E pur essendo la protagonista, non arriva a metà film. Il resto della storia è retto dalla discesa nella follia di Toni Colette, in una strepitosa interpretazione di grande forza, che riesce ad allucinare senza essere sopra le righe. La forza motrice della storia è sempre in scena, ma non si vede mai. È forse nei geni, nella familiarità, nella follia che serpeggia nella famiglia. Oppure si tratta di vera stregoneria?
Milly Shapiro vince il premio Miglior Bambino Inquietante
8- Miglior film in cui in settantenne ci racconta la nostra cultura ed i suoi miti: Ready Player One, di Steven Spielberg.
Basterebbe la scena ambientata dentro Shining per rendere l’ultimo film di Spielberg un classico da studiare. Basterebbe l’impianto grafico a renderlo un film che riempie gli occhi. Ma c’è di più. C’è un regista di oltre settant’anni che ci spiega la nostra cultura, i suoi miti (che lui stesso ha contribuito parecchio a creare) e l’operazione nostalgica e citazionista che stiamo vivendo continuamente, e che ci blocca. E lo fa meglio con gli occhi di un ragazzino. Si allontana dal “materiale” del romanzo originale (la cultura videoludica) per portare la storia nel proprio mondo: il cinema. Nel farlo, trasforma un mondo in VR nella propria, appassionata dedica a quel mondo che lui stesso a creato e di cui fa parte, come il creatore del gioco.
9- Miglior film sull’umanità pasoliniana: Lazzaro Felice, di Alice Rohrwacher.
La gentilezza come arma rivoluzionaria, contro la distruzione della società, contro l’avanzata della città disumanizzante, ma anche contro il servilismo del lavoro. C’è critica sociale nel film della Rohrwacher e c’è poesia. Lazzaro è una figura quasi santa o mitologica, che porta scompiglio e benevolenza ovunque vada, fino a tentare un ricongiungimento del proletariato coi Padroni, a suon di costosi pasticcini. Il tentativo si rivela fallimentare, ma il metodo della gentilezza come forma di resistenza rimane come messaggio fortissimo nella mente delle persone che da essa sono state toccate. È un miracolo. E come i soli veri miracoli esistenti, è un miracolo che non accade.
10- Miglior Film sulla perfezione, sulle relazioni assurde e sulla mistificazione dell’amore: The Phantom Thread, di Paul Thomas Anderson
Cosa si cela dietro una maschera di perfezione e bellezza? Quali ossessioni guidano il genio creativo di uno dei più affermati stilisti di Londra, in bilico tra Edipo e Pigmalione? Anderson costruisce un film incredibilmente elegante e complesso, andando a scavare nella psicologia dei personaggi e nella loro storia d’amore. Un amore che diventa guerra tra i sessi per avere il controllo sull’altro, per dimostrare di essere il più forte, in una continua altalena tra sottomissione e ribellione.
Buona Visione!